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Dove governa davvero l’austerità, di Simon Wren-Lewis (1 marzo 2013)

 

Where Austerity Really Rules

Simon Wren-Lewis

wren lewis

 

 

 

 

 

 

 

 

Many of us rightly complain about the damage austerity politics is doing in both the UK and the US. However, in terms of simple numbers, this is nothing compared to what is happening in the Eurozone. The table below, based on numbers from the latest OECD Economic Outlook, may look a little complicated, but it clearly establishes this point.

 

The first column is the general government underlying primary surplus, where underlying includes an adjustment for the cycle. (The primary surplus is basically taxes less spending, but ignoring interest on existing debt.) This is the best simple measure of fiscal impact on the economy. In the US, UK and particularly Japan, we have deficits, which are entirely appropriate in a situation of little or no recovery and with interest rates at their lower bound. Indeed I have argued that, in the US and UK, these deficits are too small given the nature of the recession: people want to save (or are unable to borrow), so the government needs to do the opposite or else output will fall.

 

 

In the Eurozone we have primary surpluses! Not just in the crisis torn periphery economies, but in the heart of the Eurozone as well. (It is for this reason that things would not be much better if the Eurozone was a fiscal union.)

These numbers on their own could be misleading: a country with a large amount of government debt will need to run a surplus in the long run to pay the interest on that debt. By comparing column 1 with column 2 we can see that surpluses in the Eurozone are high by historical standards, so the picture is the same. However this could just be because of ‘fiscal irresponsibility’ in the Eurozone in the decade before the recession. So we need to try and get a handle on sustainability.[1]

 

Column 4 shows debt interest payments in 2012, based on the net debt shown in column 3. You could compare column 4 with column 1, but if the two were equal and stayed that way this would mean that debt as a percentage of GDP would gradually fall over time because the value of GDP grows. [2] So, based on the implicit 2012 interest rate on debt in column 5, I’ve made up a growth corrected interest rate in column 6. (This involves subtracting a guess at an underlying growth in nominal GDP, but also increasing the interest rate, because interest rates will not stay this low forever.) The stabilising primary balance in column 7 is this rate applied to net debt, and this is compared to the actual balance in the final column.

This is all very crude, but the basic message remains unchanged. Once we correct for the economic cycle, the core of the Eurozone are expected to run surpluses that are sufficient to bring down the level of debt, whereas the US, UK and Japan are planning to run deficits. In normal times, and particularly if we were in boom times, the Eurozone could rightly congratulate itself, and make disdainful remarks about policy elsewhere. During the current period in which the private sector is running an unusually high level of net saving it is completely the wrong policy. As the textbooks tell us, without the will or ability to provide offsetting monetary stimulus, this level of austerity will cause a recession, and sure enough it has.

 

I guess the ruling elite in the Eurozone are telling themselves that the current recession is all a result of the 2010 crisis caused by profligate governments in the periphery, and that if everyone pulls together by cutting spending and raising taxes things will come good. That has been the story for the past two years, and we are still waiting. Those who opposed this policy said that the market crisis could only be solved by ECB action, and that has turned out to be the case. We also said austerity of this kind would kill any recovery, and on that we were also right. So with macroeconomic theory, plenty of empirical evidence and recent events on our side, there is just no contest in terms of which narrative is correct.

 

 

[1] Actually, as the data shows (see, for example, Calmfors and Wren-Lewis), it was in the decades before the mid-90s that Euro area fiscal policy was irresponsible.

[2] For the debt to GDP ratio to be constant, we need the primary surplus as a share of GDP to equal debt to GDP multiplied by the nominal interest rate less the nominal growth rate.

 

Dove governa davvero l’austerità

Simon Wren-Lewis

wren lewis

 

 

 

 

 

 

 

 

Molti di noi si lamentano per il danno che le politiche dell’austerità stanno davvero facendo, sia in Inghilterra che negli Stati Uniti. Tuttavia, in termini di semplici numeri, questo è niente a confronto di quello che sta accadendo in Europa. La tabella sottostante [1 Vedi fondo pagina], basata sui dati dell’ultimo Economic Outlook dell’OCSE, può sembrare un po’ complicata, ma indica chiaramente il punto.

La prima colonna indica il generale avanzo primario di fondo dei vari stati, dove il termine “di fondo” include una correzione per il ciclo economico (l’avanzo primario sono fondamentalmente le tasse meno la spesa pubblica, al netto degli interessi sul debito esistente). Questa è la misura più semplice possibile dell’impatto della finanza pubblica sull’economia. Negli Stati Uniti, in Inghilterra e particolarmente in Giappone, abbiamo dei deficit, che sono del tutto coerenti con una situazione di piccola o di nessuna ripresa e con tassi di interesse ai loro limiti più bassi. In effetti, io ho sostenuto che, negli Stati Uniti ed in Inghilterra, questi deficit sono troppo piccoli, data la natura della recessione; la gente vuole risparmiare (o non è nelle condizioni di indebitarsi), dunque gli Stati hanno bisogno di fare l’opposto, altrimenti si avrà una caduta della produzione.

Nell’Eurozona abbiamo avanzi primari ! Non solo nelle economie lacerate dalla crisi, ma anche nel centro dell’Europa (è per questa ragione che le cose non andrebbero molto meglio se l’Europa fosse un’unione di finanza pubblica (1).

Questi dati da soli potrebbero essere fuorvianti; un paese con un ampio ammontare di debito pubblico ha bisogno di gestire un surplus nel lungo periodo per pagare gli interessi sul debito. Confrontando la colonna 1 con la colonna 2  possiamo vedere che i surplus nell’eurozona sono elevati per gli standards storici e dunque il quadro è lo stesso. Tuttavia questo potrebbe dipendere dalla “irresponsabilità fiscale” nell’eurozona nel decennio precedente alla recessione. Dobbiamo dunque cercare e comprendere i dati sulla sostenibilità.

La colonna 4 mostra i pagamenti degli interessi sul debito nel 2012, sulla base del debito netto della colonna 3. Potreste confrontare la colonna 4 con la 1, ma se i due fossero uguali e restassero tali questo significherebbe che il debito come percentuale del PIL diminuirebbe gradualmente nel tempo, giacché il valore del PIL cresce. Dunque, sulla base del tasso di interesse implicito della colonna 5, nella colonna 6 ho ricostruito un tasso di interesse corretto per la crescita (questo comporta una sottrazione di una stima della crescita “di fondo” del PIL nominale, ma anche un aumento del tasso di interesse, giacché il tassi non resteranno così bassi per sempre). Il bilancio primario stabilizzato alla colonna 7 è questo tasso applicato al debito netto, ed esso è confrontato con il bilancio effettivo nella colonna finale.

Tutto questo è piuttosto rozzo, ma il messaggio di fondo resta immutato. Una volta operate le correzioni per il ciclo dell’economia, i paesi del centro dell’Europa ci si aspetta abbiano avanzi sufficienti ad abbassare il livello del debito, mentre gli Usa, l’Inghilterra e il Giappone prevedono di avere deficits. In tempi normali, in particolare se fossero tempi di grande crescita, l’Eurozona potrebbe congratularsi  con se stessa, e fare considerazioni sprezzanti sulle politiche degli altri paesi. Durante il periodo attuale, nel quale il settore privato sta conoscendo un livello insolitamente elevato di risparmi netti, è una politica completamente sbagliata. Come ci dicono i libri di testo, senza la volontà o la possibilità di offrire compensi di stimolo monetario, questo livello di austerità provocherà la recessione, e chiaramente sta accadendo.

Penso che le classi dirigenti europee si stiano raccontando che la recessione attuale è il risultato della crisi del 2010 provocata dai Governi scialacquatori della periferia, e che se tutti si uniscono nei tagli alle spese e negli incrementi delle tasse le cose andranno bene. E’ stata questa la storia dei due anni passati, e siamo ancora in attesa. Coloro che si sono opposti a questa politica hanno sostenuto che la crisi di mercato potrebbe essere risolta solo dall’iniziativa della BCE, e si è scoperto che avevano ragione. Noi dicemmo anche che una austerità di questa natura avrebbe impedito ogni crescita, ed abbiamo avuto ragione anche su quell’aspetto. Dunque, dal punto di vista della teoria macroeconomica, con una grande quantità di prove empiriche e con i recenti eventi che ci danno ragione, i termini di quella giustificazione non sono corretti in alcun senso.

 

[1] Effettivamente, come dimostrano I dati (si veda nella connessione, ad esempio, questo lavoro Calmfors e Wren-Lewis), fu nei decenni precedenti alla metà degli anni ’90 che l’area europea si comportò in modo irresponsabile.

[2] Perchè il rapporto debito – PIL sia costante, c’è bisogno che l’avanzo primario come percentuale del PIL eguagli il rapporto debito/PIL, moltiplicato per il tasso di interesse nominale e ridotto del tasso nominale di crescita



[1]

 

Stabilising Underlying Government Primary Deficits (% GDP)

UnderlyingPrimaryBudget

Balance

Net debt Debt interest ImplicitInterest rate Growth CorrectedInterest rate StabilisingPrimary BudgetBalance Actual less StabilisingBalance

2013/14

95-07

2012

2012

2012

2013/14

France

1.47

-0.79

66.41

2.44

3.67

2

1.33

0.14

Germany

1.72

0.30

50.29

1.80

3.58

2

1.01

0.72

Italy

4.74

2.31

98.09

5.00

5.10

4

3.92

0.81

Greece

7.05

0.22

145.74

5.20

3.57

5

7.29

-0.24

Ireland

2.34

1.55

79.86

4.98

6.24

5

3.99

-1.66

Portugal

4.54

-2.09

82.54

5.45

6.60

5

4.13

0.41

Spain

1.91

0.87

58.02

3.15

5.43

4

2.32

-0.41

Euro area

2.20

0.73

63.28

2.76

4.37

3

1.90

0.30

Japan

-6.13

-4.54

134.33

1.49

1.11

2

2.69

-8.82

United Kingdom

-2.53

-0.05

73.04

2.93

4.01

2

1.46

-3.99

United States

-3.11

-0.04

86.48

1.75

2.02

2

1.73

-4.84

Total OECD

-1.32

-0.16

69.63

1.79

2.57

3

2.09

-3.41

Source: OECD Economic Outlook December 2012

 

 

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