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Il panico repubblicano per la assistenza sanitaria (New York Times 25 luglio 2013)

 

Republican Health Care Panic

By PAUL KRUGMAN

Published: July 25, 2013

Leading Republicans appear to be nerving themselves up for another round of attempted fiscal blackmail. With the end of the fiscal year looming, they aren’t offering the kinds of compromises that might produce a deal and avoid a government shutdown; instead, they’re drafting extremist legislation — bills that would, for example, cut clean-water grants by 83 percent — that has no chance of becoming law. Furthermore, they’re threatening, once again, to block any rise in the debt ceiling, a move that would damage the U.S. economy and possibly provoke a world financial crisis.

Yet even as Republican politicians seem ready to go on the offensive, there’s a palpable sense of anxiety, even despair, among conservative pundits and analysts. Better-informed people on the right seem, finally, to be facing up to a horrible truth: Health care reform, President Obama’s signature policy achievement, is probably going to work.

 

 

And the good news about Obamacare is, I’d argue, what’s driving the Republican Party’s intensified extremism. Successful health reform wouldn’t just be a victory for a president conservatives loathe, it would be an object demonstration of the falseness of right-wing ideology. So Republicans are being driven into a last, desperate effort to head this thing off at the pass.

 

 

Some background: Although you’d never know it from all the fulminations, with prominent Republicans routinely comparing Obamacare to slavery, the Affordable Care Act is based on three simple ideas. First, all Americans should have access to affordable insurance, even if they have pre-existing medical problems. Second, people should be induced or required to buy insurance even if they’re currently healthy, so that the risk pool remains reasonably favorable. Third, to prevent the insurance “mandate” from being too onerous, there should be subsidies to hold premiums down as a share of income.

 

 

Is such a system workable? For a while, Republicans convinced themselves that it was doomed to failure, and that they could profit politically from the inevitable “train wreck.” But a system along exactly these lines has been operating in Massachusetts since 2006, where it was introduced by a Republican governor. What was his name? Mitt Somethingorother? And no trains have been wrecked so far.

The question is whether the Massachusetts success story can be replicated in other states, especially big states like California and New York with large numbers of uninsured residents. The answer to this question depends, in the first place, on whether insurance companies are willing to offer coverage at reasonable rates. And the answer, so far, is a clear “yes.” In California, insurers came in with bids running significantly below expectations; in New York, it appears that premiums will be cut roughly in half.

 

So is this a case of something for nothing, in which nobody loses? No. In states like California, which have allowed discrimination based on health status, a small number of young, healthy, affluent residents will see their premiums go up. In New York, people who don’t think they need insurance and are too rich to receive subsidies — probably an even smaller group — will feel put upon by being obliged to buy policies. Mainly, though, those insurance subsidies will cost money, and that money will, to an important extent, be raised through higher taxes on the 1 percent: tax increases that have, by the way, already taken effect.

 

Over all, then, health reform will help millions of Americans who were previously either too sick or too poor to get the coverage they needed, and also offer a great deal of reassurance to millions more who currently have insurance but fear losing it; it will provide these benefits at the expense of a much smaller number of other Americans, mostly the very well off. It is, if you like, a plan to comfort the afflicted while (slightly) afflicting the comfortable.

 

And the prospect that such a plan might succeed is anathema to a party whose whole philosophy is built around doing just the opposite, of taking from the “takers” and giving to the “job creators,” known to the rest of us as the “rich.” Hence the brinkmanship.

So will Republicans actually take us to the brink? If they do, it will be crucial to understand why they would do such a thing, when their own leaders have admitted that confrontations over the budget inflict substantial harm on the economy. It won’t be because they fear the budget deficit, which is coming down fast. Nor will it be because they sincerely believe that spending cuts produce prosperity.

No, Republicans may be willing to risk economic and financial crisis solely in order to deny essential health care and financial security to millions of their fellow Americans. Let’s hear it for their noble cause!

 

Il panico repubblicano per la assistenza sanitaria

New York Times 25 luglio 2013

 

Il gruppo dirigente repubblicano sembra farsi animo per un altro round di tentato ricatto sulla finanza pubblica. Con l’approssimarsi della fine dell’anno  fiscale, non stanno offrendo quel genere di compromessi che potrebbero sortire un accordo ed evitare il blocco delle attività statali; piuttosto, stanno elaborando una legislazione estremistica;  ad esempio, proposte di legge che tagliano dell’83 per cento i finanziamenti per l’acqua pulita, che non hanno alcuna possibilità di diventare legge. Inoltre stanno minacciando un’altra volta di bloccare ogni aumento del tetto del debito, una mossa che danneggerebbe l’economia americana e forse provocherebbe una crisi finanziaria mondiale. Eppure, nel mentre gli uomini politici repubblicani sembrano pronti ad andare all’offensiva, c’è una sensazione palpabile di ansietà, persino di angoscia, tra gli opinionisti e gli analisti conservatori. Gli individui meglio informati della destra sembra stiano, alla fine, guardando in faccia una orribile verità: la riforma della assistenza sanitaria, la realizzazione che è il segno distintivo del Presidente Obama, è probabilmente destinata a funzionare.

E sono le buone notizie sulla riforma di Obama, direi, quelle che stanno spingendo il Partito Repubblicano verso una intensificazione dell’estremismo. Una riforma sanitaria di successo non sarebbe solo una vittoria per un Presidente che i conservatori detestano, sarebbe una dimostrazione oggettiva della falsità della ideologia della destra. Dunque, i Repubblicani sono spinti ad un ultimo, disperato sforzo per bloccare la strada alla promozione di questa riforma.

Un po’ di contesto: sebbene non l’abbiate mai appreso da tutti i giudizi sommari, con repubblicani in posti di responsabilità che regolarmente paragonavano la riforma di Obama alla schiavitù, la Legge su una Assistenza Sostenibile si basa su tre semplici idee. La prima, tutti gli americani dovrebbero avere accesso ad una assicurazione non esosa, pur avendo problemi sanitari pregressi. La seconda, le persone dovrebbero essere indotte o tenute a acquistare l’assicurazione anche se sono al momento in buona salute, in modo che le stime del rischio assicurativo restino ragionevolmente favorevoli. La terza, per impedire che la “delega” ad assicurarsi  [1] sia troppo onerosa, ci dovrebbero essere sussidi che abbassino i premi assicurativi come percentuali del reddito.

Può funzionare un sistema del genere? Per un certo periodo di tempo i repubblicani si erano persuasi che fosse destinato al fallimento, che avrebbero potuto trarre politicamente profitto da un inevitabile “deragliamento”. Ma esattamente su queste linee, un sistema è stato operativo sin dal 2006 nel Massachusetts, dove era stato introdotto da un Governatore repubblicano. Come si chiamava? Mitt Vattelapesca? E sino a questo punto non c’è stato nessun deragliamento.

La domanda è se la storia di successo del Massachusetts possa essere replicata in altri Stati, specialmente in grandi Stati con grandi numero di residenti non assicurati come la California e New York. La risposta a tale domanda dipende, in primo luogo, dal fatto che le compagnie assicurative abbiano la volontà di offrire copertura a tassi ragionevoli. E, sinora, la risposta è chiaramente affermativa. In California, gli assicuratori si sono detti disponibili ad offerte che si collocano significativamente al di sotto delle aspettative; a New York, sembra che i premi saranno grosso modo ridotti della metà.

E’ dunque un caso nel quale si ottiene qualcosa in cambio di niente, nel quale nessuno ci rimette? No. In Stati come la California, dove erano permesse discriminazioni basate sulle condizioni di salute, un piccolo numero di residenti benestanti, giovani ed in buona salute vedranno salire le loro polizze. A New York, le persone che non pensano di aver bisogno di assicurazione e sono troppo ricche per ottenere sussidi – probabilmente un gruppo anche più modesto – si sentiranno sfruttati per l’obbligo di acquistare le polizze. Principalmente, comunque, quei sussidi di assicurazione costeranno soldi e quei soldi saranno raccolti, in misura importante attraverso tasse più elevate sull’1 per cento dei più ricchi: aumenti di tasse che, per inciso, hanno già avuto effetto.

Soprattutto, allora, la riforma sanitaria aiuterà milioni di americani che erano in precedenza sia troppo malati che troppo poveri per ottenere la copertura assicurativa di cui avevano bisogno, e sarà anche una grande occasione di conforto per gli altri milioni che oggi hanno l’assicurazione ma hanno paura di perderla; essa fornirà quei sussidi a spese di un gruppo molto più piccolo di altri americani, in gran parte coloro che sono molto benestanti. Se volete dir così, è un piano per confortare i sofferenti nel mentre si affligge (leggermente) chi vive in modo confortevole.

E la prospettiva che un programma del genere possa funzionare è una bestemmia per un partito la cui intera filosofia è stata costruita sul fare esattamente l’opposto, sul prendere dagli “assistiti” per dare ai “creatori di posti di lavoro”, noti a tutti gli altri come “ricchi”. Il rischio calcolato è tutto lì.

Dunque, i repubblicani ci porteranno davvero sull’orlo del burrone? Se lo faranno, sarà cruciale capire perché, dato che i loro stessi dirigenti hanno riconosciuto che gli scontri sul bilancio provocano un danno sostanziale all’economia. Non dipenderà dalla paura per il deficit di bilancio, che si è ridotto rapidamente. Neppure dipenderà dal fatto che credano sinceramente che i tagli alla spesa producono prosperità.

No, i repubblicani possono aver voglia di rischiare una crisi economica e finanziaria unicamente allo scopo di negare essenziale assistenza sanitaria e tranquillità finanziaria e milioni di loro concittadini. Sentite un po’ qual è la loro nobile causa!


[1] La “delega” (“mandate”) ad assicurarsi è in quanto detto in precedenza, ovvero l’obbligo per tutti i cittadini di acquistare una assicurazione. E’ una “delega” nel senso che i cittadini sono resi corresponsabili, con tale condotta, del funzionamento complessivo del sistema sanitario.

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