Blog di Krugman

Diseguaglianza e ripresa (20 gennaio 2013)

 

January 20, 2013, 12:49 pm

Inequality and Recovery

Joe Stiglitz has an Opinionator piece arguing that inequality is a big factor in our slow recovery. Joe is an insanely great economist, so everything he says should be taken seriously. And given my political views and general concerns about inequality, I’d like to agree.

But — you knew there was a “but” coming — I’ve thought about these issues a lot, and haven’t been able to persuade myself that this particular morality tale is right.

It’s worth noting that two of Joe’s four points aren’t really about the current recovery. He argues that high inequality is causing huge waste of human talent, because the poor and increasingly the middle class lack access to good education; and I agree. He also argues that inequality fosters financial crisis, and I agree with that too.

But we’re talking about the financial crisis aftermath, not the crisis itself. What role does inequality play?

 

First, Joe offers a version of the “underconsumption” hypothesis, basically that the rich spend too little of their income. This hypothesis has a long history — but it also has well-known theoretical and empirical problems.

 

 

It’s true that at any given point in time the rich have much higher savings rates than the poor. Since Milton Friedman, however, we’ve know that this fact is to an important degree a sort of statistical illusion. Consumer spending tends to reflect expected income over an extended period. If you take a sample of people with high incomes, you will disproportionally include people who are having an especially good year, and will therefore be saving a lot; correspondingly, a sample of people with low incomes will include many having a particularly bad year, and hence living off savings. So the cross-sectional evidence on saving doesn’t tell you that a sustained higher concentration of incomes at the top will lead to higher savings; it really tells you nothing at all about what will happen.

So you turn to the data. We all know that personal saving dropped as inequality rose; but maybe the rich were in effect having corporations save on their behalf. So look at overall private saving as a share of GDP:

 

The trend before the crisis was down, not up — and that surge with the crisis clearly wasn’t driven by a surge in inequality.

So am I saying that you can have full employment based on purchases of yachts, luxury cars, and the services of personal trainers and celebrity chefs? Well, yes. You don’t have to like it, but economics is not a morality play, and I’ve yet to see a macroeconomic argument about why it isn’t possible.

Joe also argues that high income inequality depresses tax receipts, fueling fiscal fears. Again, I have trouble with this point: our tax system isn’t as progressive as it should be, but it is at least mildly progressive even when you take state and local taxes into account. So I don’t know where this is coming from.

I wish I could sign on to this thesis, and I’d be politically very comfortable if I could. But I can’t see how this works.

 

Diseguaglianza e ripresa

 

Joe Stiglitz pubblica un pezzo sulle pagine dei commenti (del New York Times) sostenendo che l’ineguaglianza è un grande fattore di rallentamento della nostra ripresa. Joe è un incredibile grande economista, e tutte le cose che dice vanno prese sul serio. E date le mie opinioni politiche e le mie generali preoccupazioni sull’ineguaglianza, mi piacerebbe essere d’accordo.

Ma – lo sapevate che c’era un “ma” in arrivo – ho riflettuto a lungo su questi temi, e non sono stato capace di convincermi che questa specie di racconto edificante sia corretto.

E’ degno di nota che due dei quattro argomenti di Joe non hanno a che fare con la ripresa attuale. Egli sostiene che la elevata ineguaglianza sta provocando un grande spreco di talenti umani, perché i poveri ed in modo crescente le classi medie sono private dell’accesso ad una buona istruzione; ed io sono d’accordo. Sostiene anche che l’ineguaglianza favorisce le crisi finanziarie, e sono d’accordo anche su questo.

Ma noi stiamo parlando delle conseguenze della crisi finanziaria, non della crisi stessa. Quale ruolo giocano le ineguaglianze?

In primo luogo, Joe offre una versione della ipotesi del “sottoconsumo”, fondamentalmente che i ricchi spendono troppo poco dei loro redditi. Questa ipotesi ha una lunga storia – ma ha anche ben noti problemi teorici ed empirici.

E’ vero che in ogni momento i ricchi hanno tassi di risparmio più elevati dei poveri. A partire da Milton Friedman, tuttavia, noi sappiamo che questo fatto è in una buona misura una illusione statistica. Le spese di consumo tendono a riflettere i reddito atteso in un lungo periodo. Se si prende un esempio di persone con alti redditi, si includeranno in modo non proporzionale persone che hanno in corso un anno particolarmente buono, e che di conseguenza risparmieranno molto; in proporzione, un esempio di persone con bassi redditi includerà molti che hanno un anno particolarmente cattivo, e che di conseguenza vivono di risparmi. Dunque, un esempio che tagli trasversalmente i risparmi non vi dice che una concentrazione maggiore di redditi elevati vi porterà a risparmi più elevati; in effetti non vi dice proprio niente su cosa accadrà.

Rivolgiamoci dunque ai dati.  Tutti sanno che il risparmio personale cala quando l’ineguaglianza cresce; ma può darsi che i ricchi avessero sul loro conto risparmi di impresa. Si guardi, dunque, al risparmio complessivo privato come quota del PIL:

Il trend prima della crisi era in calo, non in crescita – e quel picco con la crisi chiaramente non era provocato da una crescita dell’ineguaglianza.

Sto dunque dicendo che si può avere una piena occupazione basata sull’acquisto di yachts, di macchine di lusso e dei servizi di allenatori privati e di cuochi rinomati? Ebbene, si. Non che vi debba piacere, l’economia non è un esercizio di moralità, ma io devo ancora vedere un argomento di teoria economica che dimostri che ciò non è possibile.

Joe sostiene anche che l’ineguaglianza degli alti redditi deprime le entrate fiscali, alimentando paure sugli equilibri finanziari pubblici. Ho di nuovo qualche problema con questa tesi: il nostro sistema fiscale non è progressivo come dovrebbe essere, ma quando si mettano nel conto le tasse degli Stati e delle comunità locali è almeno leggermente progressivo. Dunque non capisco da dove questo argomento venga fuori.

Vorrei poter consentire con questa tesi, e sarebbe politicamente assai confortevole se potessi. Ma non vedo come funzioni.

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"