Blog di Krugman

La morte dell’alta inflazione (23 luglio 2013)

 

July 23, 2013, 6:41 pm

The Death of High Inflation

Back home, although I got a bit worried when the gate agent in Edinburgh announced a delay. At least I think that’s what she announced. The truth is that I couldn’t understand most of what she said. Ah, Scotland.

Anyway, blogging may be limited by various real-life responsibilities. But I thought I’d post a quick calculation that might be of some interest.

As a number of people have been reminding us lately, talk of high inflation, nay hyperinflation, has been widespread ever since the Fed began trying to fight the Great Recession. And the failure of the predicted high inflation to appear has done nothing to shake their conviction that they have the truth, and that those of us who have been right are nonetheless wrong.

So, one thing I wonder about is the extent to which this attitude is reinforced not just by the usual crank tendencies, right-wing leanings, and so on, but also by the fact that economists love — looooove — to talk about runaway inflation, precisely because it’s something that’s so easy to explain: you run the printing presses to cover your deficits, and off you go.

Yet this is getting awfully stale.Not only has the promised high inflation failed to appear here in America, but high inflation has largely vanished everywhere.

I did a quick calculation using the IMF’s World Economic Outlook Database, which runs back to 1980. Year by year, how many countries had triple digit inflation in any given year? It looks like this:

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Basically, there was a wave of hyperinflations caused by the chaos following the breakup of the Soviet Empire, much like the wave after World War I; since then, Zimbabwe and nobody else.

Even double-digit inflation has become quite rare:

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There’s a brief spike around 2008; if you look at it, it turns out to be mainly small commodity-exporting countries pushed into big devaluations by the crisis, leading to one-time jumps in consumer prices. But then it was back to the downward trend.

There are, I think, a couple of morals here. One is that economics textbooks probably talk too much about high inflation; it’s a nice pedagogical set-piece, but not something that’s a real issue in today’s world. Another is that high inflation doesn’t happen just because a country’s rulers are spendthrifts or don’t know about the Emperor Diocletian or something; it is always associated with severe political and social disruption. To stand Milton Friedman on his head, high inflation is never and nowhere a merely monetary phenomenon.

 

La morte dell’alta inflazione

 

Di nuovo a casa, sebbene mi sia un po’ preoccupato quando la agente al gate di Edimburgo ha annunciato un ritardo. Almeno ho pensato che lo stesse annunciando. La verità è che non capivo granché di quello che stava dicendo. Ah, la Scozia!

In ogni caso, scrivere sul blog può ora essere limitato da alcune incombenze domestiche. Ma ho pensato che avrei pubblicato un rapido calcolo che potrebbe essere di un qualche interesse.

Come un certo numero di persone ci ha recentemente ricordato, parlare di alta inflazione, o meglio di iperinflazione, ha avuto una certa diffusione sin da quando la Fed cominciò a cercare di combattere la Grande Recessione [1]. E il fatto che quella elevata inflazione non si sia materializzata non ha scosso in nessun modo il  convincimento di possedere la verità da parte di chi la prevedeva, ed anche il convincimento  che quelli tra noi che avevano avuto ragione, nondimeno avessero avuto torto.

Dunque, la cosa che mi chiedo riguarda la misura in cui questa attitudine non sia semplicemente rafforzata dalle consuete stravaganze, dalle simpatie verso la destra o cose simili, ma anche dal fatto che gli economisti amino – intendo proprio amare! – parlare di inflazione fuori controllo, precisamente perché è una cosa semplice da spiegare: si va in stampa per coprire le proprie mancanze, e via!

Tuttavia questo sta diventando stantio. Non solo la promessa elevata inflazione non è apparsa qua in America, ma l’alta inflazione è in gran parte svanita dappertutto.

Ho fatto un rapido calcolo utilizzando il database dello World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, che risale al 1980. Anno dopo anno, quanti paesi hanno avuto in ogni specifico anno una inflazione a tre cifre? Viene fuori questo:

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Fondamentalmente, ci fu un’ondata di iperinflazioni provocata dal caos successivo al crollo dell’Impero Sovietico, proprio come dopo la Prima Guerra Mondiale; da allora, lo Zimbabwe e niente altro.

Persino l’inflazione a due cifre è diventata abbastanza rara:

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C’è stato un breve picco attorno al 2008: se lo si osserva, si scopre che è consistito principalmente nei piccoli paesi esportatori di materie prime che furono spinti dalla crisi a grandi svalutazioni, determinando balzi irripetibili nei prezzi al consumo. Ma poi si tornò al trend al ribasso.

In questo caso, penso, si possano trarre un paio di morali. Una è che i libri di testo di economia probabilmente parlano troppo di alta inflazione; è un comodo scenario pedagogico, ma non qualcosa che corrisponda ad un problema reale nel mondo di oggi. Un’altra è che l’alta inflazione non si manifesta solo perché i governanti di un paese sono spendaccioni, o perché non conoscono la storia dell’Imperatore Diocleziano, o qualcosa del genere; essa è sempre associata con gravi sconvolgimenti sociali e politici. Per stare al modo di ragionare di Milton Friedman, l’elevata inflazione non è mai e da nessuna parte un fenomeno meramente monetario.



[1] Come abbiamo notato altre volte, Krugman per Grande Recessione intende la crisi che ha avuto inizio nel 2007-8; dato che la crisi degli anni Trenta viene definita la Grande Depressione.

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