January 23, 2013, 11:32 am
Martin Wolf has a piece in today’s FT making the case that (shock!) the deficit is not America’s biggest problem, or indeed a problem at all right now. His case is pretty much the same one I’ve been making; also, unlike Larry Summers yesterday, his piece doesn’t blur its point by starting with an extended exercise in dutiful deficit-bashing.
Wolf also puts this in the context of what has been happening to the private sector. As he says, the collapse of the housing bubble and a sharp rise in saving (due both to wealth destruction and to deleveraging) has led to a sharp movement from financial deficit to financial surplus in the private sector. Those who claim to be deeply upset about public sector deficits should be asked, what would have happened, given this attempt by the private sector to move into surplus, if the public sector had tried to stay in balance. Can you say Second Great Depression?
Meanwhile, via Mark Thoma I see that Robert Waldmann and Karl Smith have also gotten into the “what spending surge?” debate. Actually, here’s what may be the simplest way to see things. Here is total government spending (federal, state, and local) since 2000 on a log scale, so that a constant slope means a constant rate of growth. See the spending surge under Obama? Well, actually the reverse.
Yes, you can argue that spending was growing too fast under Bush, although it’s funny how few deficit scolds saw fit to mention that at the time. Or you can say that you just want less spending, although as always people who say this tend to be short on specifics. But the narrative that says that spending has surged under Obama is just wrong – what we’ve actually seen is a slowdown at exactly the time when, for macroeconomic reasons, we should have been spending more.
Update: Someone is going to claim that I cheated by looking at overall government spending, as opposed to Federal. Actually, no, not if you’re trying to confront claims about “big government” in general. But anyway, here’s the same chart for federal only:
You can see a bit of an acceleration early on in the crisis, reflecting unemployment benefits and food stamps. But since then, a flattening. Still nothing you would call a surge.
Martin Wolf, l’ hippie
Martin Wolf ha un articolo sul Financial Times di oggi nel quale si avanza l’argomento (scioccante!) secondo il quale non è il deficit i problema più grande dell’America, per non dire che esso oggi non è affatto un problema. Questa tesi è più o meno la stessa che io vengo sostenendo; inoltre, diversamente da Larry Summers ieri, il suo articolo non confonde la sua tesi prendendo le mosse da un esercizio di doveroso peana sui pericoli del deficit.
Wolf, peraltro, inserisce quel tema nel contesto di quello che sta succedendo nel settore privato. Come egli dice, il collasso della bolla immobiliare e la brusca crescita dei risparmi (dovuti sia a distruzione di ricchezza che alla diminuzione dell’indebitamento) ha portato ad un brusco spostamento da un deficit ad un surplus finanziario nel settore privato. Coloro che sostengono di essere profondamente turbati dai deficit del settore pubblico dovrebbero chiedersi cosa sarebbe potuto succedere, dato questo sforzo di spostarsi in surplus da parte del settore privato, se il settore pubblico avesse cercato di stare in equilibrio. Si può dire una seconda Grande Depressione?
Nel frattempo, tramite Mark Thoma, vedo che anche Robert Waldman e Karl Smith sono intervenuti nel dibattito “quale spesa è cresciuta?”. In effetti, ecco quello che può essere il modo più semplice di dire le cose. Qua sotto la spesa totale governativa (federale, statale e locale) dal 200 su una scala logaritmica, in modo che una inclinazione costante significa una tasso di crescita costante. Vedete la crescita della spesa pubblica sotto Obama? Ebbene, effettivamente si vede l’opposto.
E’ vero, si può sostenere che la spesa stesse crescendo troppo velocemente sotto Bush, sebbene sia buffo quanti pochi allarmisti del deficit ritenessero opportuno ricordarlo a quel tempo. Oppure si può dire che semplicemente si vuole spendere di meno, quantunque come sempre le persone che lo dicono tendano ad essere parche di spiegazioni. Ma il racconto secondo il quale la spesa pubblica sotto Obama è cresciuta è del tutto errato – quello che effettivamente abbiamo visto è stata una diminuzione, esattamente nel momento in cui, per ragioni macroeconomiche, dovremmo aver speso maggiormente.
Aggiornamento: qualcuno si è spinto a sostenere che io abbia ingannato osservando soltanto la spesa complessiva dello Stato, al posto della sola spesa federale. Effettivamente non è così, non se state cercando di confrontare gli argomenti sul “Grande Governo” in generale [1]. Ma il ogni caso, ecco lo stesso diagramma riferito soltanto alla spesa Federale:
Potete notare un po’ di accelerazione nella fase iniziale della crisi, che riflette i sussidi di disoccupazione è gli aiuti alimentari. Ma da quel momento, un appiattimento. Niente che possiate ancora definire una crescita.
[1] Ovvero: se si sta polemizzando contro una politica economica che usa la spesa pubblica in funzione anticiclica – una strategia economica keynesiana, o newdealista, tipica delle concezioni politiche del forte intervento statale o del “grande Governo” – tanto vale riferirsi alla spesa pubblica nel suo complesso.
By mm
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