June 18, 2013, 10:53 am
I promised in an earlier post to say something about why these days I tend to get annoyed when I hear the phrase “structural reform”, especially in Europe.
Part of the reason is that the phrase sounds good, but could mean lots of things. In many cases “structural reform” is code for eliminating worker protections and/or sharply cutting social benefits. Sometimes this may be necessary — let’s face it, France has made it much too attractive to retire at 55 — but such things should be called by their proper names, not wrapped in vague language that conceals the nature of the pain.
That brings me to a second problem: whenever some catchphrase becomes part of what Very Serious People say because it sounds Serious, it’s time to stop using the phrase, to force the VSPs to talk about what they really mean. In the US context, “entitlement reform” is VSP boilerplate — I mean, who can be against reform? But there’s a world of difference between trying to move away from fee for service medicine — a reform I support — and, say, raising the Medicare age, which would be a terrible policy. These things should not be lumped together.
But the main thing about “structural reform” in Europe is the role it plays in discussion of macroeconomic policies. Instead of reflecting on the fact that Europe is sinking deeper into depression five years into the slump, and clearly needs less austerity and more aggressive monetary expansion, the usual suspects start talking about the need for structural reform. And my sense is that this talk of reform has, in practice, become less a real demand for specific actions than an excuse for not facing up to the reality of macroeconomic disaster, and a way to avoid discussing the responsibility of Germany and the ECB, in particular, to help end this disaster.
Scuse strutturali
Avevo promesso in un precedente post di dire qualcosa della ragione per la quale in questi giorni soni infastidito quando sento l’espressione “riforma strutturale”, specialmente in Europa.
In parte la ragione dipende dal fatto che quella espressione sembra buona, ma può significare tante cose. In molti casi “riforma strutturale” è una espressione in codice per eliminare protezioni sui lavoratori e/o tagliare i sussidi sociali. Qualche volta questo può essere necessario – siamo onesti, la Francia si è resa troppo attraente col pensionamento a 55 anni – ma cose del genere dovrebbero essere chiamate col loro nome, non confezionate in un vago linguaggio che nasconde la natura della pena necessaria.
Il che mi porta ad un secondo problema: ogni qual volta qualche frase fatta diventa parte di quello che le Persone Molto Serie dicono perché sembra Serio, è il momento di smettere di usare quella frase, per costringere le Persone Molto Serie a dire quello che realmente intendono. Nel contesto degli Stati Uniti, la “riforma dei programmi sociali” è lo slogan delle Persone Molto Serie – voglio dire, chi può essere contro la riforma? Ma c’è una differenza enorme tra il cercare di venir fuori dal sistema della parcella per il servizio medico [1] – una riforma che io approvo – e, diciamo, elevare l’era di ammissione a Medicare , che sarebbe una politica tremenda. Queste cose non dovrebbero essere messe assieme.
Ma la questione principale a proposito di “riforme strutturali” in Europa è il ruolo che esse giocano nel dibattito sulle politiche macroeconomiche. Invece di riflettere sul fatto che l’Europa, cinque anni dopo essere entrata nella crisi, sta affondando più profondamente nella depressione ed ha chiaramente bisogno di minore austerità e di una espansione monetaria più aggressiva, i soliti noti cominciano a discorrere del bisogno di riforme strutturali. E la mia sensazione è che questo parlare di riforme è, in pratica diventata più una scusa per non affrontare la realtà di un disastro macroeconomico che una effettiva richiesta di azioni specifiche. Un modo per evitare di discutere delle responsabilità della Germania e, per la BCE in particolare, del suo aiuto a por fine a questo disastro.
[1] E’ chiaro che “medicine” è il sostantivo, per cui letteralmente sarebbe “medicina di servizio”, che però è la stessa cosa, in fondo, di “servizio medico”. A meno che “service” non stia per “mantenimento” ….
By mm
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