Coins Against Crazies
By PAUL KRUGMAN
Published: January 10, 2013
So, have you heard the one about the trillion-dollar coin? It may sound like a joke. But if we aren’t ready to mint that coin or take some equivalent action, the joke will be on us — and a very sick joke it will be, too.
Let’s talk for a minute about the vile absurdity of the debt-ceiling confrontation.
Under the Constitution, fiscal decisions rest with Congress, which passes laws specifying tax rates and establishing spending programs. If the revenue brought in by those legally established tax rates falls short of the costs of those legally established programs, the Treasury Department normally borrows the difference.
Lately, revenue has fallen far short of spending, mainly because of the depressed state of the economy. If you don’t like this, there’s a simple remedy: demand that Congress raise taxes or cut back on spending. And if you’re frustrated by Congress’s failure to act, well, democracy means that you can’t always get what you want.
Where does the debt ceiling fit into all this? Actually, it doesn’t. Since Congress already determines revenue and spending, and hence the amount the Treasury needs to borrow, we shouldn’t need another vote empowering that borrowing. But for historical reasons any increase in federal debt must be approved by yet another vote. And now Republicans in the House are threatening to deny that approval unless President Obama makes major policy concessions.
It’s crucial to understand three things about this situation. First, raising the debt ceiling wouldn’t grant the president any new powers; every dollar he spent would still have to be approved by Congress. Second, if the debt ceiling isn’t raised, the president will be forced to break the law, one way or another; either he borrows funds in defiance of Congress, or he fails to spend money Congress has told him to spend.
Finally, just consider the vileness of that G.O.P. threat. If we were to hit the debt ceiling, the U.S. government would end up defaulting on many of its obligations. This would have disastrous effects on financial markets, the economy, and our standing in the world. Yet Republicans are threatening to trigger this disaster unless they get spending cuts that they weren’t able to enact through normal, Constitutional means.
Republicans go wild at this analogy, but it’s unavoidable. This is exactly like someone walking into a crowded room, announcing that he has a bomb strapped to his chest, and threatening to set that bomb off unless his demands are met.
Which brings us to the coin.
As it happens, an obscure legal clause grants the secretary of the Treasury the right to mint and issue platinum coins in any quantity or denomination he chooses. Such coins were, of course, intended to be collectors’ items, struck to commemorate special occasions. But the law is the law — and it offers a simple if strange way out of the crisis.
Here’s how it would work: The Treasury would mint a platinum coin with a face value of $1 trillion (or many coins with smaller values; it doesn’t really matter). This coin would immediately be deposited at the Federal Reserve, which would credit the sum to the government’s account. And the government could then write checks against that account, continuing normal operations without issuing new debt.
In case you’re wondering, no, this wouldn’t be an inflationary exercise in printing money. Aside from the fact that printing money isn’t inflationary under current conditions, the Fed could and would offset the Treasury’s cash withdrawals by selling other assets or borrowing more from banks, so that in reality the U.S. government as a whole (which includes the Fed) would continue to engage in normal borrowing. Basically, this would just be an accounting trick, but that’s a good thing. The debt ceiling is a case of accounting nonsense gone malignant; using an accounting trick to negate it is entirely appropriate.
But wouldn’t the coin trick be undignified? Yes, it would — but better to look slightly silly than to let a financial and Constitutional crisis explode.
Now, the platinum coin may not be the only option. Maybe the president can simply declare that as he understands the Constitution, his duty to carry out Congressional mandates on taxes and spending takes priority over the debt ceiling. Or he might be able to finance government operations by issuing coupons that look like debt and act like debt but that, he insists, aren’t debt and, therefore, don’t count against the ceiling.
Or, best of all, there might be enough sane Republicans that the party will blink and stop making destructive threats.
Unless this last possibility materializes, however, it’s the president’s duty to do whatever it takes, no matter how offbeat or silly it may sound, to defuse this hostage situation. Mint that coin!
Monete contro le follie, di Paul Krugman
New York Times 10 gennaio 2013
Dunque, avete sentito quella della moneta da mille miliardi di dollari? Può sembrare uno scherzo. Ma se non siamo pronti a coniare quella moneta o a prendere qualche iniziativa equivalente, lo scherzo toccherà a noi – e sarà un gran brutto scherzo, per giunta.
Consentitemi di ragionare un attimo della ignobile assurdità dello scontro sul tetto del debito.
Sulla base della Costituzione, le decisioni di finanza pubblica appartengono al Congresso, che approva leggi che determinano le aliquote fiscali e stabiliscono i programmi della spesa. Se le entrate provocate da queste aliquote fiscali determinate per legge non coprono i costi dei programmi decisi per legge, il Dipartimento del Tesoro normalmente prende a prestito la differenza.
Di recente, le entrate non hanno coperto le spese, principalmente a causa dello stato depresso dell’economia. Se questo non vi piace, c’è un rimedio semplice: chiedete che il Congresso aumenti le tasse o riduca le spese. E se siete delusi dal fatto che il Congresso non riesce a farlo, il senso dell democrazia è che non potete avere sempre quello che vi pare.
Cosa c’entra con tutto questo il tetto del debito? In effetti non c’entra. Dal momento che il Congresso già determina entrate e spese, e di conseguenza la quantità di indebitamento che occorre al Tesoro, non dovremmo avere un’altra votazione che autorizza a quell’indebitamento. Ma per ragioni che appartengono alla storia ogni aumento del debito federale deve essere approvato con una ulteriore votazione. Ed ora i Repubblicani alla Camera stanno minacciando di negare quella autorizzazione se il Presidente Obama non decide importanti concessioni politiche.
Rispetto a questa situazione, è fondamentale comprendere tre cose. La prima, elevare il tetto del debito non assicurerebbe al Presidente alcun nuovo potere; ogni dollaro che lui spende dovrebbe ancora essere approvato dal Congresso. La seconda, se il tetto del debito non viene innalzato, il Presidente sarà costretto in un modo o nell’altro a violare la legge; sia che egli si indebiti ribellandosi al Congresso, sia che rifiuti di spendere soldi che il Congresso gli ha detto di spendere.
Infine, si consideri semplicemente quanto sia abietta quella minaccia del Partito Repubblicano. Se dovessimo andare a sbattere sul tetto del debito, il Governo degli Stati Uniti finirebbe con l’andare in default su molti suoi obblighi. Questo avrebbe effetti disastrosi sui mercati finanziari, sull’economia e sulla nostra situazione nel mondo. Tuttavia i Repubblicani stanno minacciando di innescare questo disastro se non ottengono quei tagli alla spesa che non sono capaci di deliberare attraverso le normali procedure costituzionali.
I repubblicani vanno fuori di testa per questo paragone, ma esso è inevitabile. E’ esattamente come se qualcuno passeggiasse in una stanza affollata, annunciando di avere una bomba legata sul petto, e minacciasse di farla esplodere se le sue richieste non vengono accolte.
La qualcosa ci porta alla faccenda della moneta.
Si dà il caso che una oscura clausola di legge dia al Segretario al Tesoro il diritto di coniare e mettere in circolazione monete di platino nelle quantità e denominazioni che più gli aggradano. Quelle monete erano, naturalmente, state pensate come articoli da collezione, da battere in commemorazione di occasioni particolari. Ma la legge è legge – ed offre un modo semplice ancorché singolare per venir fuori dalla crisi.
Ecco come funzionerebbe: il Tesoro conierebbe una moneta di platino con un valore nominale di mille miliardi di dollari (oppure più monete di valori inferiori, questo effettivamente non conta). Questa moneta sarebbe immediatamente depositata presso la Federal Reserve, che accrediterebbe la somma sul conto del Governo. A quel punto il Governo potrebbe emettere assegni a fronte di quel credito, continuando le normali operazioni senza emettere nuove obbligazioni sul debito.
Nel caso ve lo stiate chiedendo, no, questo non sarebbe un esercizio inflazionistico di stampare soldi. A parte il fatto che stampare soldi nelle condizioni attuali non è inflazionistico, la Fed potrebbe e dovrebbe bilanciare i prelievi di cassa del Tesoro con la vendita di altri assets oppure con maggiore indebitamento dalle banche, cosicché nella realtà il Governo degli Stati Uniti nel suo complesso (del quale la Fed fa parte) continuerebbe ad essere impegnato in un normale indebitamento. Sarebbe fondamentalmente un trucco contabile, ma sarebbe una buona cosa. Il tetto sul debito è un caso di idiozia contabile con effetti maligni; utilizzare un trucco contabile per impedirla sarebbe del tutto appropriato.
Ma quel trucco della moneta non sarebbe indecoroso? Si, lo sarebbe – ma è meglio sembrare un po’ sciocchi che consentire l’esplosione di una crisi finanziaria e costituzionale.
Ora, la moneta di platino può non essere l’unica opzione. Forse il Presidente potrebbe semplicemente dichiarare che per come egli intende la Costituzione, il suo dovere di ottemperare ai mandati del Congresso in materia di tasse e di spesa pubblica sono prioritari sul tetto del debito. Oppure potrebbe mettersi nelle condizioni di finanziare le operazioni del Governo con l’emissione di coupons che assomigliano a titoli sul debito e funzionano come titoli sul debito ma, dovrebbe chiarire, non sono titoli sul debito e, di conseguenza, non hanno effetto sul tetto.
Oppure, meglio ancora, potrebbero esserci abbastanza repubblicani sani di mente, di modo che il Partito strizzi gli occhi e la smetta con le sue minacce distruttive.
Se quest’ultima possibilità non si avverasse, tuttavia, dovere del Presidente è fare ogni cosa è in suo potere, non importa quanto eccentrica o sciocca possa apparire, per disinnescare quel ricatto. Coni quella moneta!
By mm
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