Blog di Krugman

Pentimenti greci (5 giugno 2013)

 

Greek Regrets

 

The IMF has released a fairly remarkable piece of self-criticism (pdf) over policy in Greece. On a first read, the report seems to suggest two main failings on the IMF’s part: it failed to acknowledge early on that Greece simply could not repay its debt in full, and it vastly underestimated the economic damage austerity would inflict.

 

Both errors were, if I may say so, obvious at the time. The troika plan was clearly not realistic — and just about all of us on the Keynesian side were warning, loudly, that multipliers estimated from normal periods with offsetting monetary policy were grossly misleading for fiscal policy under current conditions. All one can say is that the IMF was better than the rest of the troika, with the ECB in particular actually buying in to the fantasy of expansionary austerity.

 

What could/should have been done differently? The report more or less acknowledges that the pain would have been less with some major debt forgiveness upfront, but dismisses the notion of a more gradual adjustment on the grounds that the financing wouldn’t have been available. But look: if we’re willing to imagine a world in which the troika was willing to admit in 2010 that major debt forgiveness was necessary, why not also imagine that in this world the ECB was willing from the start to backstop sovereign debt the way it finally began to do years later? I think it’s possible to envisage a Greek program that began with a big debt writedown, traded off nasty but not crippling austerity for substantial bridge loans from the ECB, and in which Greece returned to the private market in 2012 or so.

OK, it wasn’t going to happen politically, and maybe even if it did the price would have been socially disastrous. But in that case you have to wonder whether it was worth trying to keep Greece in the euro at all. “Grexit” would have been ugly, and will still be ugly if it eventually happens. But compared with what has actually taken place?

 

Pentimenti greci

 

Il FMI ha pubblicato un articolo piuttosto importante di autocritica (disponibile in pdf) sulla politica in Grecia. Ad una prima lettura, il rapporto sembra indicare due principali manchevolezze da parte del FMI; esso non ha saputo riconoscere per tempo che la Grecia semplicemente non poteva ripagare interamente il suo debito, ed ha grandemente sottostimato il danno economico che l’austerità avrebbe provocato.

Entrambi gli errori, se posso dirlo, erano evidenti a quel tempo. Il piano della troika era chiaramente non realistico – e proprio quasi tutti noi dello schieramento keynesiano avevamo ammonito, a voce alta, che i moltiplicatori stimati in normali periodi con una politica monetaria equilibratrice erano grossolanamente fuorvianti per una politica della finanza pubblica nelle condizioni attuali. Possiamo tutti riconoscere che il FMI si comportò meglio del resto della troika, con la BCE in particolare che prendeva per buona la fantasia della austerità espansiva.

Cosa avrebbe potuto/dovuto fare di diverso? Il rapporto più o meno riconosce che la sofferenza avrebbe dovuto essere minore con un importante condono iniziale del debito, ma respinge il concetto di una correzione più graduale con l’argomento che il finanziamento non sarebbe stato disponibile. Ma si badi: se possiamo immaginarci un mondo nel quale la troika fosse disponibile ad ammettere nel 2010 che un rilevante condono del debito era necessario, perché anche non immaginare che in quel mondo la BCE la BCE avesse la volontà di sostenere sin dall’inizio il debito sovrano, nel modo in cui alla fine ha cominciato a fare anni dopo? Io penso che sia possibile immaginare un programma per la Grecia che fosse cominciato con una grande riduzione del debito, scambiando una difficile ma non rovinosa austerità con prestiti ponte da parte della BCE, e nel quale la Grecia fosse tornata sul mercato privato grosso modo nel 2012.

Va bene, non era destinato ad accadere per ragioni politiche, e forse anche se si fosse fatto così, il prezzo sarebbe stato disastroso dal punto di vista sociale. Ma il quel caso ci si deve chiedere se valeva la pena di cercar di mantenere davvero la Grecia nell’euro. L’uscita della Grecia sarebbe stata ben sgradevole, e alla fine sarà sempre sgradevole se accadrà. Ma a confronto con quello che effettivamente è successo?

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