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La fazione dell’ignoranza (New York Times 10 febbraio 2013)

The Ignorance Caucus

By PAUL KRUGMAN
Published: February 10, 2013

 

Last week Eric Cantor, the House majority leader, gave what his office told us would be a major policy speech. And we should be grateful for the heads-up about the speech’s majorness. Otherwise, a read of the speech might have suggested that he was offering nothing more than a meager, warmed-over selection of stale ideas.

 

To be sure, Mr. Cantor tried to sound interested in serious policy discussion. But he didn’t succeed — and that was no accident. For these days his party dislikes the whole idea of applying critical thinking and evidence to policy questions. And no, that’s not a caricature: Last year the Texas G.O.P. explicitly condemned efforts to teach “critical thinking skills,” because, it said, such efforts “have the purpose of challenging the student’s fixed beliefs and undermining parental authority.”

 

And such is the influence of what we might call the ignorance caucus that even when giving a speech intended to demonstrate his openness to new ideas, Mr. Cantor felt obliged to give that caucus a shout-out, calling for a complete end to federal funding of social science research. Because it’s surely a waste of money seeking to understand the society we’re trying to change.

 

Want other examples of the ignorance caucus at work? Start with health care, an area in which Mr. Cantor tried not to sound anti-intellectual; he lavished praise on medical research just before attacking federal support for social science. (By the way, how much money are we talking about? Well, the entire National Science Foundation budget for social and economic sciences amounts to a whopping 0.01 percent of the budget deficit.)

 

But Mr. Cantor’s support for medical research is curiously limited. He’s all for developing new treatments, but he and his colleagues have adamantly opposed “comparative effectiveness research,” which seeks to determine how well such treatments work.

What they fear, of course, is that the people running Medicare and other government programs might use the results of such research to determine what they’re willing to pay for. Instead, they want to turn Medicare into a voucher system and let individuals make decisions about treatment. But even if you think that’s a good idea (it isn’t), how are individuals supposed to make good medical choices if we ensure that they have no idea what health benefits, if any, to expect from their choices?

Still, the desire to perpetuate ignorance on matters medical is nothing compared with the desire to kill climate research, where Mr. Cantor’s colleagues — particularly, as it happens, in his home state of Virginia — have engaged in furious witch hunts against scientists who find evidence they don’t like. True, the state has finally agreed to study the growing risk of coastal flooding; Norfolk is among the American cities most vulnerable to climate change. But Republicans in the State Legislature have specifically prohibited the use of the words “sea-level rise.

 

And there are many other examples, like the way House Republicans tried to suppress a Congressional Research Service report casting doubt on claims about the magical growth effects of tax cuts for the wealthy.

Do actions like this have important effects? Well, consider the agonized discussions of gun policy that followed the Newtown massacre. It would be helpful to these discussions if we had a good grasp of the facts about firearms and violence. But we don’t, because back in the 1990s conservative politicians, acting on behalf of the National Rifle Association, bullied federal agencies into ceasing just about all research into the issue. Willful ignorance matters.

 

 

O.K., at this point the conventions of punditry call for saying something to demonstrate my evenhandedness, something along the lines of “Democrats do it too.” But while Democrats, being human, often read evidence selectively and choose to believe things that make them comfortable, there really isn’t anything equivalent to Republicans’ active hostility to collecting evidence in the first place.

The truth is that America’s partisan divide runs much deeper than even pessimists are usually willing to admit; the parties aren’t just divided on values and policy views, they’re divided over epistemology. One side believes, at least in principle, in letting its policy views be shaped by facts; the other believes in suppressing the facts if they contradict its fixed beliefs.

 

In her parting shot on leaving the State Department, Hillary Clinton said of her Republican critics, “They just will not live in an evidence-based world.” She was referring specifically to the Benghazi controversy, but her point applies much more generally. And for all the talk of reforming and reinventing the G.O.P., the ignorance caucus retains a firm grip on the party’s heart and mind.

La ‘fazione dell’ignoranza’, di Paul Krugman

New York Times 10 febbraio 2013

 

La scorsa settimana Eric Cantor, leader della maggioranza alla Camera, ha offerto quello che il suo ufficio aveva raccomandato come un importante discorso politico. E noi dovremmo essere grati per questa preventiva segnalazione dell’importanza del suo discorso. In altro modo, una lettura del testo avrebbe potuto suggerire che egli non ci stesse offrendo niente di più che una misera e riscaldata selezione di idee stantie.

In verità, il signor Cantor ha cercato di apparire interessato ad un serio dibattito politico. Ma non gli è riuscito – e non è stato un caso. Giacché di questi tempi il suo Partito non vede complessivamente di buon occhio l’idea di ricorrere al pensiero critico e  alle prove dei fatti, nelle questioni della politica. Non si tratta affatto di una caricatura: l’anno scorso il Partito Repubblicano del Texas  condannava i tentativi di far apprendere la “attitudine al pensiero critico”, giacché, diceva, tentativi del genere “si propongono di sfidare le convinzioni acquisite degli studenti e di minare l’autorità dei genitori”.

E tale è l’influenza di quella che potremmo chiamare la ‘fazione dell’ignoranza’ che persino in un discorso che era rivolto a dimostrare l’apertura alle nuove idee, il signor Cantor si è sentito in obbligo di ringraziare pubblicamente quel raggruppamento, che si pronuncia per un completo esaurimento dei fondi federali per le ricerca nelle scienze sociali. Giacché è sicuramente uno spreco di denaro cercare di capire la società che intendiamo cambiare.

Volete altri esempi di come lavora la fazione dell’ignoranza? Partiamo dalla assistenza sanitaria, un settore nel quale Cantor si è sforzato di non apparire antintellettuale: si è profuso in elogi sulla ricerca medica proprio prima di attaccare il sostegno federale alle scienze sociali (per inciso, di quanti soldi stiamo parlando? Ebbene, l’intero bilancio della Fondazione Nazionale della Scienza, per le discipline sociali ed economiche, ammonta ad un fantastico 0,01 per cento del deficit di bilancio).

Ma il sostegno di Cantor alla ricerca medica ha dei limiti curiosi. E’ interamente a favore dello sviluppo dei nuovi trattamenti, ma si è opposto, assieme ai suoi colleghi, alle “ricerche sulla efficacia comparata”, che cercano di determinare se tali trattamenti abbiano buoni risultati.

Quello che temono, ovviamente, è che le persone che gestiscono Medicare ed altri programmi governativi possano usare i risultati di tali ricerche per stabilire quello che hanno intenzione di pagare. Diversamente, essi vogliono trasformare Medicare in un sistema di “buoni” che lasci ai singoli individui le decisioni sui trattamenti. Ma, anche ammesso cha sia una buona idea (e non la è), come si può pensare che le persone singole facciano buone scelte sanitarie se facciamo in modo che non abbiano alcuna idea  di quali benefici alla salute aspettarsi dalle loro scelte?

Ancora, il desiderio di perpetuare l’ignoranza in materia sanitaria è niente al confronto del desiderio di liquidare la ricerca sul clima, laddove i colleghi del signor Cantor – particolarmente, si dà il caso, nello Stato in cui egli risiede della Virginia – sono impegnati in un furiosa caccia alle streghe contro gli scienziati che scoprono le prove che a loro dispiacciono. E’ vero, quello Stato alla fine ha autorizzato lo studio dei rischi crescenti di inondamento delle coste; tre le città americane, Norfolk [1] è la più vulnerabile ai cambiamenti climatici. Ma i Repubblicani hanno specificamente proibito di utilizzare, nella legislazione dello Stato, il termine “innalzamento del livello del mare”.

E ci sono molti altri esempi, come il modo in cui i Repubblicani della Camera hanno cercato di sopprimere un rapporto del Servizio delle ricerche del Congresso che avanzava dubbi sulle tesi relative agli effetti magici degli sgravi fiscali sui più ricchi.

Iniziative del genere producono effetti rilevanti? Ebbene, si considerino le sofferte discussioni sulle scelte in materia di armi personali che hanno seguito il massacro di Newtown. Sarebbe stato di ausilio, in quelle discussioni, se avessimo avuto una buona informazione sui fatti in materia di armi da fuoco e di episodi di violenza. Ma non le abbiamo, perché nei passati anni ’90 gli uomini politici della destra, agendo nell’interesse della National Rifle Association [2], hanno intimidito le agenzie federali a sospendere ogni ricerca su quel tema. L’ignoranza intenzionale è una cosa importante.

E’ vero, a questo punto, secondo le convenzioni degli addetti ai lavori, io sarei chiamato a dimostrare la mia imparzialità, a dire qualcosa come “Anche i Democratici lo fanno”. Ma se i Democratici, in quanto esseri umani, spesso leggono i fatti selettivamente e cercano di credere in cose che fanno loro piacere, non c’è niente di equivalente alla ostilità militante dei Repubblicani al metodo del mettere innanzi a tutto la raccolta dei fatti.

La verità è che il solco delle divisioni dell’America corre molto più in profondità di quanto persino i pessimisti normalmente hanno voglia di riconoscere; i partiti non sono soltanto divisi sui valori e sui punti di vista politici, sono divisi sul metodo della conoscenza. Un parte si ispira, almeno in linea di principio, al consentire che le proprie opinioni siano modellate dai fatti; l’altra crede che quando i fatti contraddicono le proprie radicate opinioni, debbano essere soppressi.

In una stoccata finale al momento del suo addio al Dipartimento di Stato, Hillary Clinton ha detto dei suoi critici repubblicani: “Proprio non hanno intenzione di vivere in un mondo basato sui fatti”. In specifico, si stava riferendo alla controversia su Bengasi, ma è un punto che ha una valenza assai più generale. E con tutto il parlare sul riformare e sul reinventare il Partito Repubblicano, la ‘fazione dell’ignoranza’ mantiene un fermo controllo della testa e del cuore di quel Partito.

 

 



[1] Norfolk è una città autonoma (independent city) degli Stati Uniti d’America, nello stato della Virginia. Con una popolazione di 234.403 abitanti al censimento del 2000, la seconda più grande città della Virginia.

ed feb 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[2]Associazione Nazionale del Fucile”, la potente lobby americani per le armi di uso personale.

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