Blog di Krugman

Cipro: la somma di TUTTE LE CAZZATE (21 marzo 2013)

 

March 21, 2013, 8:15 am

Cyprus: The Sum of All FUBAR

At this point the Cyprus situation is pretty clear — and clarity does not bring reassurance. In fact, it looks as if Cyprus has managed to combine in one place everything that has gone wrong elsewhere.

1. Runaway banking. Cyprus has a huge banking system — assets around 8 times GDP — based on a business model of attracting offshore money with high rates and good opportunities for tax avoidance/evasion.

I’ve done some asking around, and cleared up something that was puzzling me. Officially, only about 40 percent of the deposits in Cypriot banks are from nonresidents, which would imply resident deposits of almost 500 percent of GDP, which is crazy. But the answer is that I do not think that word “resident” means what you think it means. Some of the money is from wealthy expats living in Cyprus; much of it is from rich people who have resident status without, you know, actually living there. So we should think of Cypriot deposits as mainly coming from non-Cypriots, attracted by that business model.

And the business model only works until there’s a big loss somewhere; since Cypriot banks were investing in Greece and in their own domestic real estate bubble, doom was inevitable. Which brings me to:

2. Big domestic real estate bubble, Spain or Ireland-sized. Not yet fully deflated, which means lots more losses to come. And the combination of the real estate bubble and the income from dodgy banking also led to:

3. Massive overvaluation, with Cypriot prices and costs having risen much more than in the rest of the euro area. In 2008 the current account deficit was more than 15 percent of GDP!

 

What can be done? First off, Cypriot banks cannot honor their debts, which unfortunately overwhelmingly take the form of deposits. So a default on deposits is inevitable.

 

As I now understand it, the initial screwup was a joint error of the Europeans and the Cypriots. Europe didn’t want an explicit bank resolution, which would among other things have given clear seniority to small insured deposits; instead, it wanted this essentially fictitious tax scheme. Meanwhile, the Cypriot government still has the illusion that its banking model can survive, and wanted to limit the hit to the big overseas depositors. Hence the debacle of the small-deposit tax.

In the end this probably comes, in some version, to what it should have been from the start — a big haircut on deposits over 100,000.

But even then the situation is by no means under control. There’s still a real estate bubble to implode, there’s still a huge problem of competitiveness (made worse because one major export industry, banking, has just gone to meet its maker), and the bailout will leave Cyprus with Greek-level sovereign debt.

So then what? As a number of people have pointed out, Cyprus is arguably better positioned than Iceland to do an Iceland, because devaluing a reintroduced Cypriot currency could bring in a lot of tourism. But will the Cypriots — who haven’t even reconciled themselves to the end of their round-tripping business — be willing to go there?

Truly awesome stuff.

 

Cipro: la somma di TUTTE LE CAZZATE 

 

[1]A questo punto la situazione di Cipro è abbastanza chiara, e la chiarezza non porta rassicurazione. Di fatto, sembra che Cipro abbia gestito le cose in modo da mettere assieme tutto quello che era stato sbagliato altrove.

1 – Banche fuori controllo. Cipro ha un vasto sistema bancario – con assets che sono 8 volte il PIL – basato su un modello di affari per attrarre capitali dall’estero con alti tassi e buone opportunità di evasione/elusione delle tasse.

Ho fatto qualche domanda in giro ed ho chiarito qualcosa che mi risultava incomprensibile. Ufficialmente solo il 40 per cento dei depositi nelle banche cipriote provengono da non residenti, il che implicherebbe depositi dei residenti pari a quasi il 500 per cento del PIL, che sarebbe folle. Ma la soluzione è che la parola “residente” non significa quello che si pensa significhi. Alcuni dei capitali sono di ricchi espatriati in Cipro; gran parte di essi sono di persone ricche che, come si sa, hanno lo status di residenti senza vivere effettivamente lì. Dunque, si deve pensare che i depositi dei ciprioti fondamentalmente vengono da non-ciprioti, attratti dal modello affaristico.

E il modello affaristico funziona soltanto non c’è una grande perdita da qualche parte; dal momento che le banche cipriote hanno investito in Grecia e nella loro propria bolla immobiliare, la condanna era segnata. Il che mi porta a:

2 – La grande bolla immobiliare, di dimensioni spagnole o irlandesi. Non ancora interamente sgonfiata, il che significa quantità di ulteriori perdite in arrivo. E la combinazione tra la bolla immobiliare guadagni da attività bancarie equivoche ha anche condotto a:

3 – una massiccia sopravvalutazione, con i prezzi ed i costi ciprioti che sono saliti molto più che nel resto dell’area euro. Nel 2008 il conto corrente [2]era più del 15 per cento del PIL!

Cosa si può fare? Per prima cosa, le banche cipriote non possono onorare i loro debiti, il che sfortunatamente in modo massiccio hanno la forma di depositi. Cosicché un default sui depositi è inevitabile.

Per quello che capisco, l’iniziale incasinamento è stato un errore congiunto di Europei e Ciprioti. L’Europa non ha voluto un esplicito meccanismo di risoluzione per le banche in crisi, che tra le altre cose avrebbe dato una chiara priorità ai piccoli depositi assicurati; ha invece voluto un meccanismo fiscale sostanzialmente fittizio. Nel frattempo, il Governo Cipriota ha ancora l’illusione che il suo modello di operatività bancaria possa sopravvivere, e vuole limitare il colpo sui grandi depositanti stranieri. Da qui la debacle della tassa sui piccoli depositi.

Alla fine si arriverà, in qualche modo, a quello che dovrebbe essere stato dall’inizio – un grande taglio sui depositi sopra i 100.000 euro.

Ma anche a quel punto la situazione non sarebbe in nessun modo sotto controllo. C’è ancora una bolla immobiliare che sta per collassare, c’è ancora un vasto problema di competitività (reso peggiore dal fatto che un importante settore dell’export, quello bancario, è appena andato al Creatore), ed il salvataggio lascerebbe Cipro con u debito sovrano del livello di quello greco.

E dunque? Come un certo numero di persone hanno indicato, Cipro è probabilmente posizionata in modo migliore dell’Islanda per fare quello che ha fatto l’Islanda, perché svalutare una reintrodotta valuta cipriota porterebbe una gran quantità di turismo. Ma vorranno i Ciprioti – che non si trovano d’accordo tra di loro neppure sull’interrompere i loro affari con le residenze immaginarie – arrivare sino a quel punto?

Davvero roba fantastica.



[1] Quanto al titolo, spiacente, ma il termine FUBAR, che pure è lessicalmente interessante, non mi pare traducibile diversamente. FUBAR è un acronimo per “Fucked up Beyond All Reason (or Recognition or Repair)”, che significa “cazzata oltre ogni limite concepibile”, grosso modo. Ma sembra anche possibile che sia una deformazione del tedesco “furchtbar”, che significa più modestamente “orribile” o “spaventoso”.

 

[2] Per il significato di “current account” vedi le Note finali sulla traduzione.

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