Blog di Krugman

L’incredibile restringersi del nostro Governo (1 febbraio 2013)

 

February 1, 2013, 7:30 am

Our Incredible Shrinking Government

Most analysts are, rightly, shrugging off the surprise report of an actual decline in 4th quarter GDP. It will probably be revised away, and in any case it’s the result of one-off factors: a drop in inventories and a quirky sharp decline in defense spending.

Still, the report does highlight the role that shrinking government purchases of goods and services are playing in holding the economy back. And yes, I mean shrinking, not just growing more slowly than I’d like. Transfer payments like Medicare and Social Security are rising (although unemployment benefits are falling), but government purchases of stuff — mostly at the state and local level, where the stuff in question includes hiring schoolteachers — has been in fairly rapid decline.

 

Here’s a comparison, using the BEA numbers, of the relevant numbers in the current business cycle and during the Bush-era recession and aftermath:

giu 23 7

 

 

 

 

 

 

 

 

 

By this measure, the era since the Great Recession began has been marked by unprecedented fiscal austerity.

How big a deal is this? Government consumption and investment is about $3 trillion; if it had grown as fast this time as it did in the Bush years, it would be 12 percent, or $360 billion, higher. Given a multiplier of more than one, which is what the IMF among others now thinks reasonable under current conditions, that ends up meaning GDP something like $450 billion higher, which is 3 percent — and an unemployment rate 1.5 points lower.

So fiscal austerity is the difference between where we are now and an unemployment rate not much above 6 percent. It’s a policy disaster.

 

L’incredibile restringersi  del nostro Governo

 

La gran parte degli analisti sta, giustamente, trascurando i rapporto a sorpresa di un effettivo declino del PIL nel quarto trimestre. Esso probabilmente verrà corretto, ed in ogni caso è il risultato di fattori straordinari: una caduta nelle scorte e una particolare brusco declino nelle spese per la difesa.

Eppure, il rapporto illumina per davvero il ruolo che la restrizione degli acquisti di beni e servizi da parte del Governo gioca nel sospingere indietro l’economia. Ed intendo proprio restrizione, non soltanto una crescita più lenta di quanto sarebbe desiderabile. I trasferimenti finanziari di Medicare e della Sicurezza Sociale stanno crescendo (sebbene i sussidi di disoccupazione stiano calando), ma gli acquisti governativi di oggetti  – principalmente al livello degli Stati e degli Enti Locali, dove gli oggetti in questione includono il licenziamento degli insegnanti – hanno visto un declino abbastanza rapido.

Ecco un confronto, usando le statistiche del Bureau of Economic  Analysis, tra i dati rilevanti dell’attuale ciclo economico e quelli della recessione e del suo seguito durante il periodo di Bush [1]:

giu 23 7

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Secondo queste statistiche, il periodo dal momento in cui è iniziata la Grande Recessione è stato segnato da una austerità delle finanze pubbliche senza precedenti.

A quanto ammonta tutto ciò? Per i consumi e gli investimenti del Governo si tratta di circa tremila miliardi di dollari [2]; se questa volta fosse cresciuta altrettanto rapidamente di quanto fece negli anni di Bush, sarebbe del 12 per cento, oppure di 360 miliardi di dollari, più elevata. Dato un moltiplicatore [3] superiore di uno, che è quanto il FMI tra gli altri ora pensa essere ragionevole nelle condizioni attuali, quello finisce con significare un PIL più elevato di qualcosa come 450 miliardi di dollari; che rappresenta un 3 per cento – ed un tasso di disoccupazione di 1,5 punti più basso.

Dunque l’austerità della finanza pubblica costituisce la differenza tra il punto in cui siamo oggi ed un tasso di disoccupazione  non molto superiore al 6 per cento. E’ un disastro politico.



[1] La recessione dell’epoca di Bush è indicata con il termine “recession” (linea blu); quella in corso è indicata con il termine Great Recession” (linea rossa). Il punto di partenza è scelto fissando a 100 il picco più elevato precedente alle due recessioni; la linea delle ascisse misura il tempo in trimestri (e 20 trimestri equivalgono a cinque anni).

[2] Ovvero, questo è il dato assoluto di consumi ed investimenti pubblici (forse su base annuale)).

[3] Per il concetto di ‘moltiplicatore’ vedi le note finali sulla traduzione.

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