Blog di Krugman

Europa autodistruttiva (2 marzo 2013)

 

March 2, 2013, 10:13 am

Self-destructive Europe

I just wanted to flag two important articles on Europe. First, Simon Wren-Lewis reminds us that while extreme austerity is being imposed on Europe’s periphery, the core has also pursued contractionary fiscal policies. Here’s the IMF’s estimate of the cyclically adjusted primary balance — a measure of what the non-interest budget balance would have been at full employment:

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Basically, faced with a huge blow to private demand from a burst housing bubble and deleveraging, Europe has responded not as 75 years of economics said it should, with temporary stimulus, but with Herbert Hoover — or, better, Chancellor Brüning — policies of retrenchment. And policy makers pronounce themselves shocked both to find that the bottom is dropping out of Europe’s economy and that their perceived authority and wisdom is being rejected by voters.

Meanwhile, Mark Mazower, an actual European historian, says better and with more authority than I could what I’ve been trying to get at: the Chancellor Brüning reference is not a joke:

Those preaching austerity probably do not see themselves as contributing to a crisis of democracy, but they are. The Italian elections should remind eurozone leaders to pay attention to their voters. Economic fixes have failed to staunch a political crisis that has the capacity to harm not only EU integration, but the legitimacy of the continent’s democratic order itself.

 

Europa autodistruttiva

 

Voglio proprio mettere in evidenza due importanti articoli sull’Europa. Nel primo, Simon Wren-Lewis ci ricorda che nel mentre viene imposta una estrema austerità sulla periferia dell’Europa, il centro persegue anch’esso politiche di finanza pubblica restrittive. Ecco la stima del FMI sul bilancio primario corretto in considerazione del ciclo – una misura di quanto sarebbe l’equilibrio di bilancio al netto degli interessi in condizioni di piena occupazione [1]:

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Fondamentalmente, a fronte di una gran colpo alla domanda privata per effetto dello scoppio della bolla immobiliare e della riduzione dell’indebitamento, l’Europa non ha risposto come 75 anni di economia consigliavano, con azioni di sostegno temporanee, ma con politiche di taglio delle spese alla Herbert Hoover – o meglio del genere di quelle del Cancelliere Brüning. E gli uomini politici si dicono sorpresi sia nello scoprire che si sta toccando il fondo dell’economia europea, sia nel rendersi conto che la loro autorità e saggezza viene respinta dagli elettori europei.

Nel frattempo, Mark Mazower, un vero storico dell’Europa, dice meglio e con maggiore autorità della mia quello a cui stavo cercando di arrivare: il riferimento al Cancelliere Brüning non è uno scherzo:

“Costoro che predicano l’austerità probabilmente non considerano di dare una contributo ad una crisi della democrazia, ma è quello che fanno. Le elezioni italiane dovrebbero ricordare ai dirigenti dell’eurozona di fare attenzione ai loro elettori. I rimedi all’economia non sono riusciti ad evitare una crisi politica che ha la capacità non solo di danneggiare l’integrazione europea, ma anche la legittimazione dello stesso ordine democratico del continente”.



[1] Per dirla semplicemente, il fatto che il bilancio primario non sia sceso particolarmente in Europa (linea verde), e sia risalito dal 2001  in una situazione di surplus, sta a significare che non c’è stata una azione pubblica di sostegno all’economia del genere di quella statunitense (linea rossa).

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