July 12, 2013, 2:37 pm
The debate over monetary policy has grown increasingly surreal as time goes by. Initially, it was about a fairly straightforward and — crucially — falsifiable position: the claim by monetary hawks like Allan Meltzer and Martin Feldstein that quantitative easing would lead to a major acceleration of inflation. If that inflation had happened, I like to imagine that doves like me would have conceded that we got it wrong, and reconsidered our position.
But the inflationary explosion didn’t happen. So, did the hawks reconsider? No, they just came up with new reasons for the same policy position. It’s not about inflation, it’s about financial stability. Yeah, that’s the ticket!
OK, I think this represents bad logic — do we really feel that the real economy must suffer to control the irrational exuberance of Wall Street traders? I also believe that it represents bad behavior; aside from, of all people, Larry Kudlow, have any of the inflationistas admitted that they were wrong in round one?
But it turns out that even this wasn’t the end of the story. I don’t know whether the hawks are feeling that the financial stability story is wearing thin, or that it’s too hard to sell to some of their audiences, or what. But at this point John Taylor, at least — and I believe he’s not alone — has gone full Chewbacca defense.
For those not familiar with the term, it comes — like so many terms useful for contemporary economic discussion — from South Park, where the Johnny Cochrane character defends O.J. Simpson with a string of bizarre non sequiturs centering on everyone’s favorite Wookie.
I mean, if anyone can find a coherent argument in Taylor’s latest, please tell me. My quick summary: Current monetary policy is just like in the 1970s, except for the lack of inflation thing. It’s completely ineffective, which means that we must stop it immediately, or else this ineffectual policy will somehow have vastly negative effects on something or other (not clear what). But the trouble is that people think stopping it would be too costly, whereas in fact it would have no cost, as illustrated by the really bad things that just happened when the Fed indicated that it might indeed stop the policy.
Also, the sluggishness of the recovery somehow proves that money has been too loose.
I have to admit that at this point the arguments against quantitative easing have become unanswerable — because they’ve become incomprehensible, and there’s nothing to answer.
Il dibattito monetario: in scena Chewbacca [1]
Il dibattito sulla politica monetaria diventa sempre più surreale col passare del tempo. Inizialmente, riguardava una posizione abbastanza lineare e – fondamentalmente – suscettibile di verifica: la pretesa da parte dei ‘falchi’ monetaristi Allan Meltzer e Martin Feldstein che la ‘facilitazione quantitativa’ [2] comportasse una importante accelerazione dell’inflazione. Se quella inflazione ci fosse stata, penso che le ‘colombe’ come me avrebbero ammesso di aver avuto torto, e riconsiderato la loro posizione.
Ma l’esplosione inflazionistica non c’è stata. Dunque, lo hanno ammesso i ‘falchi’? No, sono solo venuti fuori con altre ragioni a sostegno della stessa posizione politica. Il punto non è l’inflazione, è la stabilità finanziaria. Si, questa va a pennello!
Diciamolo, penso che questa rappresenti una cattiva logica – dobbiamo proprio sentire che l’economia reale è al punto di soffrire per controllare l’irrazionale esuberanza degli operatori di Wall Street? Penso anche che rappresenti un pessimo comportamento; a parte, tra tutti, Larry Kudlow, qualcuno tra gli inflazionisti ha ammesso di aver avuto torto nel primo round?
Ma viene fuori che c’è anche altro. Io non so se i ‘falchi’ si stanno accorgendo che il racconto della stabilità finanziaria è un po’ frusto, o che è troppo difficile darlo in pasto al loro pubblico, o qualcosa del genere. Ma a questo punto almeno John Taylor – e non credo che sia solo – è passato direttamente alla tecnica difensiva Chewbacca.
Per coloro che non fossero al corrente di questa espressione, essa deriva – come molti termini utili del dibattito economico odierno – da South Park, dove il personaggio di Johnny Cochrane difende O. J. Simpson con una serie di bizzarre incongruità centrate sul personaggio prediletto da tutti Wookie.
Voglio dire, se qualcuno può trovare un argomento coerente in quest’ultimo Taylor, per favore me lo dica. Una mia rapida sintesi: l’attuale politica monetaria è proprio simile a quella degli anni ’70, a parte la faccenda della mancata inflazione. E’ completamente inefficace, il che significa che dobbiamo interromperla immediatamente, altrimenti questa politica inefficace avrà in qualche modo vasti effetti negativi su qualcosa o su qualcos’altro (non è chiaro che cosa). Ma il guaio è che la gente pensa che interromperla sarebbe troppo costoso, mentre di fatto non avrebbe alcun costo, come è illustrato delle cose del tutto negative che sono appena accadute al momento in cui la Fed ha indicato che essa poteva in effetti fermare quella politica [3].
Inoltre, l’indolenza della ripresa in qualche modo conferma che la politica monetaria è stata troppo facile.
Devo ammettere che a questo punto è diventato impossibile replicare agli argomenti contro la ‘Facilitazione quantitativa” – perché sono diventati incomprensibili, e non c’è niente da rispondere.
[1] “Chewbacca” è una espressione desunta dai cartoni di South Park. Sarebbe un sorta di tattica usata in un dibattimento giudiziario in una di quelle storielle. La tattica, a quanto capisco, consisterebbe nel confondere l’intero procedimento facendo un ricorso sistematico alle balle più strampalate, sino al punto di confondere completamente la giuria. Questa è la scenetta in oggetto, nella quale l’avvocato Cochran sostiene, alla fine del dibattimento, che il suo assistito in realtà è residente in un altro pianeta. La pubblica accusa reagisce dicendo “Dannazione …. Sta usando la tecnica difensiva Chewbacca!”.
[2] Per “Quantitative easing” vedi le note sulla traduzione.
[3] Il senso, è chiaro, è paradossale: gli ‘inflazionisti’ sostengono che non ci sarebbero costi, ma il solo parlarne da parte della Fed ha provocato un innalzamento dei tassi a lungo termine, nonché del costo dei mutui, che già danneggia la ripresa dell’edilizia.
By mm
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