July 20, 2013, 12:30 pm
Noah Smith notes, correctly, that the current position of the hard-money coalition — now that it seems, after many years of failure, to have mostly given up on predicting runaway inflation — involves a remarkable repudiation of an idea that one might have expected them to hold dear, namely that of efficient financial markets. But I think he fails to convey the full incoherence of the current hard-money position.
Let’s go back to my favorite line from Maestrodamus:
Today’s competitive markets, whether we seek to recognise it or not, are driven by an international version of Adam Smith’s “invisible hand” that is unredeemably opaque. With notably rare exceptions (2008, for example), the global “invisible hand” has created relatively stable exchange rates, interest rates, prices, and wage rates.
The first part of that quote actually conveys pretty well the common creed of all the anti-interventionists out there: the invisible hand is out there, and it knows what it’s doing. Even if you think it looks as if markets are way off, you are a mere mortal who cannot understand the market’s wisdom, which is “unredeemably opaque”. It’s not so much that the market is always right — although “with notably rare exceptions” it is — as that economists and government officials cannot possibly second-guess the market in any useful way.
And yet, you must also believe that this wise market, guided by the invisible hand, can be sent wildly off course if the central bank prints too many pieces of green paper; and not just that, you have to believe that it can be sent wildly off course in a predictable direction.
This contradiction has always been a core peculiarity of the Austrians; but now it is shared by a wide spectrum of right-leaning economists.
Some economists, like Antonio Fatas, demand to see the model that produces such results. But I really think you need to understand this in terms of backward induction. First comes the answer: government action of any kind to fight a slump is bad. Then the search is on for a story to justify that answer, and it really doesn’t matter if the story is inconsistent with everything else you’ve said. (Surely the financial stability argument should lead one to demand very strong bank regulation, and also a highly activist monetary policy to correct those flighty, unreliable markets with their predictable errors).
All in all, we are continuing to learn a lot from this slump, not just about how the economy works, but about how many economists work. Unfortunately, none of the news is good.
La irrecuperabile ottusità degli uomini della moneta-forte
Noah Smith osserva, correttamente, come della attuale posizione della coalizione della moneta-forte – ora che sembra, dopo molti anni di fallimenti, che abbiano in gran parte rinunciato alla previsione di una inflazione fuori controllo – faccia parte un considerevole ripudio di una idea che ci si sarebbe aspettati avessero a cuore, vale a dire quella dei mercati finanziari efficienti. Ma io penso che egli non riesca ad esprimere la piena incoerenza della attuale posizione dei sostenitori della moneta-forte.
Torniamo alla mia frase favorita di “Maestradamus” [1]:
“I mercati competitivi odierni, che lo si voglia riconoscere o meno, sono guidati da un versione internazionale della “mano invisibile” di Adam Smith che è irrimediabilmente densa [2]. Con eccezioni notevolmente rare (il 2008, ad esempio) , la “mano invisibile” globale ha creato tassi di cambio, tassi di interesse, prezzi e salari relativamente stabili.”
La prima parte di quella citazione esprime in effetti abbastanza bene il credo comune di tutti gli antiinterventisti in ogni dove: la mano invisibile è dappertutto e sa quello che sta facendo. Anche quando credi che i mercati siano lontani, sei un semplice mortale che non può conoscere la saggezza del mercato, che è “irrimediabilmente denso”. Non si tratta solo del fatto che il mercato ha sempre ragione – per quanto “con notevolmente rare eccezioni” ce l’abbia – quanto del fatto che gli economisti ed i dirigenti dello Stato non possono in nessun modo mettere in discussione il mercato in un qualsiasi modo utile.
E tuttavia, devi anche credere che questo saggio mercato, guidato dalla mano invisibile, può finire completamente fuori strada se la banca centrale stampa troppe banconote verdi; e non solo quello, devi credere che esso possa essere spedito fuori strada in una direzione prevedibile. Questa contraddizione è sempre stata una peculiarità centrale degli “Austriaci” [3]; ma ora essa è condivisa da un ampio spettro di economisti che simpatizzano per la destra.
Alcuni economisti, come Antonio Fatas, chiedono che sia esibito il modello che produce tali risultati. Ma io penso che in realtà la cosa debba essere intesa nei termini di una induzione retroattiva. Prima di tutto viene la risposta: l’azione di ogni genere dello Stato per combattere le recessione è negativa. Poi viene la ricerca di un racconto che giustifichi quelle risposta, e in realtà non conta se il racconto sia incoerente con ogni altra cose che si è detta (sicuramente l’argomento della stabilità finanziaria dovrebbe portare a chiedere una regolamentazione bancaria molto rigida, ed anche una politica monetaria assai attiva per correggere quei mercati volubili ed inaffidabili, con i loro errori prevedibili).
Comunque sia, stiamo continuando ad imparare molto da questa crisi, non solo a proposito di come funziona l’economia, ma anche di come funzionano molti economisti. Sfortunatamente, in nessun caso di tratta di buone notizie.
[1] Ovvero, Alan Greenspan. Vedi post del 17 luglio 2013.
[2] Ripeto la nota al post del 17 luglio, ovvero penso che il senso sia quello di una realtà talmente ‘compatta’ da non consentire alcun dubbio (interpretazione, mi pare, stavolta avvalorata dalla spiegazione nel testo). Nel titolo, invece si preferisce attribuire al termine “opaqueness” l’altro possibile significato di “ottusità”; è evidente l’ironia del gioco di parole.
[3] Vedi per “Austrian” le note sulla traduzione.
By mm
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