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Una difesa qualificata per Niall Ferguson (19 febbraio 2013)

 

February 19, 2013, 2:20 pm

A Qualified Apology to Niall Ferguson

So, several people, including NF himself, have written in to say that Ferguson actually did concede that I was right about deficits and interest rates. Indeed he did; I missed it.

Unfortunately, there’s a very disturbing aspect to this sort-of concession; even while admitting that he had been wrong, Ferguson completely misrepresented his own earlier position, in an attempt to make it sound more defensible. Here’s his 2012 version:

FERGUSON: I think the issue here got a little confused, because Krugman wanted to portray me as a proponent of instant austerity, which I never was. My argument was that over ten years you have to have some credible plan to get back to fiscal balance because at some point you lose your credibility because on the present path, Congressional Budget Office figures make it clear, with every year the share of Federal tax revenues going to interest payments rises, there is a point after which it’s no longer credible. But I didn’t think that point was going to be this year or next year.

But here’s what he actually said in our original 2009 debate:

You can’t be a monetarist and a Keynesian simultaneously—at least I can’t see how you can, because if the aim of the monetarist policy is to keep interest rates down, to keep liquidity high, the effect of the Keynesian policy must be to drive interest rates up.

After all, $1.75 trillion is an awful lot of freshly minted treasuries to land on the bond market at a time of recession, and I still don’t quite know who is going to buy them. It’s certainly not going to be the Chinese. That worked fine in the good times, but what I call “Chimerica,” the marriage between China and America, is coming to an end. Maybe it’s going to end in a messy divorce.

No, the problem is that only the Fed can buy these freshly minted treasuries, and there is going to be, I predict, in the weeks and months ahead, a very painful tug-of-war between our monetary policy and our fiscal policy as the markets realize just what a vast quantity of bonds are going to have to be absorbed by the financial system this year. That will tend to drive the price of the bonds down, and drive up interest rates, which will also have an effect on mortgage rates—the precise opposite of what Ben Bernanke is trying to achieve at the Fed.

[Emphasis added.]

Points, then, for intellectual flexibility — but major demerits for trying to flush one’s own past statements down the memory hole.

 

Una difesa qualificata per Niall Ferguson [1]

Dunque alcune persone, incluso Niall Ferguson medesimo, hanno scritto per dire che in effetti Ferguson ha ammesso che io avevo ragione sui deficit e sui tassi di interesse. In effetti è così, la cosa mi era sfuggita.

Sfortunatamente, c’è un aspetto assai fastidioso in questa sorta di ammissione; anche nel mentre ammette di aver avuto torto, Ferguson distorce completamente la sua prima posizione, nel tentativo di farla apparire più sostenibile. Ecco qua la sua versione del 2012:

“FERGUSON: io penso che il tema sia diventato un po’ confuso, perché Krugman intendeva presentarmi come un sostenitore di una austerità immediata, cosa che io non sono mai stato. La mia tesi era che nel corso di dieci anni ci doveva essere un qualche piano credibile per tornare ad un equilibrio di finanza pubblica dato che ad un certo punto si perde credibilità a causa dell’andamento in corso, i dati del Congressional Budget Office lo dicono chiaramente, con la quota delle entrate dalle tasse federali destinate al pagamento degli interessi che ogni anno cresce, c’è un punto al di là del quale non si è più credibili. Ma io non ho pensato che questo punto fosse vicino  a presentarsi, quest’anno o quello prossimo”.

Ma ecco quello che lui effettivamente disse nel nostro dibattito del 2009:

“Non si può essere monetaristi e keynesiani nello stesso tempo – almeno io non vedo come sia possibile, perché se l’obbiettivo della politica monetarista è tener bassi i tassi di interesse, per alzare la liquidità, l’effetto della politica keynesiana deve essere spingere i tassi di interesse in alto.

Dopo tutto, 1750 miliardi di dollari   sono una quantità terribile di buoni del tesoro appena emessi da collocare sul mercato dei bonds in un periodo di recessione, e io non ho ancora abbastanza chiaro chi li acquisterà. Certamente non i Cinesi. Quello andava bene nei bei tempi passati, ma quello che io chiamo ‘Chimerica’, il matrimonio tra Cina ed America, sta per finire. Forse sta per finire con un complicato divorzio.

No, il problema è che soltanto la Fed può acquistare questi buoni del Tesoro emessi di fresco, e lo farà, io prevedo, nelle prossime settimane e mesi, un penosissimo tiro alla fune tra la nostra politica monetaria e la nostra politica della finanza pubblica appena i mercati capiranno semplicemente che una grande quantità di denaro è destinata ad essere assorbita dal sistema finanziario quest’anno. Questo tenderà a spingere i prezzi dei bonds verso il basso, e ad alzare i tassi di interesse, la qualcosa avrà anche un effetto sugli interessi sui mutui – esattamente l’opposto di quanto Ben Bernanke sta cercando di realizzare alla Fed.”

 [Sottolineatura mia.]

Omaggio, dunque, alla flessibilità intellettuale – ma pessimi voti per aver cercato di scaricare le proprie dichiarazioni passate nel buco della memoria.


 


[1] Niall Ferguson, professore di storia all’Università di Harvard,  è una figura molto nota di storico e di esperto di cose economiche. Penso che questa sia una definizione oggettiva, nel senso che egli è autore di varie opere,  generalmente di contenuto storico, talora più specificamente di contenuto economico, senza essere una teorico dell’economia e neppure un cultore di congiunture economiche (Empire: How Britain Made the Modern World, The Ascent of Money: A Financial History of the World e Civilization: The West and the Rest). In italiano, di recente è stato tradotto il suo “XX Secolo. L’età della violenza”. Negli anni passati – a questo si riferisce il post – fu protagonista di una aspra polemica contro le posizioni keynesiane sulla crisi. Nel periodo più recente ha in parte corretto le sue impostazioni al proposito. Di recente (sul blog Project Syndicate) ha pubblicato un articolo assieme a Lionel Roubini sulla situazione dell’economia. In conclusione: un intellettuale di prestigio e di rilevanti fortune editoriali, un economista non immune da abbagli.

giu 21 d

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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