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Segni di speranza dall’Europa? di Tim Duy (11 maggio 2012)

Hopeful Signs From Europe?

Author: Tim Duy · May 11th, 2012

giu 25 p

 

 

 

 

 

 

 

 

 

While I suspect this is a case of too little, too late, it is increasingly evident that European policymakers on some level realize the errors of their ways. From the Wall Street Journal:

Euro-zone governments are expected to give Spain more leeway to meet its budget-deficit target next year, according to officials involved in the discussions, in a sign they intend to shift away from rigid enforcement of the currency bloc’s budget rules.

Austerity will still be the guiding principle of European fiscal policies. But the likely Spanish move suggests the rules will be adjusted in some cases to account for the fact that when economies go into recession, their budget deficits usually rise.

 

Officials said the flexibility is unlikely to stop with Spain’s politically sensitive deficit target. Among other countries that may take advantage of the rules in the future is France, which would have to pass large cuts to achieve its current deficit target for next year—a task likely to clash with the pledges of Socialist President-elect François Hollande to spur economic growth.

It is not clear that this shift gives struggling nations enough room, but it is a step in the right direction that policymakers now recognize that austerity programs have been self-defeating. Likewise, perhaps even the Bundesbank is coming around to the realities of European adjustment. From the FT:

 

The Bundesbank, the most hawkish of central banks, has signalled it would accept higher inflation in Germany as part of an economic rebalancing in the eurozone that would boost the international competitiveness of countries worst-hit by the region’s debt crisis.

A future German inflation rate above the eurozone average could be part of a natural adjustment process as crisis-hit countries pulled themselves out of recession, the Bundesbank argued in evidence to German parliamentarians submitted on Wednesday.

 

That said, I wouldn’t get too eager that the Bundesbank is eager to rush into more easing:

“In this scenario, Germany could in the future have an inflation rate somewhat above the average within the European monetary union, although monetary policy will have to ensure that inflation overall in the Emu is consistent with the goal of price stability and that inflation expectations remain firmly anchored,” the bank said.

They are not talking about easing overall policy, just acknowledging that even in the context of a maintained inflation target, Germany will experience inflation in excess of that target.

 

All in all, though, positive developments, at least at the margin. My concern is that all the recent talk about “growth compacts” and such will yield more headlines than positive outcomes, and as a consequence policymakers will begin to believe that the original path of austerity was in fact the only path to follow.

 

Segni di speranza dall’Europa?

Di Tim Duy. 11 maggio 2012

giu 25 p

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sebbene abbia il sospetto che sia troppo poco e troppo tardi, è sempre più evidente che gli uomini politici europei in qualche modo stanno comprendendo gli errori dei loro indirizzi. Dal Wall Street Journal:

“Ci si aspetta che i Governi europei diano maggiore spazio di manovra alla Spagna per far fronte sin dal prossimo anno all’obbiettivo del deficit di bilancio, come prova della loro intenzione di venir fuori dalle rigide regole di bilancio comunitarie di rafforzamento della valuta.

L’austerità sarà ancora la guida principale delle politiche finanziarie pubbliche europee. Ma la probabile mossa nel caso della  Spagna suggerisce che le regole in qualche caso verranno corrette in risposta al fatto che quando le economie finiscono in recessione, normalmente il loro deficit cresce.

I dirigenti affermano che è improbabile che la flessibilità riguardi soltanto l’obbiettivo politicamente sensibile del deficit spagnolo. Tra gli altri paesi che potrebbero trarre vantaggio delle regole in futuro c’è la Francia, che dovrebbe approvare grandi tagli per realizzare il proprio attuale obbiettivo di deficit per il prossimo anno – un compito che probabilmente si scontra con gli impegni del Presidente eletto, il socialista  François Hollande, ad incoraggiare la crescita.”

Non è chiaro se questo spostamento darà alle nazioni che hanno difficoltà spazio sufficiente, ma è un passo nella direzione giusta il fatto che gli uomini politici adesso riconoscano che i programmi di austerità abbiano avuto effetti auto-punitivi. Analogamente, forse persino la Bundesbank sta cambiando opinione a fronte delle realtà delle correzioni europee. Dal Financial Times:

“La Bundesbank, la più aggressiva tra le banche centrali, ha segnalato che essa accetterebbe una inflazione più alta in Germania come componente di un ribilanciamento economico dell’eurozona allo scopo do incoraggiare la competitività internazionale dei paesi maggiormente colpiti dalla crisi regionale del debito.

La Bundesbank ha affermato, nella giornata di mercoledì, come prova di sottomissione ai membri del Parlamento tedesco, che un futuro tasso di inflazione tedesco superiore alla media dell’eurozona farebbe parte di un naturale processo di correzione nel momento in cui i paesi colpiti dalla crisi si tirassero fuori dalla recessione.”

Ciò detto, non mi fare molte illusioni sul fatto che la Bundesbank sia impaziente di precipitarsi verso maggiori misure di facilitazione monetaria:

“Ha affermato la Banca: ‘In questo scenario, la Germania potrebbe nel futuro avere un tasso di inflazione in qualche modo superiore alla media in mezzo all’unione monetaria, sebbene la politica monetaria dovrà assicurare che l’inflazione generale nell’Unione Monetaria Europea sarà coerente con l’obbiettivo della stabilità dei prezzi e che le aspettative di inflazione resteranno strettamente sotto controllo.”

Essi non stanno parlando di introdurre facilitazioni più generali nella politica, solo di riconoscere che la Germania potrà avere una inflazione in eccesso all’obbiettivo medio, pur nel contesto di un mantenimento di tale obbiettivo medio di inflazione.

Nel complesso, tuttavia, sviluppi positivi, sia pure entro i limiti. La mia preoccupazione è che tutto il recente parlare di “accordo per la crescita” e cose del genere produrranno più titoli dei giornali che risultati positivi, e come conseguenza i responsabili politici cominceranno a credere che l’indirizzo originale dell’austerità era nei fatti  la strada da seguire.

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