Blog di Krugman

Buoni di obbligazione morale (7 gennaio 2013)

 

January 7, 2013, 11:37 am

Moral Obligation Coupons

Don’t like the platinum coin option? Here’s a functionally equivalent alternative: have the Treasury sell pieces of paper labeled “moral obligation coupons”, which declare the intention of the government to redeem these coupons at face value in one year.

It should be clearly stated on the coupons that the government has no, repeat no, legal obligation to pay anything at all; you see, they’re not debt, and therefore don’t count against the debt limit. But that shouldn’t keep them from having substantial market value. Consider, for example, the fact that the government has no legal responsibility for guaranteeing the debt of Fannie and Freddie; nonetheless, it is widely believed that there is an implicit guarantee (because there is!), and this is very much reflected in the price of that debt.

So the government should have no trouble raising a lot of money by selling MOCs. It’s true that if they’re sold on the open market, they would probably sell at a substantial discount from face value, so this would in effect be high-interest-rate financing. But that’s better than either default or giving in to blackmail.

And maybe the coupons wouldn’t have to be sold on the open market; why not just have the Fed buy them? Bear in mind that the Fed doesn’t always buy safe assets; it’s buying a lot of mortgage-backed securities (from Fannie and Freddie; see above), and during the worst of the financial crisis it bought lots of commercial paper. So why not slightly speculative pieces of paper sold by the Treasury?

Again, while this may all seem kind of dodgy, it’s important to realize that unless the president does something like this he will be forced to do something illegal: namely, fail to spend money that, by act of Congress, he is legally obliged to spend. Fancy footwork is by far a better alternative; and if it enrages Mitch McConnell, well, that’s just an extra bonus.

Update: If there is a legal problem even with selling these coupons, there are still alternatives, such as paying suppliers with these coupons and then having the Fed buy them. The mechanics really don’t matter; as long as we’re in a liquidity trap, printing money, printing conventional debt securities, or printing funny money with no legal standing that nonetheless lets the government pay its bills are all equivalent.

 

Buoni  di obbligazione  morale

 

Non vi piace l’opzione della moneta di platino? Ecco una alternativa funzionalmente equivalente: acquisti il Tesoro dei fogli di carta e li definisca “buoni di obbligazione morale”, con i quali si affermi l’intenzione del Governo di riscattare nel corso di un anno questi buoni al loro valore nominale.

Sui buoni dovrebbe essere chiaramente stabilito che il Governo non ha, ripeto non ha, alcun obbligo legale di pagare alcunché; come si vede, essi non sono debito e di conseguenza non contano agli effetti del ‘tetto del debito’.  Ma ciò non dovrebbe impedirgli di avere un sostanziale valore di mercato. Si consideri, ad esempio, il fatto che il Governo non ha alcuna responsabilità legale di garantire il debito di Fannie & Freddie [1]; nondimeno, è generalmente ritenuto che ci sia una garanzia implicita (giacché c’è!), e questo ha avuto un largo effetto sul prezzo di quel debito.

Dunque il Governo non dovrebbe avere problemi nel raccogliere una quantità di denaro con la vendita dei MOC [2]. E’ vero che se essi fossero venduti sul mercato aperto, probabilmente si venderebbero con uno sconto sostanziale rispetto al loro valore nominale, dunque sarebbe in effetti un finanziamento ad un elevato tasso di interesse. Ma sarebbe pur meglio sia di un default che di un cedere ai ricatti.

E forse i buoni non sarebbero venduti sul mercato aperto; perché non potrebbe comperarli la Fed? Tenete presente che la Fed non acquista sempre assets sicuri; essa sta comprando quantità di titoli garantiti da mutui (da Fannie&Freddie: vedi sopra), e nel momento peggiore della crisi finanziaria acquisto grandi quantità di titoli di credito [3]. Perché dunque rifiutare fogli di carta speculativi messi in vendita dal Tesoro?

Inoltre, se tutto questo può sembrare un po’ dubbio, è importante comprendere che se il Presidente non farà qualcosa del genere sarà costretto a fare qualcosa di illegale: in particolare, a non spendere denaro che, sulla base di leggi del Congresso, è legalmente tenuto a spendere. Una soluzione fantasiosa è di gran lunga una migliore alternativa; e se questo fa andare su tutte le furie Mitch McConnell, ebbene, quello è proprio un titolo di merito.

Aggiornamento: se ci fosse un problema legale anche con il vendere questi coupons, ci sono ancora alternative, quali pagare i fornitori con questi coupons e poi incaricare la Fed di acquistarli. In realtà, i meccanismi non contano, finché siamo in una trappola di liquidità, coniare moneta, stampare titoli convenzionali sul debito o stampare denaro stravagante che non ha corso legale e che tuttavia consente al governo di pagare i suoi conti è equivalente.


 

 


[1] Fannie&Freddie è il nomignolo di due agenzie sostenute dai governi federali – ancorché non completamente pubbliche nelle loro modalità operative – che agiscono nel settore delle abitazioni: favoriscono gli acquisti della prima casa e l’ottenimento di mutui per la prima casa. Esse furono comprensibilmente al centro dello scoppio della bolla immobiliare e della crisi dei titoli garantiti da mutui, al punto che i Repubblicani pretesero di farne la spiegazione intera della crisi finanziaria del 2008, in modo da risolverla quasi come una vicenda di responsabilità dello Stato. In realtà i comportamenti a rischio di Fannie&Freddie venne dimostrato che erano assai più contenuti dei comportamenti a rischio del settore privato e dello “shadow banking” (sistema bancario ombra, ovvero istituti di credito cui nel periodo reaganiano venne consentito di operare senza regole).

[2] Ovvero, dei “Moral Obligation Coupons”.

[3] La dicitura Commercial paper indica un titolo di credito. Sebbene sia spesso usata come sinonimo di polizza di credito commerciale, con l’espressione si indica uno strumento del mercato monetario il cui documento rappresentativo è costituito da un “pagherò cambiario” non garantito, emesso dalle imprese, con scadenza massima a 270 giorni. Poiché questi titoli non sono garantiti, solo le società più grandi o più solvibili le emettono. Il tasso di interesse che viene offerto, riflette naturalmente il livello di rischio dell’emittente. Il mercato finanziario è poco liquido. Il suo utilizzo in Italia è molto limitato.

La ‘carta commerciale’, o Commercial paper, è una fonte di finanziamento a breve termine per le imprese. Si tratta di una specie di “cambiale” che le imprese emettono e che sono sottoscritte da banche, fondi o privati. Gli istituti finanziari si trovano così normalmente ad avere nei loro portafogli molta carta commerciale a diverse scadenze. Questa attività può essere cartolarizzata, cioè a dire l’istituto finanziario può emettere delle obbligazioni, da far sottoscrivere da altre società finanziarie o da privati, che hanno a garanzia la carta commerciale in portafoglio dell’istituto (Wikipedia)

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