Blog di Krugman

Ma guarda, oggi va bene ! (3 marzo 2013)

 

March 3, 2013, 9:55 am

Today in Well, Duh

Ezra Klein mans up and admits he was wrong. He had written a piece suggesting that if only Republicans knew how much Obama has been willing to offer, they might be willing to make a deal. Jonathan Chait set him straight, informing him that no matter what Obama put on the table, Republicans would find a way to say that it’s not enough. And sure enough, a Twitter exchange lets Klein watch that process in real time, as a top Republican consultant, confronted with evidence that Obama has already conceded what he said was all that was needed, keeps adding more demands.

 

 

So Klein admits that Republicans just don’t want to make a deal. Their objections to the deals on the table aren’t sincere; if convinced that Obama has met their demands, they just make more demands.

I think it’s important here to understand the broader implications.

The whole push for a Grand Bargain has been based on the notion that we can reach a fiscal deal that takes the whole fight over the budget off the table. What Klein has belatedly learned is how unlikely such a Bargain really is; but the same logic tells us that any Grand Bargain that might somehow be struck, via Obama’s mystical ability to mind-meld Star Trek and Star Wars or something, wouldn’t last. In a year — or more likely in a minute or two — Republicans would be back, demanding more tax cuts and more cuts in social programs. They just won’t take yes for an answer.

 

Meanwhile, it’s not just Republicans who refuse to accept it when Obama gives them what they want; the same applies, with even less justification, to centrist pundits. As people like Greg Sargent point out time and again, the centrist ideal — deficit reduction via a mix of revenue increases and benefits cuts — is what Obama is already offering; in fact, his proposals have been to the right of Bowles-Simpson. Yet the centrist pundits keep demanding that Obama offer what he has already offered, and condemn both sides equally (or even place most of the blame on Obama) for the failure to reach a deal. Again, informing them of their error wouldn’t help; their whole shtick is about blaming both sides, and they will always invent some reason why Obama just isn’t doing it right.

 

Anyway, props to Ezra — and is the use of Twitter exchanges to document political hypocrisy a new frontier in reporting?

 

Ma guarda, oggi va bene !

 

Ezra Klein ci ha riflettuto ed ha ammesso di aver torto. Aveva scritto un pezzo suggerendo che se solo i Repubblicani avessero conosciuto quanto Obama aveva intenzione di offrire, avrebbero potuto aver voglia di arrivare ad un accordo. Jonathan Chait gli ha chiarito le cose, informandolo che non era importante cosa Obama metteva sul tavolo, i Repubblicani avrebbero trovato un modo per dire che non era abbastanza. E, come era evidente, uno scambio su Twitter ha consentito a Klein di assistere a quel processo in tempo reale, appena un consulente repubblicano di alto livello è stato messo dinanzi alla prova che Obama aveva già concesso quello che lui diceva essere tutto quanto era necessario, ha continuato ad aggiungere nuove richieste.

Dunque Klein ammette che i Repubblicani semplicemente non vogliono fare un accordo. Le loro obiezioni agli accordi ipotizzati non sono sincere; una volta che si sono convinti che Obama è venuto incontro alle loro richieste, semplicemente ne aggiungono altre.

Penso che qua sia importante capire le implicazioni più generali.

L’intera spinta per una Grande Intesa è stata basata sul concetto che potevamo raggiungere un accordo sulla finanza pubblica che consentisse di mettere da una parte tutto lo scontro sul bilancio. Quello che Klein ha compreso in ritardo è quanto sia improbabile un accordo del genere; ma la stessa logica ci dice che ogni Grande Intesa che fosse possibile in qualche modo raggiungere, tramite la mistica capacità di Obama di combinare Star Trek e Guerre Stellari o cose del genere, non durerebbe. In un anno – o più probabilmente in un minuto o due – i Repubblicani tornerebbero indietro,  chiedendo più sgravi fiscali e più tagli sui programmi sociali. Semplicemente non prenderanno i si come risposta.

Nel frattempo, non sono solo i Repubblicani che rifiutano di accettare quando Obama offre quello che si vuole; lo stesso vale, con ancora meno giustificazioni, con i commentatori di centro. Mentre persone come Greg Sargent indicano a loro volta il tempo scaduto, l’ideale centrista – una riduzione del deficit tramite una combinazione di incrementi nelle entrate e di riduzioni nei sussidi – è quanto Obama sta già offrendo; di fatto le sue proposte si sono collocate alla destra di quelle di Bowles-Simpson. Tuttavia gli opinionisti centristi continuano a chiedere che Obama offra quello che ha già offerto, e condannano nello stesso modo entrambi gli schieramenti (collocano persino la maggior parte delle responsabilità dalla parte di Obama) per il non essere riusciti a trovare un accordo. Per di più informarli del loro errore non servirebbe; tutto il loro numero consiste nel dare la colpa ad entrambi gli schieramenti, e si inventeranno sempre una qualche ragione per la quale Obama non sta facendo la cosa giusta.

In ogni modo, omaggio ad Ezra … e se l’uso di messaggi su Twitter per documentare l’ipocrisia politica fosse una nuova frontiera del giornalismo?

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