Blog di Krugman

Assistenza per il complesso sanitario industriale (2 marzo 2013)

 

March 2, 2013, 10:34 am

Welfare for the Medical-Industrial Complex

Stephen Brill’s long piece about medical costs has brought forth a mixture of praise and annoyance from health-care economics experts, including Aaron Carroll and Uwe Reinhardt; they’ve been screaming for years that our medical system charges too much, and so they’re both gratified and annoyed to see a major-media piece confirming what they’ve been saying all along.

Weirdly, though, Brill sniffs at one thing that we know works to keep prices down: single-payer systems that can say no. There’s a reason single-payer systems are pretty much universally much cheaper than systems — even the Swiss system — that run things through private insurers. And it’s not just the administrative costs.

Note that Medicaid, in particular, which is able to say no in ways Medicare can’t, is substantially cheaper than both Medicare and, even more so, private insurance.

So why does Obamacare run through the private sector? Raw political necessity: this was the only way that it could get past the insurance industry’s power. OK, that was how it had to be.

But you should really be outraged at the efforts of some states to ensure that the Medicaid expansion is done not via direct government insurance but run through the insurance industry. What you need to understand is that this is a double giveaway, both to the insurers and to the health care industry, because private insurers don’t have the government’s bargaining power. It is, bluntly, purely a matter of corporate welfare for the medical-industrial complex.

Oh, I guess you might believe that the relevant politicians sincerely believe that the magic of the market will somehow lower costs, despite overwhelming evidence to the contrary — and that rewarding their friends has nothing to do with it. Hey, I have this bridge to sell you.

Still, isn’t it bizarre that governors who protest bitterly about the cost of Obamacare, and in general about wasting taxpayers’ money, are willing to throw away lots of money via corporate welfare? Actually, no; it’s only puzzling if you think they believe anything they say.

Like Aaron, I’d say that outrage over the duplicity here is not sufficient reason to block the states’ moves; unfortunately, the uninsured are at stake, and they need help. But we’re seeing an object lesson in what our political divide is really about.

 

Assistenza per il complesso sanitario industriale

 

Il lungo articolo di Stephen Brill sui costi della sanità ha prodotto un misto di elogi e di fastidio da parte degli esperti di economia sanitaria, compresi Aaron Carrol e Uwe Reinhardt; hanno protestato per anni che il nostro sistema sanitario spende troppo, e dunque sono sia gratificati che disturbati nel vedere un articolo di un importante giornale che conferma quello che venivano dicendo da sempre.

Ciononostante, stranamente, Brill  ha storto il naso dinanzi ad una cosa che sappiamo efficace nell’abbassare i prezzi: i sistemi con un unico centro di spesa che possono dire dei “no”. C’è una ragione per la quale i sistemi con un unico centro di spesa sono quasi universalmente assai più economici dei sistemi – compreso quello svizzero – che gestiscono attraverso gli assicuratori privati. E non sono solo i costi amministrativi.

Si noti che Medicaid in particolare, che è capace di opporre rifiuti in modi nei quali Medicare non è capace, è sostanzialmente più conveniente sia di Medicare che, anche maggiormente, della assicurazione privata.

Dunque, perché la riforma sanitaria di Obama è gestita attraverso il settore privato? Pure e semplici necessità politiche: questo era l’unico modo nel quale essa poteva superare il potere del settore assicurativo. Va bene, è andata come doveva andare.

Ma si dovrebbe realmente restare indignati dagli sforzi di alcuni Stati per fare in modo che l’ampliamento di Medicaid sia realizzato non tramite la diretta assicurazione dello Stato ma attraverso il settore assicurativo. Quello che si deve comprendere  è che questo è un regalo doppio, sia agli assicuratori che all’industria sanitaria, perché gli assicuratori privati non hanno il potere contrattuale della amministrazione pubblica. Si tratta puramente e semplicemente di una faccenda di sussidio corporativo al complesso sanitario e farmaceutico.

Va bene, suppongo che possiate credere che gli uomini politici impegnati in queste cose sinceramente ritengano che la magia del mercato abbasserà in qualche modo i costi, nonostante le schiaccianti prove contrarie –  e nonostante che premiare i loro amici non abbia niente a che fare con ciò. Guardate, ho questa via di mezzo per convincervi … [1]

Tuttavia, non è bizzarro che Governatori che protestano aspramente sui costi della riforma Obama, e in generale sullo spreco dei soldi dei contribuenti, abbiano voglia di buttar via grandi quantità di denaro nella forma di sussidi alle corporazioni? In effetti no, non è bizzarro: l’unico mistero è come possiate credere a tutto quello che dicono.

Come Aaron, direi che l’insulto di questa doppiezza in questo caso non sia una ragione sufficiente per bloccare le mosse degli Stati; sfortunatamente, sono in ballo  i non assicurati, e loro hanno bisogno di aiuto. Ma ci troviamo a constatare, in una sorta di lezione pratica, quello che effettivamente è attinente alle divisioni della nostra politica.



[1] Non credo di capir bene questa frase. La interpreto come una espressione messa in bocca agli uomini politici – ai Governatori repubblicani – che in questi giorni stanno accettando l’espansione di Medicaid (perché essa è in fondo molto conveniente per i loro Stati, essendo in gran parte finanziata dallo Stato Federale …) ma pongono la condizione di una gestione affidata alle assicurazioni private. Sono loro che dicono: “ho in mente una via di mezzo, un compromesso … “. “Bridge” è il “ponte”, ma “bridge the gap” significa “mediare, trovare un compromesso”.

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