Blog di Krugman

Quello spettacolo degli anni ‘90 (17 maggio 2013)

 

That 90s Show

I picked a good week to be away — and I am still away, mostly, although playing a bit of hooky on the notebook right now. For it has been the week of OBAMA SCANDALS, nonstop.

Except it seems that there weren’t actually any scandals, just the usual confusion and low-level mistakes that happen all the time, in any administration.

Does the evaporation of the scandals matter? I don’t know. Unfortunately, I remember the early Clinton years, when ridiculous stuff — restructuring at the White House travel office, for God’s sake, and a money-losing land deal — led to years of front-page headlines, endless investigations,and nothing at all in the form of proven Clinton wrongdoing. If the press decide that scandals are going to be the topic, the absence of actual scandals may not matter.

Oh, and the ongoing disaster of economic policy? Boooring.

 

Quello spettacolo degli anni ‘90

Ho scelto una bella settimana per andarmene – e sono ancora fuori, sebbene in questo momento per lo più marinando la scuola sul registro. Perché questa è stata la settimana degli SCANDALI DI OBAMA, a non finire.

Con tutto questo, sembra che non ci sia stato in effetti alcuno scandalo, solo la solita confusione e gli errori al basso livello degli apparati, che accadono sempre in ogni amministrazione.

Ha qualche importanza questa cortina fumogena degli scandali? Non lo so. Sfortunatamente, mi ricordo i primi anni di Clinton, quando cose ridicole – la ristrutturazione dell’ufficio viaggi della Casa Bianca, per amor di Dio [1], e un affare in perdita su un terreno – portarono ad anni di titoli sui giornali, inchieste infinite, ed assolutamente niente nel senso di accertate malefatte di Clinton. Se la stampa decide che gli scandali sono destinati ad essere la cosa più importante, la assenza di scandali effettivi può non avere importanza.

 

Ed il perdurante disastro della politica economica? Quella è roba noiosa.



[1] Ovvero, cosa davvero insignificante. “For God’s sake” è anche traducibile con un “porca miseria!”.

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