I’ve been focused on economic policy lately, so I sort of missed the big push to rehabilitate Bush’s image; also, as a premature anti-Bushist who pointed out how terrible a president he was back when everyone else was praising him as a Great Leader, I’m kind of worn out on the subject.
But it does need to be said: he was a terrible president, arguably the worst ever, and not just for the reasons many others are pointing out.
From what I’ve read, most of the pushback against revisionism focuses on just how bad Bush’s policies were, from the disaster in Iraq to the way he destroyed FEMA, from the way he squandered a budget surplus to the way he drove up Medicare’s costs. And all of that is fair.
But I think there was something even bigger, in some ways, than his policy failures: Bush brought an unprecedented level of systematic dishonesty to American political life, and we may never recover.
Think about his two main “achievements”, if you want to call them that: the tax cuts and the Iraq war, both of which continue to cast long shadows over our nation’s destiny. The key thing to remember is that both were sold with lies.
I suppose one could make an argument for the kind of tax cuts Bush rammed through — tax cuts that strongly favored the wealthy and significantly increased inequality. But we shouldn’t forget that Bush never admitted that his tax cuts did, in fact, favor the wealthy. Instead, his administration canceled the practice of making assessments of the distributional effects of tax changes, and in their selling of the cuts offered what amounted to an expert class in how to lie with statistics. Basically, every time the Bushies came out with a report, you knew that it was going to involve some kind of fraud, and the only question was which kind and where.
And no, this wasn’t standard practice before. Politics ain’t beanbag and all that, but the president as con man was a new character in American life.
Even more important, Bush lied us into war. Let’s repeat that: he lied us into war. I know, the apologists will say that “everyone” believed Saddam had WMD, but the truth is that even the category “WMD” was a con game, lumping together chemical weapons with nukes in an illegitimate way. And any appearance of an intelligence consensus before the invasion was manufactured: dissenting voices were suppressed, as anyone who was reading Knight-Ridder (now McClatchy) knew at the time.
Why did the Bush administration want war? There probably wasn’t a single reason, but can we really doubt at this point that it was in part about wagging the dog? And right there you have something that should block Bush from redemption of any kind, ever: he misled us into a war that probably killed hundreds of thousands of people, and he did it in part for political reasons.
There was a time when Americans expected their leaders to be more or less truthful. Nobody expected them to be saints, but we thought we could trust them not to lie about fundamental matters. That time is now behind us — and it was Bush who did it.
Il Grande Corruttore
Di recente mi sono concentrato sulla politica economica, così in qualche modo mi sono perso il grande tentativo di riabilitare l’immagine di Bush; per altro, come precoce anti-bushista che mise in evidenza che terribile Presidente egli fosse stato quando nel passato quasi tutti lo elogiavano come Grande Leader, sono in un certo senso esausto su quel tema.
Ma davvero è necessario dirlo: fu un terribile Presidente, probabilmente il peggiore di tutti i tempi, e non solo per le ragioni che in molti sottolineano.
Da quello che ho letto, gran parte delle resistenze al revisionismo si concentrano su quanto fossero negative le politiche di Bush, dal disastro in Iraq al modo in cui distrusse la Protezione Civile, dal modo in cui scialacquò un bilancio in attivo al modo in cui spinse in alto i costi di Medicare. E sono tutte cose giuste.
Ma penso che ci fu qualcosa di ancora peggiore, in molti sensi, dei suoi fallimenti politici: Bush portò la vita politica americana ad un livello senza precedenti di sistematica disonestà, dal quale potremmo non riprenderci più.
Si pensi a queste due principali “conquiste”, se vogliamo chiamarle in questo modo: i tagli alle tasse e la guerra in Iraq, da entrambe le quali continuano a proiettarsi lunghe ombre sul destino della nostra nazione. La cosa fondamentale è ricordare che furono entrambe ottenute con l’inganno.
Suppongo che si potrebbe avanzare una argomento per quel genere di tagli al fisco che Bush fece approvare a tutti i costi – tagli fiscali che favorirono fortemente i ricchi ed aumentarono in modo significativo l’ineguaglianza. Ma non dovremmo dimenticare che Bush non ammise mai che i suoi tagli fiscali andarono, di fatto, a vantaggio dei ricchi. Piuttosto, la sua Amministrazione cancellò la prassi di fornire valutazioni sugli effetti distributivi dei cambiamenti fiscali, e per il modo in cui presentarono i tagli, offrirono quella che corrispose ad una sofisticata lezione su come dire menzogne con le statistiche. Fondamentalmente, ogni volta che i Bush se ne venivano fuori con un rapporto, si sapeva che avrebbe comportato un qualche inganno, e la sola domanda era quale genere di inganno e dove.
E non si può dire che questa fosse una pratica normale in precedenza. La politica non si gioca sul velluto eccetera, ma un Presidente imbroglione è stato un fatto nuovo nella vita americana.
Più importante ancora, Bush ci ha ingannato sulla guerra. Fatemelo ripetere: ci ha ingannato sulla guerra. Lo so, gli apologeti diranno che “tutti” credevano che Saddam avesse le armi di distruzione di massa, ma la verità è che anche la categoria delle “armi di distruzione di massa” era un imbroglio, mettendo sullo stesso piano le armi chimiche e quelle nucleari in modo illegittimo. Ed ogni apparenza di unanimità dell’ “intelligence” prima dell’invasione fu artefatta: le voci dissenzienti furono soppresse, come tutti coloro che lessero Knight-Ridder (oggi McClatchy [1]) all’epoca sapevano.
Perché l’Amministrazione Bush volle la guerra? Probabilmente non ci fu una ragione unica, ma possiamo a questo punto davvero dubitare che in parte ebbe a che fare con un diversivo [2]? Ed è proprio in questo che c’è qualcosa che dovrebbe impedire per sempre ogni genere di riabilitazione di Bush: ci portò con l’inganno in una guerra che verosimilmente sterminò centinaia di migliaia di persone, e lo fece in parte per ragioni di convenienza politica.
C’era in tempo nel quale gli americani si aspettavano che i loro leaders fossero più o meno sinceri. Nessuno si aspettava che fossero dei santi, ma pensavamo di poter credere che non mentissero sulle cose fondamentali. Quel tempo l’abbiamo alle spalle – ed è stato Bush a provocare ciò.
[1] Sono nomi di aziende giornalistiche e nel settore dei media. La Knight Ridder fu attiva nel dissenso sulla guerra, ed è poi confluita nella McClatchy.
[2] “Scodinzolare il cane” è una espressione idiomatica che corrisponde a “creare un diversivo”. Come nel film “Wag the dog” – con Dustin Hoffmann e Robert De Niro del 1997:
By mm
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