Blog di Krugman

La nazione della non inflazione (16 giugno 2013)

 

June 16, 2013, 5:31 pm

Inflation Nation Not

Brad DeLong has a fairly long, intricate piece keying off what looked like a prediction by John Cochrane, early in the Great Recession, that the Fed’s expansion of the monetary base would lead to high inflation. Brad spends a fair bit of time on various excuses — was it really a prediction? — but I think that’s beside the main point, which is that all the people predicting high inflation four years ago were right to do so, given their models. And the lesson of low inflation — a lesson most of them refuse to learn — is that their models were wrong.

 

Basically, many people on the right had and have a supply-side view of the slump. This comes in different versions: there’s the view that unemployment benefits and Obamacare are reducing labor supply; there’s the Austrian view that the bubble left us with the wrong capital structure; I suspect there are other versions I’m missing. But under any supply-side interpretation, the Fed’s decision to respond by trying to pump up demand, which it has done by vastly increasing the monetary base, ought to have been inflationary.

 

Of course it wasn’t — which is what people from my side of the argument predicted in advance, because we recognized that collapsing demand had pushed us into a liquidity trap in which the Fed’s problem was lack of traction, not inflation.

The disappointing thing is, as I’ve already suggested, that almost nobody has been induced by this dramatic failure of prediction — or the similar error on interest rates — to change views, and possibly even concede that the Keynesians might have a point.

 

La nazione della non inflazione

 

Brad DeLong scrive un articolo abbastanza lungo ed intricato per adattare quella che sembrava una previsione da parte di John Cochrane, agli inizi della Grande Recessione, che la espansione da parte della Fed della base monetaria avrebbe condotto ad una elevata inflazione. Brad spende un bel po’ di tempo in varie attenuanti – si trattava davvero di una previsione? – ma penso che questo non abbia niente a che fare con il punto principale, che consiste nel fatto che tutti coloro che quattro anni fa prevedevano una inflazione elevata avevano ragione di farlo, dati i loro modelli. E la lezione  della bassa inflazione – una lezione che la gran parte di loro rifiuta di apprendere – è che i loro modelli erano sbagliati.

Fondamentalmente, molte persone a destra avevano ed hanno una visione della crisi dal punto di vista dell’offerta. Questa si manifesta in diverse versioni: c’è il punto di vista secondo il quale i sussidi di disoccupazione e la riforma sanitaria di Obama stanno riducendo l’offerta di lavoro; c’è il punto di vista degli economisti di scuola “austriaca” [1] secondo il quale la bolla ci ha lasciati con la struttura sbagliata del capitale; sospetto che ci siano altre versioni che non mi vengono in mente. Ma sotto qualsiasi interpretazione dal punto di vista dell’offerta, la decisione della Fed di cercar di gonfiare la domanda, quello che essa ha fatto incrementando largamente la base monetaria, doveva essere stata inflazionistica.

Evidentemente così non è stato – che è quello che le persone collocate dalla parte della mia tesi avevano previsto in anticipo, perché avevamo riconosciuto che la domanda che cedeva ci aveva spinti in una trappola di liquidità, nella quale il problema della Fed sarebbe stata una mancanza di capacità di spinta, non l’inflazione.

La cosa deludente è, come ho già indicato, che quasi nessuno è stato indotto da questo spettacolare fallimento previsionale – o dall’errore analogo sui tassi di interesse – a cambiare punto di vista, e magari anche ad ammettere che i keynesiani potevano aver messo a segno un punto.



[1] Per “Austrians” vedi le note finali della traduzione.

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