July 10, 2013, 11:52 am
Still thinking about the new GOP idea — hey, let’s go for white voters! Why didn’t we think of that before? And I thought I’d do a cleaner version of some stuff I did a while back. I’m venturing into political science territory here,and would be happy to have real experts weigh in; but I’m pretty sure I have the basics right here.
So, let’s look at some exit poll data, and cross-tab it with Census income data. In the figure below, the red lines show the income-voting relationship from the Times summary of exit polls, which also supplies the broad ethnic group data. For incomes, I use Census data on median household income for 2011, which is also available for regions. For voting I use Alabama to represent the South, Ohio to represent the Midwest.
So here’s my picture:
Contrary to what some people keep saying, people with higher incomes, other things equal, tend to vote Republican. Cut through the noise and fog, and it is true that Democrats broadly want to redistribute income down, and Republicans want to redistribute income up — and on average, voters get that (which is why “libertarian populism” is hot air). But race and ethnicity also matter, a lot. What you can see right away is that there are three groups that are fairly anomalous.
1. African-Americans “should” lean Democratic, given their low incomes, but they are much more Democratic than this alone would predict.
2. Southern whites are just as much of an anomaly; they have close to the national median income,and “should” be pretty evenly split between parties, but instead are almost entirely Republican.
3. Asian-Americans are relatively high-income, but also strongly Democratic. Although I don’t have the data, Jews would surely look similar.
There really isn’t any mystery, of course, about these anomalies. Despite occasional attempts to widen its appeal, the GOP has effectively defined itself as the party of white Christians — and there are still a lot of historical memories that go with that definition.
Interestingly, Hispanic voters aren’t that much of an anomaly; they vote Democratic, but given relatively low income and a corresponding reliance on the safety net, that’s not surprising — and they’re not nearly as Democratic as the only somewhat poorer African-American community.
This in turn suggests a problem Republicans may not fully realize with their new strategy, which is in effect to be even more the white Christian party. You can think of this as an attempt to persuade Ohio whites to start voting like Alabama whites, which I guess could happen.
But what if the effect is,instead, to persuade Hispanics to start voting like African-Americans?
Reddito, razza e voto
Sto ancora pensando alla nuova idea del Partito Repubblicano – ehi, proviamoci con gli elettori bianchi! Parchè non ci abbiamo pensato prima? Ed ho pensato che potrei fare una versione più ordinata di qualche cosa che avevo fatto in passato, in questo caso mi sto avventurando sul territorio della scienza politica, e sarei felice di avere veri esperti che intervengono; ma sono abbastanza certo di avere su questo le idee di fondo.
Dunque, si guardi a qualche dato sugli exit poll, e lo si incroci nella tabella con i dati censuari sul reddito. Nella figura sotto, le linee rosse mostrano la relazione reddito-voti sulla base delle sintesi degli exit poll del Times, che fornisce anche i dati generali dei gruppi etnici. Per i redditi, uso i dati del Censimento sul reddito delle famiglie medie nel 2011, che sono anche disponibili per regioni. Per i voti uso l’Alabama per rappresentare il Sud, l’Ohio per rappresentare il Midwest.
Ecco dunque la mia lettura:
Contrariamente a quello che alcuni continuano a dire, le persone con i redditi più alti, a parità delle altre condizioni, tendono a votare repubblicano. Aprite un varco in mezzo alle chiacchiere ed al fumo, e in generale è vero che i Democratici vogliono redistribuire i redditi verso il basso e i Repubblicani lo vogliono redistribuire verso l’alto – e in media gli elettori lo capiscono (che è la ragione per la quale il “populismo libertario” è aria fresca [1]). Ma contano molto anche la razza e l’etnia. Quello che potete subito constatare è che ci sono tre gruppi che sono abbastanza anomali.
1 – Gli afro-americani dovrebbero tendere verso i democratici, dati i loro bassi redditi, ma sono molto più democratici di quello che questo dato da solo farebbe prevedere.
2 – I bianchi del Sud sono proprio in egual modo un’anomalia; sono vicini al reddito medio nazionale e “dovrebbero” suddividersi abbastanza equamente tra i (due) partiti, invece sono quasi interamente repubblicani.
3 – Gli asiatici sono relativamente ad alti redditi, ma anche fortemente democratici. Sebbene non abbia i dati, gli Ebrei dovrebbero essere sicuramente simili.
Non c’è proprio alcun mistero, naturalmente, in queste anomalie. Nonostante occasionali tentativi di ampliare il suo raggio di attrazione, il Partito Repubblicano si è essenzialmente definito come il partito dei Cristiani bianchi – e ci sono ancora una quantità di ricordi storici che si accordano con tale definizione.
In modo interessante, gli elettori ispanici non sono altrettanto anomali; essi votano democratico, ma dato il reddito relativamente basso ed un conseguente affidamento alle reti della sicurezza, ciò non è sorprendente – ed essi non sono neanche lontanamente altrettanto democratici come lo è soltanto la alquanto più povera comunità afro-americana.
Questo a sua volta suggerisce un problema che i Repubblicani possono non aver pienamente compreso con la loro nuova strategia, che è in effetti l’essere persino di più il partito bianco cristiano. Lo si può immaginare come un tentativo di persuadere i bianchi dell’Ohio a cominciare a votare come i bianchi dell’Alabama, la qualcosa mi immagino potrebbe accadere.
Ma cosa accadrebbe se l’effetto, invece, fosse quello di persuadere gli ispanici a votare come gli afro-americani?
[1] Gli americani dicono “aria calda”.
By mm
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