February 22, 2013, 10:14 am
Nobody has taught me as much about the euro crisis as Paul De Grauwe, who brought to the fore a crucial point almost everyone was overlooking: the importance of self-fulfilling debt panics in countries that no longer have their own currencies. Now he has a new paper with Yuemei Ji following up on that insight, and offering yet more evidence of the incredible unwisdom of European economic policy.
What De Grauwe and Ji show is that the rush to austerity in Europe largely reflected the surge in sovereign debt spreads after Greece got in trouble; the bigger the spread, the harsher the austerity. But it turned out that the spreads didn’t reflect underlying fiscal fundamentals. De Grauwe had already made that point by comparing the UK with Spain; similar fiscal outlooks, wildly different borrowing costs. Now he has another piece of evidence, the spectacular decline in spreads once the ECB signaled its willingness to buy sovereign debt if necessary, thereby removing fears of a self-fulfilling liquidity crisis.
Meanwhile, all that austerity has taken a terrible toll. De Grauwe and Ji offer us yet another revealing scatterplot, using announced austerity measures in 2011:
But hey, Keynesian economics can’t be right, can it?
And they also show that countries pursuing austerity have by and large seen their debt positions worsen:
But take heart. Olli Rehn of the European Commission, last heard declaring that the big problem with austerity isn’t that it doesn’t work, it’s the fact that economists keep publishing studies showing that it doesn’t work, says that the only thing we have to fear is fear itself:
Mr. Rehn insisted that Europe’s belt-tightening policies were working and would lay the groundwork for a recovery. He said the European economy should expand in 2014, with growth reaching 1.6 percent across the Union and 1.4 percent in the euro area.
“We must stay the course of reform and avoid any loss of momentum, which could undermine the turnaround in confidence that is underway, delaying the needed upswing in growth and job creation,” he said in the statement.
Well, that’s all right, then.
Paul De Grauwe e il Rehn del Terrore
Nessuno mi ha insegnato tanto sulla crisi dell’euro quanto Paul De Grauwe, che ha messo allo scoperto un punto cruciale che quasi tutti stavano sottovalutando: l’importanza dell’auto avverarsi delle crisi di panico da debito nei paesi che non hanno più le loro valute. Esce ora un nuovo saggio assieme a Yuemei Ji che segue quella intuizione ed offre ancora maggiori prove della incredibile dabbenaggine della politica economica europea.
Quello che De Grauwe e Ji mostrano è che la corsa all’austerità in Europa ha rispecchiato ampiamente la crescita degli spreads dei debiti sovrani dopo che la Grecia era finita nei guai; maggiore lo spread, più dura l’austerità. Ma è risultato che gli spread non hanno riflettuto i sottostanti fondamentali delle finanze pubbliche. De Grauwe aveva già avanzato quel punto confrontando l’Inghilterra con la Spagna; prospettive simili della finanza pubblica, costi di indebitamento enormemente diversi. Ora egli scrive su un’altra testimonianza, il declino spettacolare degli spreads una volta che la BCE segnalò la sua volontà di acquistare se necessario debiti sovrani, in tal modo rimuovendo le paure di crisi di liquidità che si autoavverano.
Nel frattempo, tutta quella austerità ha provocato una ecatombe terribile. De Grauwe e Ji ci offrono un altro grafico a dispersione, utilizzando le misure annunciate di austerità del 2011 [1]:
Ma attenti, l’economia keynesiana non può essere giusta, è chiaro?
Essi mostrano anche, inoltre, che i paesi che hanno perseguito politiche di austerità hanno in linea generale visto peggiorare le loro condizioni di debito:
Ma rincuoratevi. Olli Rehn, della Commissione Europea, dichiarando di recente che il grande problema con l’austerità non è che non funziona, è piuttosto che gli economisti continuano a pubblicare studi che mostrano che non funziona, ha detto che l’unica cosa di cui si deve avere paura è la paura stessa:
Il signor Rehn ha ribadito che le politiche restrittive dell’Europa stanno funzionando e mettono le fondamenta per una ripresa. Egli ha detto che l’economia europea dovrebbe espandersi nel 2014, con una crescita che raggiungerà l’1,6 per cento nell’Unione e l’1,4 per cento nell’area euro.
“Dobbiamo mantenere la rotta ed evitare ogni perdita di concentrazione, che potrebbe minare la svolta di fiducia che è in atto, rinviando la necessaria ripresa della crescita e della creazione dei posti di lavoro” ha detto nel suo discorso.
Ebbene, è tutto a posto, dunque.
[1] Sulle ascisse si trova la misurazione delle “dosi” di austerità; sulle ordinate la crescita del PIL.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"