Blog di Krugman

Un’ombra più bianca del fallire (9 luglio 2013)

 

 

July 9, 2013, 3:14 pm

A Whiter Shade of Fail

Aha. In my last post, I wrote about the claims that there were a lot of missing white voters, which are emboldening those calling for “libertarian populism”; as I pointed out, this supposed populism is actually just the same old economic royalism, wrapped in different rhetoric — and “downscale” whites very much need the safety net the GOP is tearing down. I also wondered, however, how much I should trust Sean Trende’s claim that missing white voters are a real, important thing.

Well, Alan Abramowitz sends me to new analysis saying, no, missing whites aren’t a real thing. When it comes to serious political science, it seems, Trende is not your friend (sorry, couldn’t help myself):

So what starts out looking like a mysterious epidemic of “missing” white voters becomes mostly a reflection of the simple fact that 2012 was a low turnout election. This unremarkable outcome is then hyped by Trende as the big demographic development of 2012 by doing something that is really quite misleading. He adds back in all the missing white voters to the 2012 electorate while leaving out all the missing minority voters.

But this probably won’t stop the GOP from going with the story anyway. Empirical failure hasn’t changed their minds about economics, or for that matter anything else, so why should this be different?

 

Un’ombra più bianca del fallire[1]

 

Eccoci. Nel mio ultimo post ho scritto a proposito della pretesa che ci siano stati una quantità di elettori bianchi dispersi, che stanno incoraggiando coloro che si pronunciano per il “populismo libertario” [2]; come ho messo in evidenza, questo presunto populismo è in effetti proprio lo stesso vecchio “regalismo economico” [3] confezionato con una diversa retorica – ed i bianchi “ridimensionati” hanno molto bisogno delle reti della sicurezza sociale che il Partito Repubblicano sta demolendo. Mi ero anche chiesto, tuttavia, quanto avessi dovuto credere alla pretesa de Sean Trende  secondo la quale gli elettori bianchi dispersi sono una cosa reale ed importante.

Ebbene, Adam Abramowitz mi rinvia ad una nuova analisi, secondo la quale, no, gli elettori bianchi dispersi non sono una cosa reale. Se si parla seriamente di scienza politica, a quanto pare, Trende non è un gran riferimento (mi dispiace, non sono stato capace di aiutarmi da solo):

“Dunque, quella che comincia a sembrare come una misteriosa epidemia di elettori bianchi “dispersi” è niente altro che un riflesso del fatto che il 2012 furono elezioni con bassa affluenza. Questo ordinario risultato è stato poi montato da Trende come il grande sviluppo demografico del 2012, facendo qualcosa che è davvero abbastanza fuorviante. Egli torna ad includere tutti gli elettori bianchi scomparsi all’elettorato del 2012, mentre lascia fuori tutti gli elettori scomparsi delle minoranze.”

Ma questo probabilmente non fermerà il Partito Repubblicano dal procedere in ogni caso con quel racconto. Il fallimento empirico non ha cambiato le loro menti a proposito di economia, o se è per quello non le ha cambiate in nessun altra occasione, perché questa volta dovrebbe essere diverso?


[1] Un titolo abbastanza complesso, ma in realtà giocato tutto sull’analogo titolo della famosissima canzone “A whiter shade of pale” di Procol Harum. Che fu tradotta, ai suoi tempi, con “Un ombra più bianca del pallido”. Nella canzone la faccia della fanciulla, che all’inizio era pallida come un fantasma, divenne “un ombra più bianca del pallido”. In questo caso la competizione tra varie gradazioni di biancore riguarda i diversi settori dei fallimenti logici dei conservatori, come un po’ contortamente chiarito nella ultima frase del post.

[2] Nel linguaggio politico americano “libertario” è un termine che non allude, come da noi, ad un antistatalismo anarchico; piuttosto ad un antistatalismo socialmente conservatore. Il principio del libertarismo è quello di fare ciò che si vuole, con l’unico limite di non limitare lo stesso diritto agli altri. Ad esempio, in Ayn Randy, scrittrice americana di origini russe considerata un’icona del pensiero “libertarian”, la libertà dell’impresa capitalistica privata è uno dei connotati più significativi del “libertarismo” (il campione del suo romanzo “Atlas Shrugged” era un imprenditore).

[3] E’ una espressione praticamente coniata negli anni Trenta da Franklin Delano Roosevelt, con la quale egli alludeva alle posizioni politico economiche dei Repubblicani – posizioni favorevoli ad  una aristocrazia del denaro e del capitale che Roosevelt considerava alla stregua di una riproposizione dei sistemi dinastici di tipo monarchico. Quindi, nella espressione, la parola “royalism” allude esattamente a valori di tipo monarchico-dinastico che negli USA erano stati sconfitti con la Guerra di Indipendenza.

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"