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La scossa della riforma sanitaria di Obama (New York Times 26 maggio 2013)

The Obamacare Shock

By PAUL KRUGMAN
Published: May 26, 2013

 

The Affordable Care Act, a k a Obamacare, goes fully into effect at the beginning of next year, and predictions of disaster are being heard far and wide. There will be an administrative “train wreck,” we’re told; consumers will face a terrible shock. Republicans, one hears, are already counting on the law’s troubles to give them a big electoral advantage.

No doubt there will be problems, as there are with any large new government initiative, and in this case, we have the added complication that many Republican governors and legislators are doing all they can to sabotage reform. Yet important new evidence — especially from California, the law’s most important test case — suggests that the real Obamacare shock will be one of unexpected success.

 

Before I can explain what the news means, I need to make a crucial point: Obamacare is a deeply conservative reform, not in a political sense (although it was originally a Republican proposal) but in terms of leaving most people’s health care unaffected. Americans who receive health insurance from their employers, Medicare or Medicaid — which is to say, the vast majority of those who have any kind of health insurance at all — will see almost no changes when the law goes into effect.

 

There are, however, millions of Americans who don’t receive insurance either from their employers or from government programs. They can get insurance only by buying it on their own, and many of them are effectively shut out of that market. In some states, like California, insurers reject applicants with past medical problems. In others, like New York, insurers can’t reject applicants, and must offer similar coverage regardless of personal medical history (“community rating”); unfortunately, this leads to a situation in which premiums are very high because only those with current health problems sign up, while healthy people take the risk of going uninsured.

 

Obamacare closes this gap with a three-part approach. First, community rating everywhere — no more exclusion based on pre-existing conditions. Second, the “mandate” — you must buy insurance even if you’re currently healthy. Third, subsidies to make insurance affordable for those with lower incomes.

Massachusetts has had essentially this system since 2006; as a result, nearly all residents have health insurance, and the program remains very popular. So we know that Obamacare — or, as some of us call it, ObamaRomneyCare — can work.

Skeptics argued, however, that Massachusetts was special: it had relatively few uninsured residents even before the reform, and it already had community rating. What would happen elsewhere? In particular, what would happen in California, where more than a fifth of the nonelderly population is uninsured, and the individual insurance market is largely unregulated? Would there be “sticker shock” as the price of individual policies soared?

 

 

Well, the California bids are in — that is, insurers have submitted the prices at which they are willing to offer coverage on the state’s newly created Obamacare exchange. And the prices, it turns out, are surprisingly low. A handful of healthy people may find themselves paying more for coverage, but it looks as if Obamacare’s first year in California is going to be an overwhelmingly positive experience.

What can still go wrong? Well, Obamacare is a complicated program, basically because simpler options, like Medicare for all, weren’t considered politically feasible. So there will probably be a lot of administrative confusion as the law goes into effect, again especially in states where Republicans have been doing their best to sabotage the process.

 

Also, some people are too poor to afford coverage even with the subsidies. These Americans were supposed to be covered by a federally financed expansion of Medicaid, but in states where Republicans have blocked Medicaid expansion, such unfortunates will be left out in the cold.

Still, here’s what it seems is about to happen: millions of Americans will suddenly gain health coverage, and millions more will feel much more secure knowing that such coverage is available if they lose their jobs or suffer other misfortunes. Only a relative handful of people will be hurt at all. And as contrasts emerge between the experience of states like California that are making the most of the new policy and that of states like Texas whose politicians are doing their best to undermine it, the sheer meanspiritedness of the Obamacare opponents will become ever more obvious.

So yes, it does look as if there’s an Obamacare shock coming: the shock of learning that a public program designed to help a lot of people can, strange to say, end up helping a lot of people — especially when government officials actually try to make it work.

La scossa della riforma sanitaria di Obama, di Paul Krugman

(New York Times 27 maggio 2013)

 

La Legge sulla Assistenza Sostenibile, anche nota come Obamacare, entrerà pienamente in funzione con l’inizio del prossimo anno e si sono sentite previsioni di sventura in lungo e in largo. Ci sarà una specie di “deragliamento” amministrativo, ci è stato detto; gli utenti subiranno un terribile trauma. I Repubblicani, si sente dire, hanno già messo in conto il grande vantaggio elettorale che otterranno per effetto delle difficoltà della legge.

Non c’è dubbio che ci saranno problemi, come sempre nel caso di una iniziativa del Governo di ampia portata, e in questo caso si deve aggiungere la complicazione di molti Governatori e legislatori repubblicani che fanno tutto quello che possono per sabotare la riforma. Tuttavia importanti nuove testimonianze – in particolare dalla California, che è il test più significativo della legge – indicano che la vera scossa della riforma di Obama sarà un inatteso successo.

Prima di passare a spiegare cosa significhino queste notizie, ho bisogno di avanzare un punto cruciale: quella di Obama è una riforma profondamente conservatrice, non in senso politico (sebbene fosse originariamente una proposta repubblicana) ma per il suo lasciare inalterata l’assistenza sanitaria per gran parte delle persone. Gli americani che ricevono l’assicurazione sanitaria dai loro datori di lavoro, da Medicare o da Medicaid – che è come dire la grande maggioranza di coloro che hanno effettivamente un qualche genere di assicurazione sanitaria – non vedranno quasi nessun cambiamento quando la legge entrerà in funzione.

Ci sono tuttavia milioni di americani che non ricevono l’assicurazione né dai datori di lavoro, né da programmi governativi. Essi possono avere l’assicurazione solo acquistandola per conto proprio, e in molti sono effettivamente tagliati fuori dal mercato. In alcuni Stati, come la California, gli assicuratori respingono i richiedenti con precedenti problemi sanitari. In altre, come New York, gli assicuratori non possono respingere i richiedenti e devono offrire una copertura analoga senza riguardo alla storia sanitaria personale (la “valutazione comunitaria” [1]); sfortunatamente questo porta ad una situazione nella quale le polizze sono molto elevate perché si iscrivono solo quelli che hanno problemi di salute in corso, mentre le persone sane corrono il rischio di restare non assicurate.

La riforma di Obama ha chiuso questa lacuna con un approccio su tre fronti. In primo luogo, “valutazioni comunitarie” dappertutto – divieto delle esclusioni basate sulle preesistenti condizioni di salute. In secondo luogo, la cosiddetta “delega” [2] – si deve acquistare una assicurazione anche se si è sul momento sani. In terzo luogo, i sussidi per rendere l’assicurazione sostenibile per coloro che hanno i redditi più bassi.

Il Massachusetts ha in sostanza questo sistema dal 2006; di conseguenza quasi tutti i residenti hanno l’assicurazione sanitaria ed il programma gode di grande consenso. Dunque noi sappiamo che la “assistenza di Obama” – o, come qualcuno di noi la chiama, la “assistenza di Obama e Romney” [3] – può funzionare.

Gli scettici, tuttavia, hanno sostenuto che il Massachusetts era un caso particolare: anche prima della riforma aveva relativamente pochi residenti non assicurati, ed aveva già il metodo della “valutazione comunitaria”. Cosa sarebbe accaduto altrove? In particolare, cosa sarebbe accaduto in California, dove più di un quinto della popolazione non anziana è sprovvisto di assicurazione, ed il mercato delle assicurazioni individuali è ampiamente deregolamentato? Ci sarebbe stata una reazione di sgomento [4],  quando i costi delle polizze individuali fossero saliti alle stelle?

Ebbene, sono arrivate le offerte della California – ovvero, gli assicuratori hanno sottomesso i prezzi ai quali intendono offrire copertura alla apposita “Borsa” dello Stato da poco creata dalla riforma di Obama. E i prezzi, si è scoperto, sono sorprendentemente bassi. Una manciata di persone può ritrovarsi a pagare di più per l’assicurazione, ma sembra che il primo anno della riforma di Obama in California sia destinato ad essere nel complesso una esperienza positiva.

Cosa può ancora andar storto? Ebbene, la riforma dell’assistenza di Obama è un programma complesso, fondamentalmente perché opzioni più semplici, come Medicare per tutti, non erano considerate praticabili dal punto di vista politico. Dunque, al momento in cui la legge entrerà in funzione, ci sarà probabilmente un  bel po’ di confusione amministrativa, ancora una volta soprattutto negli Stati nei quali i Repubblicani hanno fatto del loro meglio per sabotarne il percorso.

Inoltre, alcune persone sono troppo povere per permettersi la copertura assicurativa anche con i sussidi. Si supponeva che questi americani sarebbero stati assistiti da una espansione di Medicaid finanziata con i contributi federali, ma negli Stati nei quali i Repubblicani hanno bloccato questo ampliamento di Medicaid, quegli sfortunati individui saranno lasciati nelle ambasce.

Eppure, ecco quello che sembra stia per accadere: milioni di americani d’un tratto guadagneranno l’assistenza sanitaria, e altri milioni si sentiranno più al sicuro sapendo che quella copertura è disponibile se perdono il loro posto di lavoro o patiscono altre disgrazie. Solo per una manciata di persone ci sarà un danno reale. E come emergeranno i contrasti tra l’esperienza degli Stati come la California, che stanno sfruttando al massimo la nuova politica, e quella degli Stati come il Texas, nei quali i politici stanno facendo del loro meglio per sabotarla, la pura e semplice meschinità degli oppositori della riforma di Obama diventerà sempre più evidente.

Dunque è vero, pare che per davvero sia in arrivo una scossa dalla riforma dell’assistenza di Obama: quella di apprendere che un programma pubblico pensato per aiutare un gran numero di persone possa, strano a dirsi, finire per aiutarle sul serio – in particolare quando i responsabili del Governo cercano effettivamente di farlo funzionare.

 


[1] Il “community rating” è un metodo di stima dei rischi assicurativi che si basa sulla regola della esclusione di valutazioni di carattere personale e specifico (ad esempio, l’età, il genere, l’esistenza di determinata malattie pregresse etc). Nel caso della “valutazione comunitaria”  il calcolo del “rischio assicurativo” si può invece basare soltanto sui dati complessivi della morbilità e dei costi relativi dell’intera popolazione (“comunità”) nella quale la assicurazione opera.  Se ad esempio l’intera popolazione ha una esposizione particolare alle malattie cardiovascolari, ad esempio per una percentuale elevata di lavoratori in aziende insalubri, questo si rifletterà sul “rischio medio” di quel territorio o comunità , ma non potrà comportare premi o polizze assicurative diverse, a secondo che gli utenti abbiano già avuto malattie del genere o che possano più facilmente contrarle.

[2] Ovvero l’obbligo per  tutti gli individui singoli di aderire ad una assicurazione. Il termine “delega” (“mandate”) può apparire bizzarro, nel senso che letteralmente significa che lo Stato Federale intesta su ogni cittadino una funzione che in un certo senso deriva dallo stato medesimo. Ma è una espressione tutt’altro che casuale, scaturita da un complessa controversia giuridica e costituzionale. Era in campo il diritto costituzionalmente garantito di ogni cittadino di essere padrone delle proprie sorti, anche di quelle sanitarie. Mi pare che si possa dire che quel diritto è stato aggirato affidando ad ognuno un obbligo che non è limitativo della propria libertà, ma piuttosto è una partecipazione di tutti i singoli ad un comportamento pubblico e collettivo. In questo modo anche la Corte Suprema, nella quale le spinte per una abrogazione della legge erano assai forti, per la cospicua presenza al suo interno di giudici conservatori, dopo una lunga e contrastata discussione, ha deciso a favore della costituzionalità del “mandate”.

[3] Perché una riforma sanitaria con gli stessi principi di quella voluta nazionalmente da Obama, era appunto in precedenza stata approvata al livello dello Stato del Massachusetts, quando Governatore di quello Stato era Mitt Romney. Romney, il candidato alla Presidenza dei Repubblicani nel 2012, ebbe non pochi problemi nel dover attaccare la riforma di Obama – come imponeva la base fortemente conservatrice del suo Partito, nonché il movimento Tea Party – quando lui stesso ne aveva varato una abbastanza simile.

[4]“Sticker shock” è una espressione idiomatica per la quale mi pare non abbiamo equivalenti: lo “shock da etichetta”. Del prezzo, appunto.

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