January 11, 2013, 9:00 am
Guess whose state budget crisis seems to be over?
As best I understand it, what’s going on in CA is a microcosm (a pretty big microcosm, actually — maybe more of a mesocosm or something?) of what’s going on at the national level. A severely depressed economy led to big deficits, because tax receipts are strongly affected by the state of the economy — indeed, are almost certainly much more cyclical than they used to be.
In response to those deficits, there was a lot of spending reduction plus some more modest efforts to increase revenue. And now that we have the beginnings of real recovery, it’s turning out that those efforts were enough to remove much if not all of the “structural”, as opposed to recession-driven, deficit.
As this reality becomes more obvious, the deficit scolds will of course go wild. They have staked their careers on crusading against supposedly intractable deficits, and they have their hearts (and more important, their wallets) set on exploiting the alleged fiscal crisis to dismantle social insurance programs. Good news will be a blow to everything they want, and will be furiously and vigorously denied.
But once again: deficits are receding as an issue before our eyes.
La California in surplus
Indovinate in quale Stato la crisi di bilancio sembra essere superata?
Per quanto posso capire, quello che sta accadendo in California è un microcosmo (in effetti un microcosmo abbastanza grande – forse più di un ‘mediocosmo’ o qualcosa del genere?) di quello che sta succedendo a livello nazionale. Una economia severamente depressa ha portato a grandi deficit, perché le entrate fiscali sono fortemente influenzate dallo stato dell’economia – in effetti, sono quasi con certezza assai più cicliche di quello che erano di solito.
In risposta a quei deficit, c’è stata una quantità di riduzione delle spesa in aggiunta a qualche sforzo modesto di aumento delle entrate. Ed ora che siamo agli inizi di una vera ripresa, si scopre che quegli sforzi sono stati sufficienti e rimuovere gran parte se non tutto il deficit “strutturale”, nella sua distinzione da quello guidato dalla recessione.
Quando questa realtà diventerà evidente, gli allarmisti dei deficit andranno fuori di testa. Hanno basato le loro carriere sulla crociata contro deficit immaginati ingestibili, ed hanno messo i loro cuori (e, più importante, i loro portafogli) al servizio dello smantellamento dei programmi della sicurezza sociale, sfruttando la pretesa crisi fiscale. Le buone notizie saranno un colpo su tutto quello che desiderano, e diventeranno furiosi e negheranno con vigore.
Ma una volta ancora: dinanzi ai nostri occhi, i deficit stanno svanendo come problema.
By mm
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