Blog di Krugman

La dispersione ha ammazzato Horatio Alger? (22 luglio 2013)

 

July 22, 2013, 8:07 am

Did Sprawl Kill Horatio Alger?

Honest truth: I wrote yesterday’s post suggesting that sprawl may have killed Detroit without knowing either about David Leonhart’s forthcoming article on how sprawl seems to hurt social mobility or the study on which it is based — a study, by the way, not yet available at David’s link, although the underlying data are there.

What Leonhart suggests, and apparently the still unavailable study also suggests, is that sprawling cities that put the poor far away from job opportunities tend to have low upward social mobility. I did a bit of data-crunching here. I took my favorite measure of sprawl, population-weighted density in thousands per square mile, versus the new study’s measure of upward mobility, the probability of children born in the bottom quintile making it into the top quintile; the data points are the top ten metro areas by population, not including New York, which is so much denser than anyone else that including it would scrunch everyone into the lower left corner:

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Yep, there’s a pretty strong correlation, although not perfect. What’s the matter with Chicago?(And what’s not the matter with Houston?) And as Leonhart suggests, Atlanta is the real poster child here: massive sprawl and very low social mobility.

Is the relationship causal? You can easily think of reasons for spurious correlation: sprawl is associated with being in the sunbelt, with voting Republican, with having weak social safety net programs, etc.. Still, it’s striking.

And the William Julius Wilson “spatial mismatch” theory of urban ills is looking pretty good, isn’t it? (Actually, the emergence of “underclass” problems among low-opportunity whites points in the same direction).

Great stuff. Now, can I have the full study, please?

 

La dispersione ha ammazzato Horatio Alger [1]?

 

Diciamo onestamente la verità: ho scritto il post di ieri suggerendo che la dispersione potrebbe aver ammazzato Detroit senza conoscere né l’imminente articolo di David Leonhart su come la dispersione sembra danneggiare la mobilità sociale né lo studio sul quale esso è basato – uno studio, per inciso, non ancora disponibile al link di David, sebbene i dati sottostanti si trovino là.

Quello che Leonhart suggerisce, e che a quanto sembra l’ancora indisponibile studio anche suggerisce,  è che le città disperse, che tengono i poveri lontano dalle opportunità di lavoro, tendono ad avere una bassa mobilità sociale verso l’alto. Ho masticato un po’ di dati a questo proposito. Ho utilizzato la mia misura favorita della dispersione, la densità media ponderata della popolazione espressa in migliaia per miglio quadrato, a fronte delle nuove misurazioni della mobilità verso l’alto dello studio, la probabilità che i bambini nati nell’ultimo quintile si trasferiscano nel quintile più elevato; i dati a forma di punti sono le dieci maggiori aree metropolitane per popolazione, esclusa New York, che è talmente più densa che includendola si schiaccerebbero tutti gli altri nella parte più bassa dell’angolo sinistro [2]:

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Come no? C’è una correlazione abbastanza forte, sebbene non perfetta. Qual’è il problema con Chicago? E come mai non c’è lo stesso problema con Houston? E, come nota Leonhart, Atlanta in questo caso fa proprio la parte di un cartellone pubblicitario [3]: dispersione massiccia e mobilità sociale molto bassa.

La relazione è di natura causale [4]? Si possono facilmente pensare ragioni di una correlazione spuria: la dispersione è associata con l’essere nelle regioni del Sud e del Sud est, con il votare repubblicano, con l’avere deboli programmi sulle reti della sicurezza sociale, etc. Eppure è impressionante.

E la teoria del “negativo abbinamento spaziale” dei guasti urbani sembra abbastanza buona, non è così? In effetti, l’emergenza di problemi da “classe inferiore” tra i bianchi con basse opportunità suggerisce lo stesso senso.

Roba importante. Posso ora prendermi un po’ di tempo  per studiare a fondo, per favore?


[1] Horatio Alger Jr. (13 gennaio 183218 luglio 1899) è stato uno scrittore statunitense. Molte tra le sue opere sono descritte come storie che narrano il passaggio da una vita di miseria a una di opulenza, mostrando come giovani squattrinati riescono a realizzare il sogno americano e a raggiungere la ricchezza e il successo per mezzo di duro lavoro, coraggio, risolutezza e preoccupazione per gli altri. È tuttavia più esatto dire che i tipici personaggi di Alger non conseguono una ricchezza estrema, ma piuttosto una condizione di sicurezza, stabilità e buona reputazione caratteristica della classe media; in altre parole, i loro sforzi sono ricompensati con l’ottenimento di un posto nella società, e non con una posizione dominante in essa (Wikipedia) Ed eccolo:

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[2] Tanto più la collocazione del punto-area metropolitana è in alto, tanto più c’è mobilità verso l’alto (espressa dalla quantità di individui che nascono nell’ultima delle cinque fasce di reddito e si ritrovano nella prima fascia di reddito). Tanto più il punto-area metropolitana è verso destra, tanto più c’è densità di popolazione.

[3] “Poster child” è il ragazzo-sandwich …. Inteso qua come “caso emblematico”.

[4] Ovvero, l’una cosa provoca l’altra?

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