August 26, 2013, 9:12 am
Joe Weisenthal is right: Wall Street is paying too much attention to the “taper”, the prospect of a slowing of Fed asset purchases, and not enough attention to the looming game of debt-ceiling chicken.
My guess is that the market reaction to the taper mainly reflects belief that it signals a general tightening bias by the Fed. If it becomes clear that it doesn’t, things should calm down. But then there’s the political crisis.
If you haven’t been reading the political blogs much — say, Greg Sargent — you may not have a sense of just how dire the political environment is. But here’s the situation. You have a Republican base that truly believes that guaranteed health insurance is the work of the devil. Meanwhile, there’s a Republican majority in the House that owes its position not to broad popular support — Democrats actually got more votes in 2012 — but to a district map that concentrates Democrats in a minority of districts, which in turn means that most Rs are more afraid of Tea Party challengers than outraged independents.
And the debt ceiling looms, with many ideologues assuring the base that Obama can be bullied into gutting his main achievement, which he won’t.
Everyone seems to assume that this will be worked out somehow, but nobody has even a halfway plausible story about how this will be done. Default looks like a real risk.
There is, however, still an option:
La stretta contro la follia
Joe Weisenthal ha ragione: Wall Street sta mettendo troppa attenzione alla “stretta”, la prospettiva di un rallentamento degli acquisti di asset da parte della Fed, e non abbastanza attenzione all’incombente ‘gioco del pollo’ [1] sul tetto del debito [2].
La mia impressione è che la reazione del mercato alla stretta principalmente rifletta il convincimento che essa segnali una generale tendenza alla restrizione da parte della Fed. Se diventa chiaro che non è così, le cose dovrebbero un po’ calmarsi. Ma poi viene la crisi politica.
Se non state leggendo un granché i blogs politici – ad esempio, Greg Sargent – potete non avere un’idea di quanto sia proprio terribile il clima politico. Ma ecco la situazione. C’è una base repubblicana che crede per davvero che la assicurazione garantita sulla salute sia opera del diavolo. Nel frattempo, c’è una maggioranza repubblicana alla Camera che non deve la sua posizione ad un generale sostegno popolare – nel 2012 i democratici ebbero più voti – ma ad una geografia di collegi elettorali che concentra i Democratici in una minoranza di collegi, il che a sua volta significa che gran parte dei Repubblicani hanno più timore degli sfidanti del Tea Party che di indipendenti arrabbiati.
E il tetto del debito incombe, con molti ideologi che assicurano la base che Obama può essere costretto con la prepotenza a mandare all’aria la sua principale realizzazione, cosa che egli non vorrà fare.
Ognuno sembra ipotizzare che tutto questo in qualche modo si risolverà, ma nessuno ha nemmeno mezza idea di come sarà possibile. Il default sembra un rischio reale.
C’è tuttavia ancora una opzione [3]:
[1] Il gioco probabilmente nacque quasi un secolo fa: in una strada deserta di campagna, alcuni bambini giocavano ad attraversare la strada per ultimi, dinanzi a rare macchine che arrivavano a tutta velocità. Oppure, negli anni ’50 e ’60 della “gioventù bruciata”: guidare a tutta velocità due macchine, una verso l’altra, e decidere di schivare per ultimi, oppure di non schivare affatto. Chiamato del pollo anziché del coniglio, perché per gli anglosassoni è il pollo e non il coniglio simbolo di viltà. O magari anche perchè pure i polli attraversavano le prime strade polverose, semplicemente in quanto polli …
[2] Per “debt ceiling” (“tetto del debito”) vedi le note sulla traduzione.
[3] L’opzione è la figura successiva, di un personaggio della serie di Star Trek, che figura su una gran moneta da mille miliardi di dollari. La stessa caricatura era stata usata in un post dei mesi passati, a fronte di un’altra stretta provocata da un ricatto dei Repubblicani, con rischio di default. Allora Krugman sostenne, non semplicemente scherzando, che la Amministrazione Obama, sfruttando una teorica possibilità di conio di monete eccezionali, avrebbe potuto pur sempre trovare i soldi necessari per evitare un blocco delle funzioni di Governo (il che implicherebbe di necessità un default, perché costringerebbe tra l’altro al non pagamento degli interessi sul debito pubblico) coniando, appunto, una unica moneta da migliaia di miliardi di dollari. L’idea venne presa in una certa misura sul serio in un dibattito successivo, nel senso che ad alcuni sembrò, in condizioni estreme, da non escludere.
By mm
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