OK, another toe dipped in reality. The new CBO numbers are out, and they scream “debt crisis? What debt crisis?” Here’s the actual and projected ratio of federal debt to GDP:
Yes, debt rose substantially in the face of economic crisis — which is what is supposed to happen. But runaway deficits? Not a hint.
Yes, there are longer-term issues of health costs and demographics. As always, however, these have no relevance to what we should be doing now — and it’s far from clear why they should even be a priority for discussion. As I’ve written before, the VSP consensus seems to be that to avoid the possibility of future benefit cuts, we must commit ourselves now now now to … future cuts in benefits.
Why, it’s almost as if the real goal was to make sure that benefits get cut even if the fiscal outlook improves.
Meanwhile, our policy discourse has been dominated for years by what turns out to be a false alarm. To the millions of Americans who are out of work and may never get another job thanks to premature fiscal austerity, the VSPs would like to say, “oopsies!”
Or maybe not even that. I’m happy to report that the Times does place this fiscal news on page 1. But correspondents tell me that at VSP Central, aka The Washington Post — where deficit panic has pervaded the news pages as well as the opinion section — the stunning new deficit report is buried as a small item deep inside the paper.
And Bowles and Simpson, who are now 26 months into their prediction of fiscal crisis within two years, will continue to be treated as revered gurus.
La crisi del debito? Non ha importanza.
Ebbene, in realtà c’è stato un altro tocco di lento declino. Sono usciti i nuovi dati del CBO, e ci dicono con forza: “Crisi del debito? Quale crisi del debito?”. Ecco l’effettivo e previsto tasso del debito federale sul PIL [1]:
Si, il debito è cresciuto sostanzialmente a fronte della crisi economica – il che è quanto si suppone accada. Ma deficit fuori controllo? Neppure un cenno.
Si, ci sono le problematiche a lungo termine dei costi sanitari e della demografia. Come sempre, tuttavia, esse non hanno rilievo quanto a quello che dovremmo far ora – ed è lungi dall’essere chiaro perché dovrebbero anche solo essere una priorità del dibattito. Come ho scritto in precedenza, l’unanimità delle Persone Molto Serie sembra consistere in questo: che per evitare futuri tagli nei sussidi dovremmo impegnarci senza esitazione …. per tagli futuri nei sussidi.
Perché, è quasi come se l’obbiettivo vero fosse quello di mettere in chiaro che anche se le prospettive della finanza pubblica migliorassero, i sussidi avrebbero tagli.
Nel frattempo, il nostro dibattito politico è stato per anni dominato da quello che si scopre essere un falso allarme. Ai milioni di americani che sono fuori dal lavoro e potrebbero non avere un altro posto di lavoro, grazie alla prematura austerità delle finanze pubbliche, le Persone Molto Serie potrebbero dire: “ooops” !
O forse nemmeno quello. Sono contento che il Times faccia posto a questa notizia sulla finanza a pagina 1. Ma i corrispondenti mi dicono che alla Centrale delle Persone Molto Serie, ovvero al Washington Post – dove il panico per i deficit ha pervaso le pagine delle notizie altrettanto che la sezione dei commenti – lo sbalorditivo nuovo rapporto sul deficit è stato seppellito in una piccola nota bene in fondo al quotidiano.
E Bowles e Simpson, che sono arrivati al ventiseiesimo mese nella loro previsione di una crisi della finanza pubblica in due anni, continueranno ad essere trattati come riveriti guru.
[1] Come potete notare aguzzando la vista l’anno 2013 si colloca in quella lieve discesa del rapporto che si prevedi resti stabile nei prossimi anni per salire lievissimamente nel 2020/22.
By mm
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