The Geezers Are All Right
By PAUL KRUGMAN
Published: June 2,
Last month the Congressional Budget Office released its much-anticipated projections for debt and deficits, and there were cries of lamentation from the deficit scolds who have had so much influence on our policy discourse. The problem, you see, was that the budget office numbers looked, well, O.K.: deficits are falling fast, and the ratio of debt to gross domestic product is projected to remain roughly stable over the next decade. Obviously it would be nice, eventually, to actually reduce debt. But if you’ve built your career around proclamations of imminent fiscal doom, this definitely wasn’t the report you wanted to see.
Still, we can always count on the baby boomers to deliver disaster, can’t we? Doesn’t the rising tide of retirees mean that Social Security and Medicare are doomed unless we radically change those programs now now now?
Maybe not.
To be fair, the reports of the Social Security and Medicare trustees released Friday do suggest that America’s retirement system needs some significant work. The ratio of Americans over 65 to those of working age will rise inexorably over the decades ahead, and this will translate into rising spending on Social Security and Medicare as a share of national income.
But the numbers aren’t nearly as overwhelming as you might have imagined, given the usual rhetoric. And if you look under the hood, the data suggest that we can, if we choose, maintain social insurance as we know it with only modest adjustments.
Start with Social Security. The retirement program’s trustees do foresee rising spending as the population ages, with total payments rising from 5.1 percent of G.D.P. now to 6.2 percent in 2035, at which point they stabilize. This means, by the way, that all the talk of Social Security going “bankrupt” is nonsense; even if nothing at all is done, the system will be able to pay most of its scheduled benefits as far as the eye can see.
Still, it does look as if there will eventually be a shortfall, and the usual suspects insist that we must move right now to reduce scheduled benefits. But I’ve never understood the logic of this demand. The risk is that we might, at some point in the future, have to cut benefits; to avoid this risk of future benefit cuts, we are supposed to act pre-emptively by…cutting future benefits. What problem, exactly, are we solving here?
What about Medicare? For years, many people — myself included — have warned that Medicare is a much bigger problem than Social Security, and the latest report from the program’s trustees still shows spending rising from 3.6 percent of G.D.P. now to 5.6 percent in 2035. But that’s a smaller rise than in previous projections. Why?
The answer is that the long-term upward trend in health care costs — a trend that has affected private insurance as well as Medicare — seems to have flattened out significantly over the past few years. Nobody is quite sure why, but there are indications that some of the cost-reducing measures contained in the Affordable Care Act, a k a Obamacare, are actually starting to “bend the curve,” just as they were supposed to. And because there are a number of cost-reducing measures in the law that have not yet kicked in, there’s every reason to believe that this favorable trend will continue.
Furthermore, there’s plenty of room for more savings, if only because recent research confirms that Americans pay far more for health procedures than citizens of other advanced countries pay; that the price premium can and should be brought down, and when it is, Medicare’s financial outlook will improve further.
So what are we looking at here? The latest projections show the combined cost of Social Security and Medicare rising by a bit more than 3 percent of G.D.P. between now and 2035, and that number could easily come down with more effort on the health care front. Now, 3 percent of G.D.P. is a big number, but it’s not an economy-crushing number. The United States could, for example, close that gap entirely through tax increases, with no reduction in benefits at all, and still have one of the lowest overall tax rates in the advanced world.
But haven’t all the great and the good been telling us that Social Security and Medicare as we know them are unsustainable, that they must be totally revamped — and made much less generous? Why yes, they have; they’ve also been telling us that we must slash spending right away or we’ll face a Greek-style fiscal crisis. They were wrong about that, and they’re wrong about the longer run, too.
The truth is that the long-term outlook for Social Security and Medicare, while not great, actually isn’t all that bad. It’s time to stop obsessing about how we’ll pay benefits to retirees in 2035 and focus instead on how we’re going to provide jobs to unemployed Americans in the here and now.
I vecchi sono a posto, di Paul Krugman
New York Times 2 giugno 2013
Il mese scorso il Congressional Budget Office ha pubblicato le sue molto attese previsioni sul bilancio e sui deficit, e ci sono state crisi di pianto da parte delle Cassandre del deficit che avevano avuto così tanto seguito nel nostro dibattito politico. Il problema, capite, è stato che i dati dell’ufficio del bilancio sono apparsi, proprio così, buoni: i deficit stanno calando velocemente e la percentuale del debito sul prodotto interno lordo viene prevista stabile nel prossimo decennio. Ovviamente dovrebbe essere positivo, alla fine, ridurre effettivamente il debito. Ma se avete costruito la vostra carriera attorno a proclami di una imminente rovina delle finanze pubbliche, questo certamente non era il rapporto che volevate leggere.
Eppure, possiamo sempre far conto sulla generazione del boom delle nascite per annunciare un disastro, non è così? La marea montante di pensionati non significa che la Previdenza Sociale e Medicare [1] sono condannate se non cambiamo radicalmente quei programmi senza aspettare un istante? Forse no.
Ad essere onesti, i rapporti dei fondi fiduciari della Previdenza Sociale e di Medicare indicano che il sistema previdenziale ha bisogno di qualche intervento significativo. La percentuale degli americani ultrasessantacinquenni su quelli che sono in età lavorativa crescerà inesorabilmente nei decenni a venire, e questo si tradurrà in una spesa crescente sulla Previdenza Sociale e su Medicare come percentuali del reddito nazionale.
Ma i dati non sono per niente così sconvolgenti come ci si poteva aspettare, sulla base della consueta propaganda. E se si guarda un po’ più a fondo, essi indicano che possiamo, se decidiamo di farlo, mantenere la assicurazione sociale che abbiamo con correzioni solo modeste.
Partiamo dalla Previdenza Sociale. Il programma dei fondi pensionistici prevede per davvero con l’invecchiamento della popolazione una spesa crescente, con i pagamenti totali che salgono dal 5,1 per cento del PIL di oggi al 6,2 per cento nel 2035, e con una stabilizzazione a quel punto. Questo significa, per inciso, che tutto il parlare su una Sicurezza Sociale destinata ad una “bancarotta” è un nonsenso; da quanto si può capire a prima vista, anche se non si facesse niente il sistema sarebbe capace di pagare gran parte dei sussidi programmati.
Eppure, sembra che alla fine ci sarà un deficit, ed i soliti noti insistono che occorre agire immediatamente per ridurre i benefici previsti. Ma io non ho mai capito la logica di questa richiesta. Il rischio è che potremmo avere, in qualche momento del futuro, tagli ai sussidi; per evitare questo rischio di tagli ai futuri sussidi, si pensa che si debba agire preventivamente …. tagliando i sussidi futuri. Quale problema staremmo esattamente risolvendo, in questo modo?
Che dire di Medicare? Per anni molte persone – incluso il sottoscritto – hanno messo in guardia che Medicare è un problema assai più grande della Sicurezza Sociale, e l’ultimo rapporto da parte dei fondi fiduciari del programma mostra ancora una spesa in crescita dal 3,6 per cento del PIL di oggi al 5,6 per cento del 2035. Ma si tratta di una spesa più piccola delle previsioni precedenti. Perché?
La risposta è che la tendenza al rialzo nel lungo periodo dei costi della assistenza sanitaria – una tendenza che riguarda le assicurazioni private nello stesso modo di Medicare – sembra essersi significativamente appiattita nel corso degli ultimissimi anni. Nessuno è del tutto sicuro della ragione, ma ci sono indicazioni che alcune delle misure di riduzione di costi contenute nella Legge per una Assistenza Sostenibile, anche nota come Obamacare, stiano effettivamente cominciando a “flettere la curva” delle previsioni, proprio come si prevedeva. E poiché nella legge c’è un certo numero di misure di riduzione dei costi che non hanno ancora avuto effetto, ci sono tutte le ragioni per credere che questa tendenza positiva proseguirà.
Inoltre, c’è molto spazio per ulteriori risparmi, se solo si considera che una recente ricerca conferma che gli americani pagano di più per le procedure sanitarie dei cittadini degli altri paesi avanzati; che il prezzo delle polizze assicurative potrebbe e dovrebbe essere ridotto, e quando lo fosse, le prospettive finanziarie di Medicare migliorerebbero ulteriormente.
Dunque, a cosa stiamo assistendo? Le ultime previsioni mostrano i costi congiunti della Previdenza Sociale e di Medicare in crescita per un po’ più del 3 per cento del PIL da ora al 2035, e quel dato potrebbe facilmente ridursi per effetto di un maggiore impegno sul fronte della assistenza sanitaria. Ora, il 3 per cento del PIL è un numero importante, ma non tale da devastare un’economia. Gli Stati Uniti potrebbero, ad esempio, chiudere interamente questo buco attraverso aumenti delle tasse, senza nessuna riduzione dei sussidi, ed avremmo ancora delle più basse aliquote fiscali complessive del mondo avanzato.
Ma non ci stavano dicendo tutti gli ‘alti papaveri’ che la Previdenza Sociale e il Medicare che conosciamo erano insostenibili, che dovevano essere rivisti per intero – e resi molto meno generosi? Perché si, l’avevano detto; e ci stavano anche dicendo che se non avessimo subito abbattuto la spesa avremmo fronteggiato una crisi della finanza pubblica sul modello della Grecia. Avevano torto su quell’aspetto, ed avevano anche torto sulle previsioni a lungo termine.
La verità è che le previsioni a lungo termine per la Previdenza Sociale e per Medicare, se non sono fantastiche, in effetti non sono così brutte. E’ tempo di smetterla con l’ossessione su come pagheremo i sussidi ai pensionati nel 2035 e di concentraci piuttosto su come abbiamo intenzione di dare lavoro agli americani disoccupati, qua e ora.
[1] Come è noto, Social Security e Medicare sono due programmi del Governo federale degli Stati Uniti. Per una maggiore spiegazione, vedi le note finali sulla traduzione.
By mm
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