Blog di Krugman

La successione alla Fed (19 luglio 2013)

 

July 19, 2013, 5:57 pm

The Fed Succession

Rumors flying all over; supposedly it’s between Janet Yellen, the obvious choice, and Larry Summers, with totally unsubstantiated claims that LS’s star is rising. So I guess that, despite an intense desire to stay out of the whole thing (I know and admire both players), I need to say something — not an endorsement, but some sense of how I and others I talk to see this.

First of all, what do we need in a Fed chair? Above all, a committed dove — someone who will not succumb to the pressure to tighten policy too soon, and almost equally important, someone who will be seen by investors as resistant to this temptation. We’ve just seen how much damage even a hint of Fed hawkishness can do; it’s really critical to not follow the far worse step of making an appointment that gives the wrong signal.

As it happens, both Janet and Larry have good credentials on those grounds, at least in terms of what they’ve said in recent years.

Beyond that, you need someone who can be effective at bringing the rest of the Fed along — but that’s a bit of a mysterious quality. Ben Bernanke has been far better at that than one might have expected from an academic. Looking forward, which is better: someone who has already demonstrated an ability to get along with her Fed colleagues, or someone who has a reputation as a tough guy but also a reputation for raising hackles?

And then there’s the question of what kind of signal the appointment would send. Appointing Yellen — the first woman Fed chair, and one with utterly unquestioned credentials — would be an evidently historic act. If it’s Summers, you know what everyone will bring up: his pro-deregulation stance of the 1990s.

So what we have here are two highly qualified candidates, head and shoulders above anyone else I’ve heard mentioned and inconceivably better than the men who might have been in contention if that guy who ran with Paul Ryan had won. But if the final choice isn’t Janet Yellen, I think the president is going to have to offer a very good explanation of why not, or face a lot of grief from people who want to think the best of his administration.

 

La successione alla Fed

 

Le voci si rincorrono dappertutto; sembra che la scelta sia tra Janet Yellen, la soluzione naturale, e Larry Summers, con pretese del tutto prive di riscontri secondo le quali quest’ultimo sarebbe la stella ascendente. Dunque, suppongo che, nonostante il forte desiderio di starmene fuori dall’intera faccenda (conosco e stimo entrambi i protagonisti), sia necessario dire qualcosa – non un appoggio ufficiale, ma qualche sensazione su come la vediamo io egli altri con cui parlo.

Prima di tutto, di cosa abbiamo bisogno sullo scranno della Fed? Soprattutto, di una colomba impegnata – qualcuno che non ceda alla spinta per una troppo rapida restrizione della politica (monetaria) e, egualmente importante, qualcuno che sia visto dagli investitori come capace di resistere a questa tentazione. Abbiamo appena visto quanto danno può fare anche solo un cenno di sostegno alla linea restrittiva; è realmente fondamentale non assistere all’estremo passo falso del dare un appuntamento che fornisca il segnale sbagliato.

Per come le cose stanno, sia Janet che Larry per questi aspetti hanno buone credenziali,  almeno per quanto essi hanno affermato in anni recenti.

Oltre a ciò, c’è bisogno di qualcuno che possa essere efficace nel portarsi dietro il resto della Fed – ma questa è una attitudine un po’ misteriosa. Ben Bernanke è stato molto migliore di quanto ci si sarebbe aspettati da un accademico. Guardando avanti, cosa sarebbe meglio: qualcuna che ha già dimostrato una capacità di andare d’accordo con i suoi colleghi della Fed, oppure qualcuno che ha la reputazione di un individuo duro ma anche la reputazione di perdere facilmente la pazienza?

E poi c’è la questione di quale genere di segnale dovrebbe venire da quella scadenza. Nominando la Yellen – la prima presidentessa della Fed, ed una le cui credenziali sono completamente indiscutibili – sarebbe evidentemente un atto storico. Se fosse Summers, si sa quello che direbbero tutti: la sua posizione a favore della deregolamentazione negli anni ’90.

Dunque, abbiamo in questo caso due candidati altamente qualificati, di gran lunga superiori a tutti gli altri che ho sentito ipotizzare ed enormemente migliori degli uomini che si sarebbero contesi l’incarico se quel tizio che ha corso alle elezioni con Paul Ryan avesse vinto [1]. Ma se la scelta finale non fosse quella di Janet Yellen, penso che il Presidente dovrebbe un’ottima spiegazione sul perché no, e fare i conti con un bel po’ di insoddisfazione da parte delle persone che vogliono poter pensare il meglio della sua amministrazione. [2]


[1] Ovvero, Mitt Romney, ironicamente espresso con il nome del suo aspirante vicepresidente.

[2] Vorrei notare come questa noterella sia in perfetto stile krugmaniano. Si tratta di candidati intellettualmente ‘amici’, ma tutto è caratterizzato da una assoluta franchezza ed anche da una piuttosto ostentata e ironica ruvidezza (egli è amico e  quasi-estimatore di entrambi i candidati, ma, alla fine, se non passasse la Yellen sarebbe inspiegabile!) Un po’ all’opposto della consueta “captatio benevolentiae” che si userebbe da noi per un posto di tale prestigio ….

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