Blog di Krugman

Il caos incombe (1 agosto 2013)

 

August 1, 2013, 7:57 pm

Chaos Looms

Is economic/political commentary like writing detective stories? In some ways, I think, it is; certainly I have always taken to heart some passages in Raymond Chandler’s The Simple Art of Murder, especially the passage in which he distinguishes between the inherent importance of themes and the extent to which they are a good subject for writers:

Other things being equal, which they never are, a more powerful theme will provoke a more powerful performance. Yet some very dull books have been written about God, and some very fine ones about how to make a living and stay fairly honest.

Right now, if inherent importance were all that mattered, I wouldn’t be writing about the effects of sprawl, or the Fed succession, or even, probably, about China’s brick-wall problem. I would instead be writing all the time about the looming chaos in U.S. governance.

In the short run the point is that Republican leaders are about to reap the whirlwind, because they haven’t had the courage to tell the base that Obamacare is here to stay, that the sequester is in fact intolerable, and that in general they have at least for now lost the war over the shape of American society. As a result, we’re looking at many drama-filled months, with a high probability of government shutdowns and even debt defaults.

Over the longer run the point is that one of America’s two major political parties has basically gone off the deep end; policy content aside, a sane party doesn’t hold dozens of votes declaring its intention to repeal a law that everyone knows will stay on the books regardless. And since that party continues to hold substantial blocking power, we are looking at a country that’s increasingly ungovernable.

The trouble is that it’s hard to give this issue anything like the amount of coverage it deserves on substantive grounds without repeating oneself. So I do try to mix it up. But neither you nor I should forget that the madness of the GOP is the central issue of our time.

While I’m at it, a note to loyal readers: I know that my output has been a bit low this week; that’s because of family matters that among other things have me on the road. My guess is no posts at all tomorrow, unless traffic is a lot less severe than I expect. Normalcy should return next week.

 

Il caos incombe

 

I commenti economici e politici, sono come scrivere storie poliziesche? In qualche modo, penso che lo siano: di sicuro io ho sempre preso molto sul serio alcuni passaggi de “La semplice arte dell’omicidio” di Raymond Chandler, specialmente il passaggio in cui egli distingue tra l’importanza intrinseca dei temi e la misura in cui essi sono buoni soggetti per gli scrittori:

“A parità di condizioni, il che non accade mai, un tema più potente provocherà una prestazione più potente. Tuttavia si sono scritti libri noiosissimi su Dio, ed altri interessantissimi su come guadagnarsi da vivere restando complessivamente  onesti.”

In questo momento, se l’intrinseca importanza fosse l’unica cosa che conta, io non dovrei scrivere sugli effetti della dispersione, o sulla successione alla Fed, o persino, probabilmente, sul problema della Cina che va a sbattere contro il muro. Dovrei invece scrivere tutto il tempo sull’incombente caos nel governo degli Stati Uniti.

Nel breve periodo il punto è che i dirigenti repubblicani stanno per beccarsi una tempesta, perché non hanno avuto il coraggio di dire alla base che la riforma sanitaria di Obama è destinata a restare, che il ‘sequestro’ [1] è in sostanza intollerabile, e che in generale essi hanno, almeno sinora, perso la guerra sulla forma  della società americana. Di conseguenza, stiamo per assistere a molti mesi di drammatizzazione completa, con un’alta probabilità di un blocco delle funzioni di governo e persino di defaults sul debito [2].

Nel più lungo periodo, il punto è che uno dei due maggiori partiti politici americani non ci sta più con la testa; a prescindere dall’argomento politico, un partito sano non detiene dozzine di voti dichiarando la sua intenzione di abrogare una legge che tutti sanno che funzionerà regolarmente qualunque cosa esso faccia. E, dato che quel partito continua a possedere un potere sostanziale di blocco, quello che abbiamo dinanzi è una paese sempre più ingovernabile.

Il guaio è che è difficile dare a questo tema qualcosa che assomigli all’attenzione che merita in termini sostanziali, senza ripetersi. Cosicché io cerco di mescolarlo con altri. Ma né voi né io dovremmo dimenticare che il tema della follia del Partito Repubblicano è la questione centrale del nostro tempo.

Già che sono a questo punto, una nota per i lettori fedeli: so che la mia produzione è stata un po’ bassina questa settimana; è dipeso da problemi familiari che tra le altre cose mi costringono a viaggiare. La mia impressione è che non ci saranno posts sino a tutto domani, se il traffico non è meno caotico di quanto ci si aspetti. Il ritorno alla normalità dovrebbe avvenire la prossima settimana.


[1] Ovvero, l’ostruzionismo antigovernativo implicito nella minaccia di non approvare il cosiddetto ‘tetto del debito’ (vedi le note sulla traduzione).

[2] Entrambe sarebbero conseguenze della non approvazione del ‘tetto del debito’. Nel primo caso, perché d’un tratto molti ordinari finanziamenti già autorizzati si troverebbero bloccati; nel secondo caso perché si troverebbe ad un certo punto bloccato anche il pagamento degli interessi sulle obbligazioni sul debito, mandando in default, almeno per un po’, l’intero sistema finanziario statunitense.

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