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Lo stimolo di iPhone (New York Times 13 settembre 2012)

 

The iPhone Stimulus

By PAUL KRUGMAN
Published: September 13, 2012

 

Are you, or is someone you know, a gadget freak? If so, you doubtless know that Wednesday was iPhone 5 day, the day Apple unveiled its latest way for people to avoid actually speaking to or even looking at whoever they’re with.

So is the new phone as insanely great as Apple says? Hey, I’ll leave stuff like that to David Pogue. What I’m interested in, instead, are suggestions that the unveiling of the iPhone 5 might provide a significant boost to the U.S. economy, adding measurably to economic growth over the next quarter or two.

Do you find this plausible? If so, I have news for you: you are, whether you know it or not, a Keynesian — and you have implicitly accepted the case that the government should spend more, not less, in a depressed economy.

Before I get there, let’s talk about where the buzz is coming from.

 

 

A recent research note from JPMorgan argued that the new iPhone might add between a quarter- and a half-percentage point to G.D.P. growth in the last quarter of 2012. How so? First, the report argued that Apple was likely to sell a lot of phones in a short period of time. Second, it noted that although iPhones are manufactured overseas, most of the price you pay when you buy one is domestic value-added — retailing and wholesaling, advertising and profits — all of which counts as part of G.D.P. Finally, it took some plausible guesses about the price of each phone and the number of phones sold, and used those guesses to make an estimate of the impact on G.D.P.

 

It’s all pretty straightforward. But the implications are wider than most people realize.

The crucial thing to understand here is that these likely short-run benefits from the new phone have almost nothing to do with how good it is — with how much it improves the quality of buyers’ lives or their productivity. Such effects will kick in only over the longer run. Instead, the reason JPMorgan believes that the iPhone 5 will boost the economy right away is simply that it will induce people to spend more.

 

And to believe that more spending will provide an economic boost, you have to believe — as you should — that demand, not supply, is what’s holding the economy back. We don’t have high unemployment because Americans don’t want to work, and we don’t have high unemployment because workers lack the right skills. Instead, willing and able workers can’t find jobs because employers can’t sell enough to justify hiring them. And the solution is to find some way to increase overall spending so that the nation can get back to work.

 

So where can more spending come from? Businesses are sitting on lots of cash but, for the most part, have seen little reason to do a lot of investment. Why expand your capacity when you don’t have enough sales to make full use of the capacity you already have? And because businesses aren’t spending a lot, incomes are low, so consumer demand is low, which perpetuates those low sales.

Yet depressions do end, eventually, even without government policies to get the economy out of this trap. Why? Long ago, John Maynard Keynes suggested that the answer was “use, decay, and obsolescence”: even in a depressed economy, at some point businesses will start replacing equipment, either because the stuff they have has worn out, or because much better stuff has come along; and, once they start doing that, the economy perks up. Sure enough, that’s what Apple is doing. It’s bringing on the obsolescence. Good.

But why suffer through years of depressed output and high unemployment while waiting for enough obsolescence to accumulate? Why not have the government step in and spend more, say on education and infrastructure, to help the economy through its rough patch? Don’t say that the government can’t add to total spending, or that government spending can’t create jobs. If you believe that the iPhone 5 can give the economy a lift, you’ve already conceded both that the total amount of spending in the economy isn’t a fixed number and that more spending is what we need. And there’s no reason this spending has to be private.

 

Yet far from using public spending to support the economy in its time of trouble, our political system — driven by a combination of ideology, exaggerated deficit fears and Republican obstructionism — has moved to make the depression worse. Yes, unemployment benefits and food stamps are up, because so many more people are in need; but government employment has plunged, as has public investment.

 

Now, despite all this, we will eventually recover. Over time there will be more equipment that needs replacing, more iPhone-like innovations that boost spending, and, in the long run, we will exit this economic trap. But, as Keynes famously pointed out in another context, in the long run we are all dead. To borrow a phrase from myself, why not end this depression now?

 

Lo stimolo di iPhone, di Paul Krugman

New York Times 13 settembre 2012

 

Siete, od è qualcuno di vostra conoscenza, un fanatico dei gadgets? Se è così, certamente saprete che mercoledì è stato il giorno di iPhone 5, il giorno in cui Apple ha svelato il suo ultimo sistema perché la gente eviti  di parlare o anche di guardare in faccia le persone con le quali si trova.

Dunque, il nuovo telefono è incredibilmente fantastico come sostiene la Apple? Ebbene, lascerò cose del genere a David Pogue [1]. Quello a cui sono interessato, invece, sono gli accenni secondo i quali la presentazione dell’iPhone 5 potrebbe fornire una spinta significativa all’economia americana, aumentando in modo sensibile la crescita economica dei prossimi due o tre trimestri.

Pensate che sia ragionevole? Se è così, ho una notizia da darvi: siete, ne siate o meno consapevoli, dei Keynesiani – ed implicitamente avete ammesso che il governo dovrebbe spendere di più, non di meno, in una economia depressa.

Prima di arrivare a quel punto, fatemi dire da dove vengono quelle voci.

In recenti appunti di una ricerca della JPMorgan [2] è stato sostenuto che il nuovo iPhone potrebbe aggiungere da un quarto ad una metà di punto percentuale alla crescita del PIL nell’ultimo trimestre del 2012. In che modo? In primo luogo, il rapporto sostiene che la Apple è probabile che venda una grande quantità di telefoni in un breve periodo di tempo. In secondo luogo, esso osserva che per quanto gli iPhones siano fabbricati all’estero, gran parte del prezzo che si paga quando se ne acquista uno è valore-aggiunto nazionale – vendite all’ingrosso ed al dettaglio, consulenze e profitti, che vanno tutti a far parte del PIL. Infine, la ricerca formula qualche plausibile congettura sul prezzo di ogni telefono e sul numero dei telefoni venduti, ed usa tali supposizioni per formulare una stima dell’impatto sul PIL.

E’ tutto abbastanza lineare. Ma le implicazioni sono più ampie di quanto gran parte delle persone comprenda.

La cosa cruciale da capire è che questi probabili benefici di breve periodo derivanti dal nuovo telefono, non hanno quasi niente a che fare con le sue qualità – con quanto esso migliori la qualità della vita degli acquirenti o la loro produttività. Tali effetti si manifesteranno soltanto nel più lungo periodo. Invece, la ragione per la quale JPMorgan crede che  iPhone 5 darà in questo momento una spinta all’economia è semplicemente che indurrà le persone a spendere di più.

E per credere che una maggiore spesa darà una spinta all’economia, avete bisogno di credere – come dovreste – che è la domanda, e non l’offerta, che la trattiene. Non abbiamo una elevata disoccupazione perché gli americani non vogliono lavorare, e non abbiamo una elevata disoccupazione perché i lavoratori mancano delle necessarie competenze. Semmai, lavoratori volenterosi e capaci non trovano posti di lavoro perché gli imprenditori non vendono abbastanza da giustificare le loro assunzioni. E la soluzione consiste nel trovare qualche modo per accrescere la spesa globale, cosicché il paese possa tornare a lavorare.

Dunque, da dove può venire una spesa maggiore? Le imprese sono piene di soldi ma, per la maggior parte, hanno poche ragioni per fare grandi investimenti. Perché espandere la vostra capacità produttiva quando non vendete abbastanza per utilizzare pienamente la capacità di cui già disponete? E dato che le imprese non spendono molto, la domanda di consumi è bassa, il che perpetua quelle vendite modeste.

Tuttavia le depressioni hanno un termine, in fin dei conti, anche senza che le politiche statali portino le economie fuori da questa trappola. Perché? Molto tempo fa, John Maynard Keynes suggerì che la risposta era “l’uso, la decadenza e la obsolescenza”: persino in un’economia depressa, ad un certo punto le imprese cominceranno a sostituire le attrezzature, sia perché il materiale di cui dispongono si è usurato, sia perché sono comparsi oggetti migliori; e, una volta che cominciano a farlo, l’economia si ravviva. Di fatto, questo è quello che Apple sta facendo, sta provocando l’obsolescenza [3]. Buona cosa.

Ma perché soffrire per anni di produzione depressa e di elevata disoccupazione, mentre si aspetta di accumulare sufficiente obsolescenza? Perché il Governo non si è indirizzato a spendere di più, ad esempio in istruzione ed in infrastrutture, per aiutare l’economia in questo duro frangente? Non si dica che il governo non può aumentare la spesa totale, o che la spesa pubblica non può creare posti di lavoro. Se credete che iPhone 5 possa sollevare l’economia, avete già ammesso sia che la quantità globale della spesa nell’economia non è un numero fisso, sia che una spesa maggiore è quello di cui abbiamo bisogno. E non c’è alcuna ragione per la quale questa spesa debba essere privata.

Tuttavia, lungi dall’usare la spesa pubblica per sostenere l’economia in questo periodo di difficoltà, il nostro sistema politico – guidato da una combinazione di ideologia, di esagerate paure del deficit e di ostruzionismo repubblicano – si è mosso per rendere la depressione peggiore. E’ vero, i sussidi di disoccupazione e gli aiuti alimentari sono cresciuti [4], perché tanta gente ne ha bisogno; ma l’occupazione pubblica è crollata, così come gli investimenti pubblici [5].

Ora, nonostante tutto ciò, alla fine avremo una ripresa. Con il tempo avremo sempre di più attrezzature che hanno bisogno di essere sostituite, innovazioni come l’iPhone che incoraggiano a spendere, e, nel lungo periodo, usciremo da questa trappola economica. Ma, come notoriamente Keynes mise in evidenza  in un diverso contesto, nel lungo periodo saremo tutti morti. Per imprestarvi una frase delle mie, perché non interrompere questa depressione subito?   



[1] Il riferimento è ad un articolo di David Pogue sul New York Times di mercoledì, con le prime ‘impressioni’ tecniche sul nuovo portatile.

[2] JPMorgan Chase & Co. è una società finanziaria con sede a New York, ed è leader nei servizi finanziari globali.

Attualmente JPMorgan Chase serve più di 90 milioni di clienti.

 

[3] In economia “obsolescenza” non è semplicemente sinonimo di “usura, invecchiamento”. Più precisamente è il fenomeno per il quale nuovi prodotti, per la loro migliore qualità ed efficacia, mettono fuori mercato prodotti precedenti. In quel senso, un nuovo prodotto “produce” obsolescenza.

[4] I “food stamps” sono vere e proprie ‘tessere alimentari’ a disposizione delle famiglie più bisognose, in particolare per difendere la qualità della alimentazione dei bambini e delle donne partorienti.

[5] A parte la connessione offerta nel testo con i dati della Federal Reserve di St Louis,, nel blog di Krugman si trovano in questi mesi moltissime analisi che mostrano quanto complessivamente la spesa pubblica sia diminuita anche negli Stati Uniti. In particolare, l’occupazione pubblica è rimasta abbastanza stabile nel comparto delle istituzioni federali, con una provvisoria e poco significativa crescita dovuta all’occupazione di personale per il Censimento della Popolazione, ma è fortemente calata in quello delle istituzioni degli Stati e della comunità locali, con il licenziamento di centinaia di migliaia di insegnanti e di altri lavoratori del pubblico impiego.

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