January 15, 2013, 9:10 am
Steve Randy Waldman replies reasonably to my post about the currency domination of the monetary base. But I think we’re still having a failure to communicate.
What Waldman is now saying is that in the future the Fed will manage monetary policy by varying the interest rate it pays on reserves rather than the size of the conventionally measured monetary base. That’s possible, although I don’t quite see why. But in his original post he argued that under such a regime “Cash and (short-term) government debt will continue to be near-perfect substitutes”.
Well, no — not if by “cash” you mean, or at least include, currency — which is the great bulk of the monetary base in normal times.
But this could come across as word games. I think the way to get at the substance is to ask the question that set this discussion off: what happens if the US government issues a trillion-dollar coin to pay its bills?
Everyone sensible (a group containing nobody on the political right) agrees that right now it makes no difference: financing the government by selling T-bills with zero yield, and financing it by making a deposit at the Fed, which either adds to the monetary base or sells some of its zero-yield assets, has, um, zero implication for anything except some peoples’ blood pressure.
But what happens if and when the economy recovers, and market interest rates rise off the floor?
There are several possibilities:
1. The Treasury redeems the coin, which it does by borrowing a trillion dollars.
2. The coin stays at the Fed, but the Fed sterilizes any impact on the economy, either by (a) selling off assets or (b) raising the interest rate it pays on bank reserves
3. The Fed simply expands the monetary base to match the value of the coin, an expansion that mainly ends up in the form of currency, without taking offsetting measures to sterilize the effect.
What Waldman is saying is that he believes that the actual outcome would be 2(b). And I think he’s implying that there’s really no difference between 2(b) and 3.
But that’s not right either in economic or in fiscal terms. Option 3 would be inflationary; on the other hand, it would not lead to any increase in government debt. Option 2(b) would not be inflationary — but it would affect the federal budget. Why? Because the Fed’s additional interest payments would reduce the amount it can remit to the Treasury.
In fact, the effects of option 2(b) would be identical, both for the economy and for the federal government’s cash flow, to option 1. Either way, the budget deficit would be enlarged by the payment of interest on $1 trillion of borrowing. In that sense, the Treasury will have redeemed the coin, for practical purposes, even if it never redeems the coin.
The bottom line, as I see it, is that the Fed’s new policy of paying interest on reserves makes much less difference than some people think. Short-term debt and currency are still not at all the same thing, and this is what matters.
Tutta la nostra base monetaria ci appartiene (ancora per esperti)
Steve Randy Waldman replica con ragionevolezza a proposito del dominio della valuta corrente sulla base monetaria. Ma io penso che continuiamo ad avere un difetto di comunicazione.
Quello che Waldman sta ora dicendo è che nel futuro la Fed gestirà la politica monetaria modificando il tasso di interesse che paga sulle riserve piuttosto che la dimensione convenzionalmente calcolata della base monetaria. E’ possibile, sebbene io non veda in modo chiaro perché. Ma nel suo post originario egli sosteneva che sotto un regime del genere “Il contante e il debito governativo (a breve termine) continueranno ad essere sostituti quasi perfetti”.
Ebbene, no – no se per “contante” si intende, o almeno si include, la valuta – che in tempi normali è la parte più grande della base monetaria.
Ma questo potrebbe essere percepito come un gioco di parole. Penso che il modo di andare alla sostanza sia porsi la domanda che ha dato avvio a questo dibattito: cosa accade se il Governo degli Stati Uniti emette una moneta da un migliaio di miliardi di dollari per pagare i suoi conti?
Ogni persona sensata (gruppo che non contiene nessuno della destra) concorda che in questo momento questo non fa alcuna differenza: finanziare il Governo vendendo buoni del Tesoro con rendimenti zero, o finanziarlo aprendo un deposito presso la Fed, sia che essa lo aggiunga alla base monetaria sia che metta in vendita alcuni dei suoi assets con rendimenti zero, penso che avrebbe in ogni caso zero implicazioni, ad eccezione della pressione arteriosa di alcuni individui.
Ma cosa accade se è quando l’economia si riprenderà, e i tassi di interesse di mercato, che ora sono al tappeto, si rialzeranno?
Ci sono varie possibilità:
1 – Il Tesoro riscatta l’emissione della moneta (da mille miliardi di dollari), cosa cha fa indebitandosi per pari cifra;
2- La moneta resta alla Fed, ma la Fed ne sterilizza ogni impatto sull’economia, sia (a) vendendo assets che (b) alzando i tassi di interesse sulle riserve bancarie.
3 – La Fed semplicemente espande la base monetaria in modo da pareggiare il valore della moneta emessa, una espansione che principalmente finirebbe col prendere la forma di valuta, senza prendere misure riequilibratici per sterilizzare l’effetto.
Quello che Waldman sta dicendo è che egli crede che il risultato effettivo sarebbe il 2b. Ed io penso che egli dia per implicito che non ci sia realmente alcuna differenza tra il 2b ed il 3.
Ma quello non è giusto sia in termini economici che di finanza pubblica. L’opzione 3 sarebbe inflazionistica; d’altra parte essa non aumenterebbe in alcun modo il debito governativo. L’opzione 2b non sarebbe inflazionistica – ma produrrebbe un effetto sul bilancio federale. Perché? Perché il pagamento di interessi aggiuntivi da parte della Fed ridurrebbe il finanziamento che essa potrebbe rimettere al Tesoro.
Di fatto, gli effetti della opzione 2b sarebbero identici, sia per l’economia che per i flussi di cassa del Governo federale, a quelli della opzione 1. In ogni modo il deficit di bilancio sarebbe ampliato del pagamento degli interessi su un prestito di mille miliardi di dollari. Da quel punto di vista, in pratica, il Tesoro avrà riscattato la moneta emessa, pur non riscattandola mai.
La morale della favola, per come la vedo io, è che la nuova politica della Fed del pagare gli interessi sulle riserve non fa tutta quella differenza che molte persone credono. Il debito a breve termine e la valuta corrente non sono ancora affatto la stessa cosa, e questo è quello che conta.
By mm
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