Blog di Krugman

Tim Geithner ha torto (24 gennaio 2013)

 

January 24, 2013, 2:46 pm

Tim Geithner Is Wrong

But he’s right, too.

He has a very interesting interview with Liaquat Ahamed; I was struck by what he says about the fiscal outlook:

 

TG: There’s something strange about the debate today. The magnitude of additional deficit reduction – revenue increases or spending cuts – that you need to lock in in order to achieve fiscal sustainability is pretty modest. By most accounting, because of what we’ve already done on the spending side and tax side, we have to find another ¾ of 1 percent of GDP of policy measures. And if we did that, that would achieve the economist test of sustainability, meaning it would get the deficit down to a modest primary surplus so the debt would start falling as a share of GDP.

 

 

That’s basically consistent with the CBPP analysis: 3/4 of a percent over the next decade is around $1.5 trillion. It’s important to note that this same analysis suggests that it’s not a disaster if we don’t take any more deficit-reduction steps: instead of stabilizing the debt at around 73 percent of GDP, it rises to around 80 percent, which isn’t great but isn’t cause for panic.

Where Geithner goes wrong is in suggesting that since what should be done over the next decade is fairly modest, we ought to be able to get bipartisan agreement. I don’t know if he really believes this or just feels that it’s what he has to say, but nobody who has actually been paying attention can take this seriously.

To say what should be obvious: Republicans don’t care about the deficit. They care about exploiting the deficit to pursue their goal of dismantling the social insurance system. They want a fiscal crisis; they need it; they’re enjoying it. I mean, how is “starve the beast” supposed to work? Precisely by creating a fiscal crisis, giving you an excuse to slash Social Security and Medicare.

The idea that they’re going to cheerfully accept a deal that will take the current deficit off the table as a scare story without doing major damage to the key social insurance programs, and then have a philosophical discussion about how we might change those programs over the longer term, is pure fantasy. That would amount to an admission of defeat on their part.

Now, maybe we will get that admission of defeat. But that’s what it will be — not a Grand Bargain between the parties, acting together in the nation’s interest.

 

Tim Geithner ha torto

 

Ma ha anche ragione.

Ha concesso una intervista molto interessante con Liaquat Ahamed; io sono rimasto molto sorpreso per quanto ha detto sulle prospettive della finanza pubblica.

TG “C’è qualcosa di strano nel dibattito odierno. La dimensione della riduzione aggiuntiva del deficit – incrementi di entrate o tagli di spese – di cui c’è bisogno per mettere i conti in ordine allo scopo di ottenere la sostenibilità delle finanze pubbliche è abbastanza modesta. Secondo gran parte delle stime, a causa di quello che abbiamo già fatto sul lato della spesa pubblica e su quello delle tasse, dobbiamo trovare ulteriori misure politiche pari a ¾ di un punto percentuale di PIL. E se noi lo facessimo, equivarrebbe a superare il test di sostenibilità degli economisti, nel senso che otterremmo di abbassare il deficit sino ad un modesto avanzo primario, cosicché il debito comincerebbe a scendere come percentuale del PIL”.

Questo è fondamentalmente coerente con l’analisi del Center on Budget and Policy Priorities: tre quarti di un punto nel prossimo decennio sono circa 1.500 miliardi di dollari. E’ importante notare che la stessa analisi suggerisce che non sarà un disastro se non faremo alcun altro passo di riduzione del deficit: invece di stabilizzare il debito al 73 per cento del PIL, esso salirebbe a circa l’80 per cento; che non sarebbe un gran risultato ma non provocherebbe alcun panico.

Dove Geithner sbaglia è quando suggerisce che dal momento che quello che dovrebbe essere fatto nel prossimo decennio è relativamente modesto, dovremmo essere capaci di un accordo bipartisan. Io non so se egli effettivamente lo creda o se semplicemente senta di doverlo dire, ma nessuno che stia effettivamente facendo attenzione può prenderlo sul serio.

Diciamo quello che dovrebbe essere ovvio: i Repubblicani non si preoccupano del deficit. Essi si preoccupano di sfruttare il deficit per perseguire il loro scopo dello smantellamento del sistema della sicurezza sociale. Essi vogliono una crisi della finanza pubblica; ne hanno bisogno; ci provano piacere. Voglio dire, come pensate che funzioni la strategia dell’ “affamare la bestia”? Precisamente creando una crisi della finanza pubblica, provocando una scusa per dare una taglio alla Previdenza Sociale ed a Medicare.

L’idea che possano indirizzarsi allegramente ad accettare un accordo che toglierà di mezzo la storiella spaventosa del deficit attuale senza fare danni importanti ai programmi chiave della sicurezza sociale, per poi avere una discussione filosofica su come cambiare quei programmi nel più lungo termine, è pura fantasia. Da parte loro, corrisponderebbe ad una ammissione di sconfitta.

Ora, può darsi che avremo quella ammissione di sconfitta. Ma questo è quanto accadrà – non una Grande Intesa tra i Partiti, che agiscono assieme nell’interesse della nazione.

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