Blog di Krugman

Ancora diversivi (2 maggio 2013)

 

More Straw

 

The Reinhart-Rogoff rehabilitation tour has been really depressing. There are a number of routes they could have gone; unfortunately, they seem addicted to the notion that they can end the discussion by arguing with straw men. I noted one example in their Times piece, in which they tried to rebut the reverse-causation argument by associating it with a claim — that it’s all about the business cycle — that, as far as I know, nobody has made.

Now they have another piece, this time in the FT, and as Jonathan Portes points out, it attacks two more straw men.

First, it goes after “ultra-Keynesians” who believe that interest rates will never rise; as Portes says, he can’t think who fits that description.

 

Then, as a supposed argument against … somebody … they point out that Keynes was worried about how to pay for World War II. Um, who exactly doesn’t think that budget deficits are an issue in a more-than-full-employment economy fighting total war?

 

If the defense of their past work rests on pretending that it’s all an argument with some imaginary economist who believes that we will be in a liquidity trap for ever and ever, and in addition tells stories about debt and growth that bear no resemblance to any of the arguments I’ve heard — well, then they have no defense at all.

 

Ancora diversivi

 

Il tour di riabilitazione di Reinhart-Rogoff è stato davvero deprimente. C’è un certo numero di strade che avrebbero potuto imboccare; sfortunatamente, sembrano essersi affezionati all’idea di potere chiudere le discussioni prendendosela con un uomo di paglia. Mi sono accorto di un esempio del genere nel loro articolo sul Times, nel quale hanno cercato di controbattere l’argomento  degli avversari associandolo ad una tesi – secondo la quale tutto dipenderebbe dal ciclo dell’economia – che, per quanto ne so, nessuno ha avanzato.

Ora è uscito un altro articolo, questa volta sul Financial Times, e come mette in evidenza Jonathan Portes, se la prende con altri due diversivi.

Il primo, attacca gli “ultra-keynesiani” che credono che i tassi di interesse non saliranno mai; come dice Portes, non riesco a pensare a qualcuno che si attagli a quella descrizione.

Poi, come se fosse un argomento contro … qualcuno …. sottolineano che Keynes era preoccupato su come pagare i debiti per la II Guerra Mondiale. Mmmh, chi mai può non pensare che i deficit di bilancio non siano un problema in una economia impegnata in una guerra totale con una occupazione più che piena?

Se la difesa del loro precedente lavoro consiste nel far finta che tutto questo sia un argomento nei confronti di qualche immaginario economista che crede che saremo in una trappola di liquidità per l’eternità, e in aggiunta racconta storielle sul debito e la crescita che non hanno alcuna somiglianza con gli argomenti che si sono sentiti – ebbene, allora non hanno proprio niente con cui difendersi.

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"