Blog di Krugman

Chi dovremmo ascoltare? (3 marzo 2013)

 

March 3, 2013, 1:45 pm

Who Should We Listen To?

Dean Baker is feeling dyspeptic — not for the first time — over a WaPo piece suggesting that slow growth is the new normal. Dean wonders why we should listen to people who have been wrong about everything so far. But it’s actually worse than he says.

In the article, the case for slow growth forever is mainly made by quoting Kevin Warsh, a former Fed governor. And Warsh is indeed someone who has been wrong about everything; a bubble denier who spoke of strong capital markets before the crash, a hawk who has been warning about the risk of inflation for three years, an invoker of invisible bond vigilantes who somehow managed to describe the supposed threat from these vigilantes as somehow both a certainty and unknowable.

If there is a special distinction to those of Warsh’s speeches and articles I’ve read, it’s this: he has had a habit of saying and writing things that are supposed to be profound, but say nothing at all. Can anyone tell me the point, if any, of this WSJ op-ed?

But wait: who is Kevin Warsh, anyway? Well, he’s a lawyer turned investment banker turned Bush appointee to the Fed turned Hoover fellow — not an economist at all. Now, I hate credentialism: there are plenty of fools with Ph.D.s, some fools with fancy prizes, and a fair number of first-rate economic thinkers without formal qualifications. Still, if someone is going to make pronouncements about how the whole nature of the business cycle has changed, you’d like some sign that somewhere in his life he has thought hard about, well, anything.

So why pay any attention at all to this guy on these matters? I guess it’s a different kind of credentialism — the Beltway notion that because somebody was once appointed to a policy position, he must be an expert. But that is, of course, ridiculous — and people at the Washington Post, who get to see former officials all the time, surely must know better.

 

Chi dovremmo ascoltare?

 

Dean Baker ha trovato indigesto – non per la prima volta – una pezzo del Washington Post che indica come la lenta crescita sia la nuova normalità. Dean si chiede perché dovremmo dar retta a persone che sino a questo punto hanno sbagliato quasi tutto. Ma effettivamente è peggio di quello che dice.

Nell’articolo, il caso della crescita lenta è principalmente addotto da una citazione di Kevin Warsh, un passato Governatore della Fed. E Warsh è in effetti un individuo che ha sbagliato quasi tutto; un negatore di bolle che parlava di solidi mercati dei capitali prima del crollo, una falco che ha messo in guardia contro il rischio di inflazione per tre anni, un invocatore degli invisibili ‘guardiani dei bonds’ che talvolta ha provato a descrivere la supposta minaccia di questi guardiani nello stesso tempo come una certezza e come qualcosa di inconoscibile.

Se c’è una particolarità in quei discorsi ed articoli di Warsh che io ho letto, è questa: egli si è abituato a dire ed a scrivere cose che appaiono profonde, ma non significano niente. Qualcuno mi può dire quale sia il punto, ammesso che ve ne sia uno, in questo commento sul Wall Street Journal?

Ma aspettate: chi è Kevin Warsh, alla fine? Ebbene, è un avvocato, poi trasformato in dirigente di una banca di investimenti, poi nominato da Bush alla Fed, poi di nuovo trasformato in docente alla Hoover – in nessun caso un economista. Ora, io odio le credenziali: c’è una quantità di sciocchi con laurea, alcuni sciocchi con premi decorativi, e c’è un discreto numero di pensatori economici di prima qualità senza formali qualifiche. Tuttavia, se qualcuno intende pronunciarsi su come l’intera natura dei cicli economici sia cambiata, suvvia, gradireste un qualche segno che in qualche punto della sua esistenza egli abbia avuto un pensiero  profondo di qualsiasi genere al proposito.

Perché dunque prestare su materie del genere una qualsiasi attenzione a questo personaggio? Penso che si tratti di un genere diverso di credenziali – il concetto caro a Washington secondo il quale chiunque abbia avuto una nomina in una qualche posizione politica, debba essere un esperto. Ma questo, ovviamente, è ridicolo – e le persone al Washington Post, che si intrattengono ogni giorno con dirigenti del passato, sicuramente ne sanno di più.

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"