Blog di Krugman

Cosa sapevo, e quando lo seppi? (19 gennaio 2013)

 

January 19, 2013, 7:36 am

What Did I Know, And When Did I Know It?

People have been poring over the just-released 2007 Fed transcripts, and the main surprise seems to be how complacent the institution was. Some members of the open market committee, including Janet Yellen and, let’s give credit where due, Tim Geithner, seem to have had a sense of dread; but the overall consensus was that nothing really bad would happen.

The obvious question if you’re a pundit, then, is “How did I do?” And the answer is, not too badly. Yes, I hedged — it was a statement of possibilities, not a straight prediction. But I clearly would have been in the camp of Fed alarmists, and probably the most alarmist of them all.

It seems to me that the really big determinant of whether you were intellectually ready for this crisis was how much attention you paid to events in the late 1990s — the crisis in emerging Asia, LTCM here, and the Japanese liquidity trap. I paid a lot of attention back then (as did Nouriel Roubini), taking the lead in resurrecting the theory of the liquidity trap (pdf) and writing a book, The Return of Depression Economics. And the result is that I’ve had a pretty good stretch; the only big thing I got wrong, I think, was in underestimating the stickiness of wages, and hence inflation, and therefore overestimating the risks of actual deflation.

That said, as Neil Irwin points out in the linked article, it’s not clear how much difference it would have made if the Fed had grasped the scale of the danger back in 2007. The big errors came later, after the depth of the crisis was apparent to all, and they came mainly in fiscal and housing policy, not monetary policy.

 

Cosa sapevo, e quando lo seppi?

 

Tutti si sono studiati attentamente i verbali della Fed dell’anno 2007, appena pubblicati, e la principale sorpresa pare essere quanto l’Istituto fosse compiaciuto. Alcuni membri della Commissione del ‘mercato aperto’, compresa Janet Yellen e, riconosciamo il merito quando è dovuto, Tim Geithner [1], pare avessero una sensazione di allarme; ma il clima generale era che niente di negativo in realtà sarebbe accaduto.

La domanda ovvia, se siete un addetto ai lavori, è dunque: “Come mi comportai, in quel caso?”. E la risposta è, niente affatto male. E’ vero, fui evasivo – era un discorso di possibilità, non una previsione esplicita. Ma chiaramente io sarei stato con gli allarmisti della Fed, e probabilmente il più allarmista tra tutti loro.

A me sembra che il fatto realmente davvero determinante, quanto all’essere stati intellettualmente pronti per questo genere di crisi, sia stata quanta attenzione si sia prestata agli eventi dell’ultima parte degli anni ’90 – la crisi nei paesi emergenti dell’Asia, la vicenda del LTCM [2] e la trappola di liquidità giapponese. Prestai allora molta attenzione a ciò (come fece Nouriel Roubini) mettendomi alla testa di un ritorno della teoria della ‘trappola di liquidità’ (disponibile nella connessione) e scrivendo un libro, “Il ritorno dell’economia della depressione”. E il risultato fu che ebbi un periodo discretamente buono; la sola cosa in cui sbagliai, penso, fu nel sottostimare la rigidità dei salari, e di conseguenza l’inflazione, e di conseguenza nel sovrastimare i rischi di una effettiva deflazione.

Ciò detto, come sottolinea Neil Irwin nell’articolo in connessione, non è chiaro quanta differenza avrebbe fatto se la Fed avesse afferrato la dimensione del pericolo nel passato 2007. I grandi errori vennero dopo, dopo che la profondità della crisi divenne evidente a tutti, ed essi fondamentalmente addivennero ad una politica di spesa pubblica e nel settore abitativo, e non ad una politica monetaria.


 

 


[1]La pubblicazione dei verbali  degli organi dirigenti della Fed è un appuntamento di un certo rilievo della politica americana. La Federal Reserve, come è comprensibile, è un organismo che opera con ‘riservatezza’, ma dopo un non lungo numero di anni i verbali delle sue riunioni vengono resi pubblici.

Il Federal Open Market Committee (italiano Comitato federale del mercato aperto, FOMC) è un organismo della Federal Reserve incaricato di sorvegliare le operazioni di mercato aperto negli Stati Uniti e ne è il principale strumento di politica monetaria. Il FOMC regola la politica monetaria specificando l’obiettivo a breve termine ovvero decidendo il ‘federal funds rate’, ovvero livello dei tassi d’interesse negli USA.

Janet Yellen è un’economista e docente di economia, all’epoca VicePresidente del Comitato del Governatori della Federal Reserve. Come è noto, Tim Geithner, che all’epoca era anch’egli membro dell’organismo in quanto Governatore della potentissima sezione di New York della Fed, è poi diventato Segretario al Tesoro con Obama.

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[2] Il fondo Long Term Capital Management (LTCM) era un fondo speculativo nel cui board figuravano grandi protagonisti del mondo economico.

Fu istituito nel 1994 da Meriwether e il suo team proveniente dalla Salomon Brothers e si basò sui modelli matematici creati dai premi Nobel Robert C. Merton e Myron Scholes. Compiva, perlopiù, operazioni di arbitraggio economico.

Vi lavorarono anche Eric Rosenfeld, Greg Hawkins, Larry Hilibrand, William Krasker, Dick Leahy, Victor Haghani, James McEntee, Robert Shustak, David W. Mullins Jr..

Possedeva un capitale gestito di 4 miliardi di dollari ma, tramite leve finanziarie molto ampie, operò con esposizioni in alcuni casi sino a 1200 miliardi di dollari. Nei primi anni riuscì a produrre rendimenti netti annui di circa il 40% .

Numerosi erano i gestori che replicavano le strategie di investimento di LTCM, col risultato che alcuni errori commessi dal fondo sono stati effettuati anche da chi utilizzava le medesime strategie. Tutto questo, unitamente alla crisi della Russia e al grande utilizzo della leva finanziaria da parte di LTCM, ha reso il suo collasso drammatico, richiedendo, nel 1998, l’intervento diretto della Federal reserve a sostegno, al fine di evitare il peggio (Wikipedia)

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