August 31, 2013, 4:10 pm
Sometimes — usually, though not always, in a belligerent tone — people ask me, well, how big do you think the stimulus should have been? How much debt should we have run up? Regardless of the tone, that is actually a question worth answering. With the benefit of hindsight, we do know roughly how depressed the economy has been; we have reasonably good estimates of the effects of government spending; so we can put together an estimate of what would have happened if we had, in fact, pursued a policy of government spending sufficient to keep output at potential.
Start with the CBO estimates of potential GDP, which can be subtracted from actual GDP to estimate the output gap. Start the clock at the beginning of 2009, and the output gap — measured quarterly, but at an annual rate — looks like this:
The output gap.
If you add it up, the cumulative output gap since start-2009 comes to $2.29 trillion — that is, $2.29 trillion worth of goods and services we could and should have produced, but didn’t.
How much government spending would have been required to close that gap? The evidence is now overwhelming that when you’re at the zero lower bound the multiplier is greater than one; see,e.g., Blanchard and Leigh. Suppose we take a multiplier of 1.3, which is fairly conservative. Then it would have taken $1.76 trillion in spending over the past 4 1/2 years to close the output gap. Yes, I know, it would have been politically impossible — but we’re just doing the economics here.
So is that an extra $1.76 trillion in debt? No — the economy would have been stronger, leading both to higher revenue and to lower spending on means-tested programs. A fairly conservative estimate is that each dollar of extra GDP would have saved 1/3 of a dollar in the form of higher revenue and lower spending, which means 2.29/3 = $0.76 trillion.
So the net extra debt we would have run up with my fantasy stimulus turns out to be a round $1 trillion. OMG: ONE TRILLION DOLLARS!
But how bad is that? It’s about 6 percent of GDP. And remember, also, that GDP would have been higher — it would have been at potential, not well below. So at this point, instead of where we are — with federal debt at 72 percent of GDP — we would have had federal debt at 76 percent of GDP. Does anyone seriously claim that this difference would have caused a fiscal crisis?
And in return for those 4 points on the debt ratio, millions of American families would have been spared the hardship and humiliation of mass unemployment, lost houses and savings, and more. We can further argue that by avoiding the corrosive effects of long-term unemployment, we would surely have avoided substantial damage to America’s longer-run economic prospects, which in turn means that future revenue would be higher — and my fantasy fiscal program would probably have improved, not worsened, our fundamental fiscal position.
Again, I understand that none of this was going to happen. But you should understand that this reflects bad judgment by bad politicians and bad economists, not the logic of the case.
L’aritmetica di una politica fantasiosa della finanza pubblica
Talvolta – normalmente, sebbene non sempre, in tono bellicoso – le persone mi chiedono: bene, quanto pensi che avrebbero dovuto essere grandi le misure di sostegno? Quanto avrebbe dovuto crescere il debito? A parte il tono, questa è effettivamente una domanda alla quale merita di rispondere. Con il senno di poi, grosso modo sappiamo quanto è stata depressa l’economia; abbiamo stime ragionevolmente buone degli effetti della spesa pubblica; possiamo dunque mettere assieme una stima di quello che sarebbe accaduto se avessimo, sul serio, perseguito una politica della spesa pubblica sufficiente a mantenere la produzione al suo potenziale.
Cominciamo con le stime del Congressional Budget Office [1] sul PIL potenziale, che possono essere ottenute per differenza dal PIL effettivo per stimare il differenziale del prodotto [2]. Mettiamo l’orologio agli inizi del 2009, ed il differenziale del prodotto – misurato trimestralmente, ma con un tasso annuale – appare nel modo seguente:
Il differenziale del prodotto
Se si fa la somma (complessiva), il differenziale cumulativo del prodotto a partire dal 2009 arriva a 2.290 miliardi di dollari – vale a dire, un valore di 2.290 miliardi di dollari di beni e servizi che potevano e dovevano essere prodotti e non lo sono stati.
Quanta spesa pubblica sarebbe stata richiesta per chiudere questo differenziale? Le prove ora schiaccianti sono che quando si è al livello inferiore di zero il moltiplicatore è più grande di uno; si vedano, ad esempio, Blanchard e Leigh [3]. Supponiamo di assumere un moltiplicatore di 1,3, che è una misura abbastanza conservativa. In quel caso, per chiudere il differenziale, ci sarebbero voluti 1.760 miliardi di dollari di spesa pubblica nel corso di quattro anni e mezzo. Sì, so che sarebbe stato politicamente impossibile – ma qua stiamo solo facendo un calcolo economico.
Dunque, quella avrebbe costituito una aggiunta di 1.760 miliardi di dollari di debito? No – l’economia sarebbe stata più forte, portando sia ad entrate più elevate che a una minore spesa sui programmi che si basano su sussidi dipendenti dall’accertamento del reddito. Una stima abbastanza conservativa è che per ogni dollaro di PIL aggiuntivo si sarebbe risparmiato 1/3 di dollaro nella forma di entrate superiori e di minori spese (per gli automatismi delle suddette spese sociali, ndt), il che significa 2.290/3= 760 miliardi di dollari [4].
Dunque, il debito netto aggiuntivo che avremmo dovuto accrescere con le mie fantasiose misure di spesa pubblica si scopre che sarebbe stato di circa mille miliardi di dollari. Per la miseria [5]! MILLE MILIARDI DI DOLLARI!
Ma quanto è negativo questo? E’ circa il 6 per cento del PIL. E si tenga a mente, anche, che il PIL sarebbe stato più alto – sarebbe stato al suo potenziale, non ben al di sotto. Dunque, a questo punto, invece di essere dove siamo – con un debito federale al 72 per cento del PIL – avremmo avuto un debito federale al 76 per cento del PIL. C’è qualcuno che può seriamente sostenere che questa differenza avrebbe provocato una crisi delle finanze pubbliche?
E in cambio di questi quattro punti sulla percentuale di debito, milioni di famiglie di americani si sarebbero risparmiate le difficoltà e l’umiliazione della disoccupazione di massa, delle case e dei risparmi perduti, ed altro ancora. Possiamo ulteriormente sostenere che evitando gli effetti corrosivi della disoccupazione di lungo periodo, sicuramente avremmo evitato un danno sostanziale alle prospettive economiche di lungo periodo dell’America, il che a sua volta significa che le entrate future sarebbero state più alte – ed il mio fantastico programma di finanza pubblica probabilmente avrebbe migliorato, non peggiorato, la nostra posizione finanziaria di base.
Lo ripeto: capisco che niente di questo era destinato ad accadere. Ma si dovrebbe comprendere che questa è una conseguenza di cattivi giudizi da parte di cattivi uomini politici ed economisti, non la logica del caso in esame.
[1] Vedi note sulla traduzione.
[2] Ovvero, se si fa la sottrazione tra il PIL effettivo e le stime del PIL potenziale, viene espresso (naturalmente in termini negativi, cioè di quantità diminuita) il differenziale.
[3] Krugman si riferisce alla recente clamorosa ammissione, da parte del Fondo Monetario Internazionale (e dunque di Blanchard – massimo dirigente, e di Leigh – ricercatore) per la quale nella situazione di recessione di questi anni il ‘moltiplicatore’ (vedi per la definizione di ‘multiplier’ le note sulla traduzione) avrebbe dovuto essere stimato come superiore ad una unità, mentre era inizialmente stato stimato circa un po’ più di metà unità. Ovviamente, un moltiplicatore incrementa l’effetto di un intervento di spesa pubblica in termini di prodotto e di occupazione, ma allo stesso modo lo riduce quando la spesa pubblica viene diminuita. Questo, ad esempio, è stato l’errore che il FMI ha ammesso nel caso della Grecia, dove si era stimato un effetto negativo inferiore delle misure di austerità.
[4] Come si può comprendere, la sottrazione di un terzo della spesa viene fatta sul differenziale di produzione che era stato calcolato in precedenza, giacché il beneficio delle maggiori entrate e delle minori spese sociali deve correttamente essere calcolato sul complessivo maggior valore di produzione che si sarebbe ottenuto con 1.760 miliardi di spesa pubblica. E siccome quel beneficio sarebbe stato di 760 miliardi, la spesa pubblica che effettivamente sarebbe diventata debito aggiuntivo, per coprire il buco, sarebbe stata di circa 1.000 miliardi di dollari.
[5] “OMG” nel linguaggio “chat” sta per “”Oh, my God”, ovvero è una esclamazione.
By mm
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