Blog di Krugman

Florida a confronto della Spagna. Un aggiornamento. (24 giugno 2013)

 

June 24, 2013, 2:34 am

Florida Versus Spain, An Update

 

I’ve suggested on a number of occasions that one good way to understand the problems of the euro is to compare the experiences of Florida and Spain. Both had huge housing bubbles, fed in part by buyers of coastal holiday homes, which burst. Both suffered nasty recessions as a result. But then their destinies diverged, because one was part of a fiscal as well as monetary union, while the other wasn’t. As its economy shrank, Florida paid much less in federal taxes, even as federal spending in Florida rose; I’ve estimated the de facto federal aid to Florida in 2010 at around 5 percent of GDP. That’s aid, not loans; anything on that scale would have been inconceivable in Europe.

Now, as everyone knows, Spain continues to suffer, with unemployment rising ever higher; and despite ECB actions that have contained its borrowing costs, no end to the debt crisis is in sight. Meanwhile, what’s going on in Florida?

Remarkably, the Florida unemployment rate is not only down, it’s slightly below the national average:

z 50

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

How did that happen? It’s not because of a huge employment boom: Florida’s employment decline was much bigger than that of the nation as a whole, and it has not made up the gap:

z 51

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

What has happened, presumably, is out-migration: workers leaving Florida for better job markets. Oh, by the way: further evidence against the notion that “structural” mismatches explain weak employment.

Now, out-migration is a big problem when it happens in Europe, because it undermines the fiscal base; but in Florida, which benefits from federal retirement and health-care programs, housing the elderly is actually an export industry.

So the saga continues — and the evidence continues to mount that Europe just wasn’t ready for a single currency.

 

Florida a confronto della Spagna. Un aggiornamento.

 

Ho suggerito in un certo numero di occasioni che un buon modo per comprendere i problemi dell’euro è quello che mettere a confronto l’esperienza della Florida e della Spagna. Hanno entrambe avuto vaste bolle immobiliari, in parte alimentate dagli acquirenti delle case di vacanza costiere. Come conseguenza, entrambe hanno sofferto una pessima recessione. Ma poi hanno avuto destini divergenti, perché una era parte di una unione monetaria e di finanza pubblica, mentre l’altra non lo era. Come la sua economia si è contratta, la Florida ha pagato molto meno in tasse federali, anche se la spesa federale in Florida è cresciuta; ho stimato in sostanza l’aiuto federale alla Florida nel 2010 attorno al  5 per cento del PIL. Si tratta di aiuto, non di prestiti; niente di quelle dimensioni sarebbe concepibile in Europa.

Ora, come tutti sanno, la Spagna continua a patire, con la disoccupazione che sale sempre più in alto; e nonostante che le iniziative della BCE abbiano contenuto i suoi costi di indebitamento, non è in vista alcuna fine della crisi del debito. Nel frattempo, cosa sta accadendo in Florida?

In modo considerevole, il tasso di disoccupazione in Florida non solo non è sotto, ma è leggermente sopra la media nazionale:

z 50

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come è accaduto? Non è dipeso da un vasto boom dell’occupazione; il declino dell’occupazione in Florida è stato molto più grande di quello della nazione nel suo complesso, e questo non è andato a vantaggio del differenziale:

z 51

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quello che è successo, probabilmente, è stata una emigrazione: i lavoratori hanno lasciato la Florida per mercati di lavoro migliori. La qualcosa, per inciso, è una prova ulteriore contro l’idea che discrepanze “strutturali” spieghino l’occupazione debole [1].

Ora, l’emigrazione è un grande problema quando ha luogo in Europa, perché essa mette a repantaglio  le basi della finanza pubblica; ma in Florida, che gode dei programmi federali sulle pensioni e sulla assistenza sanitaria, dare alloggio ai più anziani è in effetti una industria dell’export [2].

Dunque la saga cantinua – e continuano a crescere le prove che l’Europa proprio non era pronta per una moneta unica.



[1] Intende dire che la spiegazione, che viene da economisti conservatori e dalla destra, ma talora anche da ambienti democratici, secondo la quale la disoccupazione dipende principalmente dal fatto che non c’è corrispondenza tra offerta di lavoro e domanda di lavoro, per effetto di inedeguate specializzazioni professionali, non corrisponde al vero.

[2] Ovvero: anche in Florida, ovviamente, la perdita di lavoratori che emigrano è una sottrazione alla base fiscale, ma è più che compensata dalla immigrazione di anziani che vengono a passare la vecchiaia lì, per ragioni connesse al clima ed all’ambiente di mare. Questi flussi di residenti anziani sono, in pratica, una voce dell’export, perché sono assistiti dai programmi federali in materia di pensioni e sanità.

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"