July 13, 2013, 12:37 pm
The tale of Monetary Hawks Down continues to get ever more interesting, although it makes one ever less sanguine about human nature.
The story so far: back in 2009-2010, as the Fed greatly expanded its balance sheet, there was a real debate over consequences — with each side making falsifiable predictions. One side said that the Fed’s moves would be hugely inflationary; the other said that expanding the monetary base in a depressed economy that was, furthermore, in a liquidity trap wouldn’t be inflationary at all. Years have now passed, and reality has closely tracked the liquidity-trap view. Argument settled,right?
Ha.
For the most part, the inflationistas have quietly dropped the whole inflation thing, never admitting that they made a wrong prediction, and gone on to demanding the same thing as before — but with a new rationale, financial stability. A few have supplemented this strategy by spouting what appears to be gibberish.
But some have moved even further, vehemently denying that they ever said anything about inflation, that it was always about something else. A prime case in point is CNBC’s Rick Santelli, who flatly declared, “I never said it was about inflation.”
Of course, Business Insider went back to the tape, and found Santelli back when not only declaring “of course I’m talking about inflation”, but going the full Weimar.
Still, he’s still doing it, insisting that it was never about inflation, that
The real argument was that these programs create a boatload of foreign exchange volatility.
So, how’s that going? Here’s the dollar index, also showing the beginning of the Fed’s quantitative easing strategy (I don’t count the emergency lending during the height of the crisis — QE1 — which wasn’t all that controversial):
See how stable the dollar was before the Fed starting QE? See how much it has plunged since? Neither do I.
By the way, since someone will bring it up, that surge and decline in 2008-9 was the extreme period of the financial crisis, when everyone plowed into dollars out of fear, then pulled back as the crisis abated. The big story here is that the exchange rate has always been volatile, and that to the extent that there was a lot of dollar “debasement”, it took place during the Bush-Greenspan years when Fed policy was quite conventional.
I guess what gets me about all of this isn’t just the bad economics, it’s the stunning lack of menschlichkeit.
Pesce in barile, versione Rick Santelli
Il racconto sui Falchi Monetari In Panne continua ad essere sempre più interessante, sebbene mi renda sempre meno ottimista sul genere umano.
La storia sino a questo punto: nei passati 2009-2010, al momento in cui la Fed espanse notevolmente i suoi equilibri di bilancio, ci fu un dibattito reale sulle conseguenze – con entrambi gli schieramenti che avanzavano previsioni suscettibili di verifica. Una parte diceva che le iniziative della Fed sarebbero state grandemente inflazionistiche; l’altra diceva che l’espansione della base monetaria in una economia depressa che, per di più, era in una trappola di liquidità, non sarebbe stata affatto inflazionistica. Sono passati anni e la realtà ha seguito da vicino il punto di vista della trappola di liquidità. Problema risolto, dunque?
Per niente.
In larga maggioranza, gli inflazionisti hanno tranquillamente fatto cadere l’intera faccenda dell’inflazione, non ammettendo mai di aver formulato previsioni sbagliate, e sono tornati a chiedere le stesse cose – ma con un nuovo fondamento logico, la stabilità finanziaria. In pochi hanno integrato questa strategia blaterando cose che appaiono prive di senso.
Ma alcuni sono andati persino oltre, negando con energia di aver mai parlato di inflazione, e sostenendo che la questione era tutt’altra. Un esempio principale a proposito è stato quello di Rick Santelli della CNBC, che ha dichiarato senza alcuna incertezza: “Io non ho mai detto che ciò avesse a che fare con l’inflazione”.
Naturalmente, Business Insider è tornato alla registrazione, ed ha ritrovato che Santelli non solo dichiarava “naturalmente sto parlando di inflazione”, ma si riferiva addirittura a Weimar.
Eppure, egli continua a farlo, insistendo che la questione non riguardava l’inflazione, che:
“il vero argomento era che questi programmi creano un sacco di volatilità di valute straniere.”
Dunque, come sta andando? Ecco l’indice relativo al dollaro, che mostra anche l’inizio della strategia della “Facilitazione Quantitativa [1]” da parte della Fed (non considero i prestiti di emergenza durante il picco della crisi – la cosiddetta “Facilitazione Quantitativa” 1 – che non sono stati affatto oggetto di controversie):
Vedete come il dollaro fosse stabile prima che la Fed partisse con la “Facilitazione Quantitativa”? Vedete come è crollato a partire da quel momento? Beh, non lo vedo neanch’io.
Per inciso, dal momento che qualcuno lo tirerà fuori, quella salita e quel declino nel 2008-9 fu nel periodo estremo della crisi finanziaria, quando tutti correvano ai dollari per paura, e poi si ritrassero quando la crisi fu contenuta. La storia vera in questo caso è che il dollaro è sempre stato volatile, e che nella misura in cui c’è stata una importante “svalutazione” del dollaro, essa ebbe luogo durante gli anni di Bush e di Greenspan [2], quando la politica della Fed era abbastanza convenzionale.
Penso che quello che posso dedurre da tutto ciò non riguardi soltanto una cattiva economia, si tratta di uno stupefacente difetto di umanità.
[1] Per “Quantitative Easing” vedi le note sulla traduzione.
[2] Precedente Presidente della Federal Reserve.
By mm
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