Articoli sul NYT

Il gioco sporco di Romney (New York Times 4 ottobre 2012)

 

Romney’s Sick Joke

By PAUL KRUGMAN
Published: October 4, 2012

“No. 1,” declared Mitt Romney in Wednesday’s debate, “pre-existing conditions are covered under my plan.” No, they aren’t — as Mr. Romney’s own advisers have conceded in the past, and did again after the debate.

Was Mr. Romney lying? Well, either that or he was making what amounts to a sick joke. Either way, his attempt to deceive voters on this issue was the biggest of many misleading and/or dishonest claims he made over the course of that hour and a half. Yes, President Obama did a notably bad job of responding. But I’ll leave the theater criticism to others and talk instead about the issue that should be at the heart of this election.

So, about that sick joke: What Mr. Romney actually proposes is that Americans with pre-existing conditions who already have health coverage be allowed to keep that coverage even if they lose their job — as long as they keep paying the premiums. As it happens, this is already the law of the land. But it’s not what anyone in real life means by having a health plan that covers pre-existing conditions, because it applies only to those who manage to land a job with health insurance in the first place (and are able to maintain their payments despite losing that job). Did I mention that the number of jobs that come with health insurance has been steadily declining over the past decade?

 

What Mr. Romney did in the debate, in other words, was, at best, to play a word game with voters, pretending to offer something substantive for the uninsured while actually offering nothing. For all practical purposes, he simply lied about what his policy proposals would do.

 

How many Americans would be left out in the cold under Mr. Romney’s plan? One answer is 89 million. According to the nonpartisan Commonwealth Foundation, that’s the number of Americans who lack the “continuous coverage” that would make them eligible for health insurance under Mr. Romney’s empty promises. By the way, that’s more than a third of the U.S. population under 65 years old.

Another answer is 45 million, the estimated number of people who would have health insurance if Mr. Obama were re-elected, but would lose it if Mr. Romney were to win.

That estimate reflects two factors. First, Mr. Romney proposes repealing the Affordable Care Act, which means doing away with all the ways in which that law would help tens of millions of Americans who either have pre-existing conditions or can’t afford health insurance for other reasons. Second, Mr. Romney is proposing drastic cuts in Medicaid — basically to save money that he could use to cut taxes on the wealthy — which would deny essential health care to millions more Americans. (And, no, despite what he has said, you can’t get the care you need just by going to the emergency room.)

 

 

Wait, it gets worse. The true number of victims from Mr. Romney’s health proposals would be much larger than either of these numbers, for a couple of reasons.

One is that Medicaid doesn’t just provide health care to Americans too young for Medicare; it also pays for nursing care and other necessities for many older Americans.

 

Also, many Americans have health insurance but live under the continual threat of losing it. Obamacare would eliminate this threat, but Mr. Romney would bring it back and make it worse. Safety nets don’t just help people who actually fall, they make life more secure for everyone who might fall. But Mr. Romney would take that security away, not just on health care but across the board.

 

What about the claim made by a Romney adviser after the debate that states could step in to guarantee coverage for pre-existing conditions? That’s nonsense on many levels. For one thing, Mr. Romney wants to eliminate restrictions on interstate insurance sales, depriving states of regulatory power. Furthermore, if all you do is require that insurance companies cover everyone, healthy people will wait until they’re sick to sign up, leading to sky-high premiums. So you need to couple regulations on insurers with a requirement that everyone have insurance. And, to make that feasible, you have to offer insurance subsidies to lower-income Americans, which have to be paid for at a federal level.

 

 

And what you end up with is — precisely — the health reform President Obama signed into law.

One could wish that Mr. Obama had made this point effectively in the debate. He had every right to jump up and say, “There you go again”: Not only was Mr. Romney’s claim fundamentally dishonest, it has already been extensively debunked, and the Romney campaign itself has admitted that it’s false.

 

For whatever reason, the president didn’t do that, on health care or on anything else. But, as I said, never mind the theater criticism. The fact is that Mr. Romney tried to mislead the public, and he shouldn’t be allowed to get away with it.

 

Il gioco sporco di Romney, di Paul Krugman

New York Times 4 ottobre 2012

 

“Numero uno” ha dichiarato Mitt Romney nel dibattito di mercoledì, “nel mio programma le preesistenti condizioni sanitarie [1] sono assicurate”. Invece no, non lo sono – come gli stessi consiglieri di Romney hanno riconosciuto in passato, e ancora confermato dopo il dibattito.

Romney ha mentito? Ebbene, o ha mentito oppure ha fatto qualcosa che corrisponde ad un gioco sporco. In ogni caso, il suo tentativo di raggirare gli elettori su quel tema è stata la più rilevante delle affermazioni fuorvianti e/o disoneste da lui fatte nel corso di quell’ora e mezzo. E’ vero, il Presidente Obama ha risposto in modo particolarmente inefficace. Ma io lascerò ad altri il compito della critica teatrale e parlerò invece della questione che dovrebbe essere al cuore di queste elezioni.

Dunque, a proposito del gioco sporco: quello che Romney effettivamente propone e che agli americani con preesistenti serie patologie sanitarie che già hanno la assicurazione sanitaria sia consentito di mantenerla anche se perdono il loro lavoro – per tutto il tempo in cui continuano a pagare  le polizze. Ma non è questo quello che ognuno nella realtà intende con l’espressione ‘avere un programma sanitario che copre le preesistenti patologie”, anzitutto perché si applica soltanto a quelli che riescono a procurarsi un posto di lavoro con l’assicurazione sanitaria (e che sono capaci di mantenere i pagamenti anche se lo perdono). Devo ricordare che il numero di posti di lavoro con la assicurazione sanitaria sono stati in costante  diminuzione nell’ultimo decennio?

Quello che Romney ha fatto nel dibattito, in altre parole, in altri termini, è stato, nel migliore dei casi, di prendersi gioco degli elettori con le parole, fingendo di offrire qualcosa di sostanziale ai non assicurati mentre in realtà non offriva nulla. Da ogni punto di vista pratico, semplicemente egli ha mentito sugli effetti che le sue proposte avrebbero prodotto.

Quanti americani sarebbero lasciati in condizioni di emarginazione con il piano di Romney? Una risposta possibile è 89 milioni. Secondo l’indipendente Commonwealth Foundation è quello il numero degli americani che perdono la “copertura permanente” che li renderebbe idonei alla assicurazione sulla salute sulla base delle vuote promesse di Romney. Tra parentesi, si tratta di un terzo della popolazione statunitense sotto i 65 anni.

Una altra risposta è 45 milioni, il numero stimato di persone che avrebbero l’assicurazione sulla salute se Obama fosse rieletto, ma che la perderebbero se fosse Romney a vincere.

Quella stima dipende da due circostanze. In primo luogo, Romney propone di abrogare la Affordable Care Act, il che significa far fuori tutti quegli aspetti nei quali la legge aiuterebbe decine di milioni di americani, sia che abbiano patologie preesistenti sia che non possano permettersi per altre ragioni la assicurazione. In secondo luogo, Romney sta proponendo drastici tagli su Medicaid  [2] – fondamentalmente per risparmiare denaro che potrebbe usare per tagliare le tasse sui più ricchi – con il che si negherebbe la assistenza sanitaria essenziale a milioni di altri americani (e neanche è vero, nonostante quello che lui ha detto, che si possa avere l’assistenza di cui si ha bisogno semplicemente andando al pronto soccorso [3]) .

Ma aspettate, perchè è peggio ancora. Il numero effettivo delle vittime delle proposte sanitarie di Romney sarebbe molto più ampio di entrambi questi numeri, per un paio di ragioni.

Una è che Medicaid non si limita a fornire assistenza sanitaria agli americani troppo giovani per Medicare; esso paga anche le spese per la assistenza infermieristica e per altre necessità per molti americani più anziani.

Inoltre, molti americani hanno la assicurazione sanitaria ma vivono sotto la continua minaccia di perderla. La riforma di Obama eliminerebbe questa minaccia, ma Romney la ripristinerebbe e la renderebbe peggiore. Le reti di sicurezza non solo aiutano le persone che hanno problemi effettivi, rendono anche la vita più sicura per tutto coloro i quali potrebbero averli. Ma Romney eliminerebbe quella sicurezza, non solo per la assistenza sanitaria ma a tutti i livelli.

Che dire della affermazione di un consigliere di Romney dopo il dibattito, secondo la quale gli Stati potrebbero fare un passo avanti per garantire la copertura per le patologie preesistenti? Questa è una sciocchezza, in molti sensi. Da una parte, Romney vuole eliminare le restrizioni sulla vendita di polizze assicurative tra uno Stato e l’altro, eliminando il potere regolamentare degli Stati. Inoltre, se tutto quello che si fa è imporre alle compagnie assicurative di dare copertura a tutti, le persone sane aspetteranno di ammalarsi prima di iscriversi, elevando i premi alle stelle. E’ dunque necessario integrare le regole sugli assicuratori con la prescrizione che ognuno abbia diritto alla assicurazione. E, per renderlo fattibile, si devono offrire sussidi assicurativi agli americani con redditi più bassi, che devono essere pagati ai livelli federali.

E alla fine vi ritrovate esattamente con la riforma sanitaria che il Presidente Obama aveva sancito con la legge.

Sarebbe stato desiderabile che Obama avesse avanzato queste considerazioni con efficacia nel dibattito. Aveva tutto il diritto di saltar su e dire “Finisci sempre al solito punto!”. Non solo la pretesa di Romney era fondamentalmente disonesta, essa era stata già ampiamente smascherata, la stessa campagna elettorale di Romney aveva ammesso che si trattava di un falso.

Per una qualche ragione il Presidente non l’ha fatto, sulla assistenza sanitaria come sul resto. Ma, come ho detto, non siamo dinanzi ad una questione di critica teatrale. Il fatto è che Romney ha cercato di ingannare l’opinione pubblica, e non si dovrebbe permettergli di farla franca.



[1] “Pre-existing conditions” è il termine con il quale si indica il problema enorme delle politiche assicurative sanitarie americane, per il quale persone con preesistenti serie patologie non possono mantenere o rinnovare le assicurazioni se non con polizze molto costose. All’origine di quel problema, oltre ad indecenti pratiche assicurative, sta il fatto che l’intero rapporto tra imprese assicurative e cittadini non regge. I cittadini giovani e sani, per risparmiare, cercano di rinviare la assicurazione, di conseguenza la base degli utenti e limitata e le assicurazioni si rivalgono sui cittadini più bisognosi di cure. Obama avrebbe risolto il problema stabilendo sia l’obbligo della assicurazione per tutti che ampi indennizzi per sostenere i meno abbienti. Ma i Repubblicani minacciano di abrogare la legge.

[2] [2] Dei due principali programmi federali in materia di assistenza sanitaria, Medicaid è quello principalmente riferito alla assistenza a coloro che hanno condizioni di reddito minime. Il programma federale è finanziato anche dagli Stati, che partecipano volontariamente (ma ormai senza alcuna eccezione, perché l’ultimo Stato ad aderire al programma fu l’Arizona nel 1982).

Medicare è invece il nome dato ad un programma di assicurazione medica amministrato dal governo degli Stati Uniti, riguardante le persone dai 65 anni in su. In questo caso, il provvedimento è finanziato a livello federale grazie ai contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro. I principali benefici della legge sono l’assicurazione ospedaliera e l’assicurazione medica gratuite.

La legge su Medicaid, sottoscritta dal Presidente Lindon Johnson,  andò in vigore nell’anno 1965 assieme a quella su Medicare. In entrambi i casi, si trattò di emendamenti al Social Security Act.

[3] Questa è una curiosa costante della propaganda repubblicana. Già Bush, nella campagna elettorale del 2000,  affermò di non vedere il problema, visto che comunque ognuno poteva andare al pronto soccorso ….

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"