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Il club dei rancorosi (New York Times 6 giugno 2013)

The Spite Club

By PAUL KRUGMAN

Published: June 6,

House Republicans have voted 37 times to repeal ObamaRomneyCare — the Affordable Care Act, which creates a national health insurance system similar to the one Massachusetts has had since 2006. Nonetheless, almost all of the act will go fully into effect at the beginning of next year.

There is, however, one form of obstruction still available to the G.O.P. Last year’s Supreme Court decision upholding the law’s constitutionality also gave states the right to opt out of one piece of the plan, a federally financed expansion of Medicaid. Sure enough, a number of Republican-dominated states seem set to reject Medicaid expansion, at least at first.

 

And why would they do this? They won’t save money. On the contrary, they will hurt their own budgets and damage their own economies. Nor will Medicaid rejectionism serve any clear political purpose. As I’ll explain later, it will probably hurt Republicans for years to come.

No, the only way to understand the refusal to expand Medicaid is as an act of sheer spite. And the cost of that spite won’t just come in the form of lost dollars; it will also come in the form of gratuitous hardship for some of our most vulnerable citizens.

Some background: Obamacare rests on three pillars. First, insurers must offer the same coverage to everyone regardless of medical history. Second, everyone must purchase coverage — the famous “mandate” — so that the young and healthy don’t opt out until they get older and/or sicker. Third, premiums will be subsidized, so as to make insurance affordable for everyone. And this system is going into effect next year, whether Republicans like it or not.

 

 

Under this system, by the way, a few people — basically young, healthy individuals who don’t already get insurance from their employers, and whose incomes are high enough that they won’t benefit from subsidies — will end up paying more for insurance than they do now. Right-wingers are hyping this observation as if it were some kind of shocking surprise, when it was, in fact, well-known to everyone from the beginning of the debate. And, as far as anyone can tell, we’re talking about a small number of people who are, by definition, relatively well off.

Back to the Medicaid expansion. Obamacare, as I’ve just explained, relies on subsidies to make insurance affordable for lower-income Americans. But we already have a program, Medicaid, providing health coverage to very-low-income Americans, at a cost private insurers can’t match. So the Affordable Care Act, sensibly, relies on an expansion of Medicaid rather than the mandate-plus-subsidy arrangement to guarantee care to the poor and near-poor.

 

 

But Medicaid is a joint federal-state program, and the Supreme Court made it possible for states to opt out of the expansion. And it appears that a number of states will take advantage of that “opportunity.” What will that mean?

A new study from the RAND Corporation, a nonpartisan research institution, examines the consequences if 14 states whose governors have declared their opposition to Medicaid expansion do, in fact, reject the expansion. The result, the study concluded, would be a huge financial hit: the rejectionist states would lose more than $8 billion a year in federal aid, and would also find themselves on the hook for roughly $1 billion more to cover the losses hospitals incur when treating the uninsured.

Meanwhile, Medicaid rejectionism will deny health coverage to roughly 3.6 million Americans, with essentially all of the victims living near or below the poverty line. And since past experience shows that Medicaid expansion is associated with significant declines in mortality, this would mean a lot of avoidable deaths: about 19,000 a year, the study estimated.

Just think about this for a minute. It’s one thing when politicians refuse to spend money helping the poor and vulnerable; that’s just business as usual. But here we have a case in which politicians are, in effect, spending large sums, in the form of rejected aid, not to help the poor but to hurt them.

 

 

And as I said, it doesn’t even make sense as cynical politics. If Obamacare works (which it will), millions of middle-income voters — the kind of people who might support either party in future elections — will see major benefits, even in rejectionist states. So rejectionism won’t discredit health reform. What it might do, however, is drive home to lower-income voters — many of them nonwhite — just how little the G.O.P. cares about their well-being, and reinforce the already strong Democratic advantage among Latinos, in particular.

 

Rationally, in other words, Republicans should accept defeat on health care, at least for now, and move on. Instead, however, their spitefulness appears to override all other considerations. And millions of Americans will pay the price.

Il club dei rancorosi, di Paul Krugman

New York Times 6 giugno 2013

 

I Repubblicani della Camera hanno votato 37 volte per abrogare la legge sulla assistenza sanitaria di Obama (e di Romney) – ovvero la “Legge per una Assistenza Sostenibile”, che crea un sistema nazionale di assicurazione sanitaria simile a quello che il Massachusetts ha avuto dal 2006. Ciononostante, la legge andrà pienamente in vigore all’inizio del prossimo anno, quasi per intero. La decisione della Corte Suprema dell’anno passato, che ha confermato la costituzionalità della legge, ha anche dato agli Stati il diritto di chiamarsi fuori da una parte del programma, l’espansione [1] di Medicaid  sulla base di finanziamenti federali. Sembra chiaro che un  certo numero di Stati a maggioranza repubblicana siano orientati a respingere l’espansione di Medicaid, almeno in una prima fase.

E perché lo farebbero? Non risparmieranno denaro. Al contrario, danneggeranno i loro bilanci e le loro economie. Né il rigetto di Medicaid è utile ad un qualche chiaro proposito politico. Come spiegherò più oltre, esso probabilmente danneggerà i Repubblicani negli anni a venire.

No, si può comprendere il rifiuto di potenziare Medicaid solo come un atto di mera ripicca. E il costo di quel dispetto non avrà soltanto la forma di soldi persi; avrà anche la forma di una sofferenza gratuita per alcuni dei nostri concittadini più vulnerabili.

Facciamo un passo indietro: la riforma di Obama si regge su tre pilastri. Il primo, gli assicuratori devono offrire a tutti la stessa copertura, a prescindere dalle condizioni sanitarie pregresse. Il secondo, tutti debbono acquistare la copertura assicurativa – la famosa “delega” [2] – in modo che coloro che sono giovani e un buona salute non si sottraggano dalla assicurazione finché non sono più anziani e/o più malati. In terzo luogo, ci saranno sussidi per il pagamento dei premi assicurativi, in modo che la assicurazione sia sostenibile da tutti. E questo sistema è destinato ad entrare in funzione il prossimo anno, che piaccia o no ai Repubblicani.

Per inciso, con questo sistema poche persone – fondamentalmente individui giovani e in salute che non ricevono già l’assicurazione dai loro datori di lavoro e i cui redditi sono sufficientemente alti per non beneficiare di sussidi – finiranno col pagare per l’assicurazione di più di quanto non facciano adesso. I conservatori stanno montando questa osservazione come se fosse una impressionante sorpresa, mentre era, nei fatti, ben nota a tutti dall’inizio del dibattito. E, per quello che si può dire, stiamo parlando di un numero piuttosto modesto di persone che sono, per definizione, benestanti.

Torniamo alla espansione di Medicaid. La riforma di Obama, come ho appena spiegato, si basa su sussidi che rendano l’assicurazione sostenibile per gli americani con i redditi più bassi. Ma abbiamo già un programma, Medicaid, che fornisce copertura sanitaria agli americani con redditi bassissimi, ad un costo che gli assicuratori privati non possono eguagliare. Dunque la Legge per una Assistenza Sostenibile, a buona ragione, si basa su un potenziamento di Medicare, piuttosto che su una combinazione di ‘delega più sussidi’, per garantire assistenza ai poveri ed ai quasi poveri.

Ma Medicaid è un programma congiunto federale e dei singoli Stati, e la Corte Suprema ha reso possibile per questi ultimi il sottrarsi a quella espansione. E sembra che un certo numero di Stati approfitteranno di quella “opportunità”. Con quali conseguenze?

Un nuovo studio da parte della RAND Corporation, un istituto indipendente di ricerca, esamina le conseguenze se i 14 Stati i cui Governatori hanno dichiarato la loro opposizione alla espansione di Medicaid, di fatto, rigettassero tale ampliamento di funzioni. Quello studio ha concluso che il risultato sarebbe un gran colpo sul piano finanziario: gli Stati del ‘fronte del rigetto’ perderebbero più di 8 miliardi di dollari all’anno di aiuti federali, e si ritroverebbero alle strette per circa un altro miliardo per coprire le perdite nelle quali incorrerebbero gli ospedali assistendo i non assicurati.

Allo stesso tempo, il ‘fronte del rigetto’ negherà la assistenza sanitaria a circa 3 milioni e 600 mila americani, quasi tutte vittime che vivono attorno o sotto la linea della povertà. E dal momento che l’esperienza passata dimostra che l’espansione di Medicare è associata a significative riduzioni della mortalità, questo significherebbe una grande quantità di morti evitabili; lo studio ne ha stimate circa 19.000.

Si pensi a questo solo per un attimo. Una cosa è quando gli uomini politici rifiutano di spendere soldi per aiutare i poveri e gli emarginati; quello è solo un calcolo al quale siamo abituati. Ma qui abbiamo un caso nel quale gli uomini politici spenderebbero grandi somme, nella forma di aiuti respinti, non per aiutare i poveri bensì per danneggiarli.

E come ho detto, questo è insensato anche dal punto di vista di una politica cinica. Se la riforma di Obama funziona (come accadrà), milioni di elettori di medio reddito – il genere di persone che potrebbero sostenere nelle prossime elezioni entrambi i partiti – vedranno importanti benefici, anche negli Stati del rigetto. Dunque, il fronte del rigetto non porterà discredito alla riforma sanitaria. Quello che si otterrà, tuttavia, sarà proprio l’imprimere bene nella testa degli elettori a più basso reddito – molti dei quali non bianchi – quanto poco il Partito Repubblicano si curi del loro benessere, in particolare rafforzando il già forte vantaggio dei Democratici tra gli ispanici.

In altre parole, in termini razionali i Repubblicani dovrebbero accettare la sconfitta sulla assistenza sanitaria, almeno per il momento, e voltare pagina. Invece il loro rancore sembra prevalga su ogni altra considerazione. E il prezzo lo pagheranno milioni di americani.

 

 


 

 


[1] Il termine usato è “espansione”, perché, come l’articolo spiega successivamente, la riforma di Obama ha previsto un ampliamento del raggio di azione di Medicare anche a persone di redditi più bassi, ma non poverissime. Il potenziamento di Medicare, dunque, deriverà dalla necessità di coprire finalità più ampie di oggi.

[2] Per il termine “mandate” ripropongo la nota all’articolo del 27 maggio.

La “delega” è l’obbligo per  tutti gli individui singoli di aderire ad una assicurazione. Il termine “delega” (“mandate”) può apparire bizzarro, nel senso che letteralmente significa che lo Stato Federale intesta su ogni cittadino una funzione che in un certo senso deriva dallo stato medesimo. Ma è una espressione tutt’altro che casuale, scaturita da un complessa controversia giuridica e costituzionale. Era in campo il diritto costituzionalmente garantito di ogni cittadino di essere padrone delle proprie sorti, anche di quelle sanitarie. Mi pare che si possa dire che quel diritto è stato aggirato affidando ad ognuno un obbligo che non è limitativo della propria libertà, ma piuttosto è una partecipazione di tutti i singoli ad un comportamento pubblico e collettivo. In questo modo anche la Corte Suprema, nella quale le spinte per una abrogazione della legge erano assai forti per la cospicua presenza al suo interno di giudici conservatori, dopo una lunga e contrastata discussione, ha deciso a favore della costituzionalità del “mandate”.

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