Blog di Krugman

Il prigioniero inglese (9 marzo 2013)

 

March 9, 2013, 8:50 am

The English Prisoner

giu 20 6

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“If this plan is working, what would a failing one look like?” So asks Martin Wolf in response to David Cameron’s speech insisting that his austerity policy was right, is right, and is succeeding. Simon Wren-Lewis goes through Cameron’s assertions in some detail, among other things catching him more or less lying about what the Office of Budget Responsibility — roughly speaking the counterpart of the CBO here — ha actually said about the impact of austerity on growth.

I was particularly struck by the way Cameron is still claiming that Britain’s low interest rates show that his policy is successful and necessary. This is a bit like the high priest sacrificing a virgin once a month to ensure that the sun keeps rising, then claiming that the fact that the sun has risen proves that the sacrifice was indeed necessary. The obvious test is to compare Britain with other countries; if Britain’s 2.07 percent bond yield validates his policies, does America’s 2.05 percent yield validate Obama’s? Or better yet, does France’s 2.10 percent yield validate Hollande’s? Or is the point, perhaps, that every country that borrows in its own currency (or, in the case of France, finally has a central bank willing to do its job by providing liquidity) can now borrow cheaply?

The trouble, of course, is that Cameron’s political career and his very identity are now totally bound up with his austerity crusade. He’s a prisoner of his past, who can’t and won’t change course. Instead, his incentives are all about gambling for redemption — sticking with the policy in the hope that something turns up that will somehow make him a hero.

 

Il prigioniero inglese

giu 20 6

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Se questo piano sta funzionando, a cosa deve assomigliare un piano che non funziona?” Così si esprime Martin Wolf in risposta al discorso con il quale David Cameron ha ribadito che la sua politica di austerità è stata giusta, è giusta ed ha successo. Simon Wren-Lewis entra in qualche dettaglio dei giudizi di Cameron, tra le altre cose sorprendendolo più o meno a dire bugie su quello che lo “Office of Budget Responsability” – in breve l’omologo del nostro CBO – aveva effettivamente sostenuto a proposito dell’impatto dell’austerità sulla crescita.

Sono rimasto particolarmente impressionato dal modo in cui Cameron sta ancora sostenendo che i bassi tassi di interesse britannici mostrino che la sua politica ha successo ed è necessaria.  Egli è un po’ come un alto sacerdote che ogni mese sacrifica una vergine per assicurarsi che il sole si alzi nel cielo, e poi pretenda che il fatto che il sole si sia alzato provi che il sacrificio era in effetti necessario. La prova naturale consiste nel confrontare l’Inghilterra e gli altri paesi: se le resa del 2,07 per cento dei bonds inglesi dà ragione alle sue politiche, la resa del 2,05 per cento di quelli americani dà ragione alle politiche di Obama? O meglio ancora, la resa del 2,10 per cento della Francia dà ragione a quelle di Hollande? O forse il punto è che ogni paese che si indebita nella propria valuta (o, nel caso della Francia, che alla fine ha una banca centrale che vuole fare il suo lavoro fornendo liquidità) può oggi farlo in modo conveniente?

Il guaio, naturalmente, è che la carriera politica di Cameron ed il suo reale profilo sono oggi dipendenti dalla sua crociata per l’austerità. E’ un prigioniero del suo passato, che non può e non vuole cambiare direzione. Piuttosto, le sue motivazioni consistono tutte nello scommettere nella redenzione – restando fedele alla sua politica nella speranza che arrivi qualcosa che in qualche modo faccia di lui un eroe.

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