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Sesso, moneta e “gravitas” (New York Times 1 agosto 2013)

 

Sex, Money and Gravitas

By PAUL KRUGMAN

Published: August 1, 2013

Can a woman effectively run the Federal Reserve? That shouldn’t even be a question. And Janet Yellen, the vice chairwoman of the Fed’s Board of Governors, isn’t just up to the job; by any objective standard, she’s the best-qualified person in America to take over when Ben Bernanke steps down as chairman.

Yet there are not one but two sexist campaigns under way against Ms. Yellen. One is a whisper campaign whose sexism is implicit, while the other involves raw misogyny. And both campaigns manage to combine sexism with very bad economic analysis.

 

Let’s start with the more extreme, open campaign. Last week, The New York Sun published an editorial attacking Ms. Yellen titled “The Female Dollar.” The editorial took it for granted that the Fed has been following disastrously inflationary monetary policies for years, even though actual inflation is at a 50-year low. And it warned that things would get even worse if the dollar were to become merely “gender-backed.” I am not making this up.

 

True, The Sun is a marginal publication, with strong gold-bug tendencies, and nobody would pay much attention if the rest of the right had ignored or distanced itself from that editorial. In fact, however, The Wall Street Journal immediately followed up with its own editorial along the same lines, in the course of which it approvingly quoted The Sun piece, female dollar and all.

 

The other campaign against Ms. Yellen has been subtler, involving repeated suggestions — almost always off the record — that she lacks the “gravitas” to lead the Fed. What does that mean? Well, suppose we were talking about a man with Ms. Yellen’s credentials: distinguished academic work, leader of the Council of Economic Advisers, six years as president of the San Francisco Fed, a record of working effectively with colleagues at the Board of Governors. Would anyone suggest that a man with those credentials was somehow unqualified for office?

Sorry, but it’s hard to escape the conclusion that gravitas, in this context, mainly means possessing a Y chromosome.

Both anti-Yellen campaigns, then, involve unmistakable sexism, and should be condemned for that reason. As it happens, however, both campaigns have another problem, too: They’re based on bad economic analysis.

In the case of the “female dollar” types, the wrongheadedness of the economics is as raw and obvious as the sexism. The people shouting that the Fed is “debasing the dollar” have been warning of runaway inflation any day now for almost five years, and they have been wrong every step of the way. Worse, they have shown no willingness to admit having been wrong, let alone to revise their views in the face of experience. They are, in short, the last people in the world you should listen to when it comes to monetary policy.

 

 

The wrongheadedness of the gravitas crowd, like its sexism, is subtler. But to the extent that having gravitas means something other than being male, it means being what I like to call a Very Serious Person — the kind of person who talks a lot about the need to make tough decisions, which somehow always involves demanding sacrifices on the part of ordinary families while treating the wealthy with kid gloves. And here’s the thing: The Very Serious People have been almost as consistently wrong, although not as spectacularly, as the inflation hysterics.

 

 

This has been obviously true in the case of budget policy, where the Serious People hijacked the national conversation, shifting it away from job creation to deficits, on the grounds that we were facing an imminent fiscal crisis — which somehow keeps not coming.

But it has also been true for monetary policy. The Wall Street Journal (news department, not editorial) recently surveyed the forecasting records of top policy makers at the Fed, whom it divided into “hawks” (officials who keep warning that the Fed is doing too much to fight unemployment) and “doves” (who warn that it’s doing too little). It found that the doves made consistently better forecasts, with the best forecaster of all being the most prominent of the doves — Janet Yellen.

 

 

The point is that while the gravitas types like to think of themselves as serious men (and I do mean men) who are willing to do what needs to be done, recent history suggests that they’re actually men who are eager to prove their seriousness by doing what doesn’t need to be done, at the public’s expense.

Also, there was a time not along ago when almost everyone in the gravitas crowd, if asked who possessed that mystical quality in its purest form, would surely have answered “Alan Greenspan.” How well did that turn out?

So is Janet Yellen the only possible candidate to be the next leader of the Fed? Of course not. But the case for someone else should be made on the merits — and, so far, that hasn’t been what’s happening.

 

Sesso, moneta e “gravitas” [1], di Paul Krugman

New York Times 1 agosto 2013

 

Può per davvero un donna governare la Federal Reserve? Questa non dovrebbe neppure essere una domanda. E Janet Yellen, la Vicepresidente del Consiglio dei Governatori della Fed, non solo è all’altezza dell’incarico; secondo un criterio oggettivo, ella è la persona più qualificata in America a succedere a Ben Bernanke quando si dimetterà da Presidente. Tuttavia ci sono non una ma due campagne di tipo sessista sulla strada della Signorina Yellen. Una è una campagna sussurrata, nella quale il sessismo è implicito, mentre l’altra ha a che fare con una rozza misoginia. Ed entrambe riescono a combinare il sessismo con una pessima analisi economica.

Cominciamo dalla campagna più estrema ed esplicita. La scorsa settimana, The New York Sun pubblicava un editoriale che attaccava la Yellen sotto il titolo “Il dollaro femmina”. L’editoriale stabiliva con certezza che la Fed avesse seguito politiche monetarie disastrosamente inflazionistiche da anni, anche se l’inflazione effettiva è al punto più basso dell’ultimo mezzo secolo. E ammoniva che le cose sarebbero diventate persino peggiori se il dollaro fosse stato costretto a seguire “criteri di sesso”. E non mi sto inventando niente.

E’ vero, The Sun è una pubblicazione marginale, con forti tendenze ad una politica monetaria basata su un ritorno alla parità aurea, e nessuno ci avrebbe prestato attenzione se il resto della destra avesse ignorato o preso le distanze da quell’editoriale. Di fatto, tuttavia, il Wall Street Journal ha immediatamente fatto seguito con un proprio editoriale dallo stesso tono, nel quale, con espressioni di approvazione,  veniva citato l’articolo di The Sun, la faccenda del ‘dollaro femmina’ e tutto il resto.

L’altra campagna contro la Yellen è stata più sottile, includendo ripetuti riferimenti – quasi sempre ufficiosi – al fatto che ella mancherebbe di “gravitas” nella guida della Fed. Cosa significa ciò? Ebbene, supponiamo di star parlando di un uomo con le stesse credenziali della Yellen: una attività accademica eminente, la dirigenza del Consiglio dei Consulenti Economici, sei anni come Presidente della Fed di San Francisco, il primato di un efficace lavoro assieme ai suoi colleghi nel Consiglio dei Governatori. Qualcuno indicherebbe un uomo con tali credenziali in qualche modo inadatto a tale incarico?

Spiacente, ma è difficile evitare la conclusione che la “gravitas”, in questo contesto, significhi principalmente il possesso del cromosoma Y.

Entrambe le campagne, dunque, riguardano un sessismo inconfondibile, e dovrebbero essere condannate per queste ragioni. Come succede di solito, tuttavia, entrambe le campagne hanno anche un altro problema: sono basate su una pessima analisi economica.

Nel caso dei personaggi del ‘dollaro femmina’, la avventatezza della analisi economica è cruda ed evidente come il sessismo. Sono cinque anni che la gente che strepita che la Fed starebbe “svalutando il dollaro” mette in guardia da una imminente inflazione fuori controllo, ed hanno avuto torto ad ogni passaggio. Peggio, non hanno mostrato alcuna disponibilità a riconoscere di aver avuto torto, per non dire della volontà di modificare i loro punti di vista a fronte della esperienza. In poche parole, sono le ultime persone al mondo che si dovrebbe ascoltare quando si ragiona di politica monetaria.

La ostinata pretestuosità della gente della “gravitas”, come il loro sessismo, è più sottile. Ma nella misura in cui avere “gravitas” significhi qualcosa di più che essere maschi, è un attributo che a me piace riferire a quelle che chiamo le Persone Molto Serie [2] – quel genere di persone che parlano molto della necessità di prendere decisioni dure, che guarda caso riguardano sempre la richiesta di sacrifici per le famiglie ordinarie, nel mentre si trattano i ricchi con i guanti di velluto. E qua è il punto: le Persone Molto Serie sono state quasi altrettanto regolarmente in torto degli isterici dell’inflazione, sebbene in modo non altrettanto spettacolare.

Questo è stato evidentemente vero nel caso delle politiche di bilancio, dove le Persone Molto Serie hanno posto sotto sequestro il dibattito nazionale, spostandolo dalla creazione di posti di lavoro ai deficit, nella premessa che stavamo per affrontare una crisi imminente della finanza pubblica – cosa che in qualche modo continua a non materializzarsi.

Ma è stato anche vero per la politica monetaria. The Wall Street Journal (settore notizie e non degli editoriali) ha di recente fatto un sondaggio sulle prestazioni previsionali dei principali dirigenti della Fed, che ha suddiviso in “falchi” (dirigenti che continuano a mettere in guardia sul fatto che la Fed sta facendo troppo per combattere la disoccupazione) e “colombe” (che ammoniscono che si sta facendo troppo poco). Si è scoperto che le colombe hanno fatto regolarmente migliori previsioni, e che le migliori previsioni in assoluto sono venute dalla più eminente delle colombe – Janet Yellen.

Il punto è che mentre agli individui della “gravitas” piace rappresentarsi come uomini seri (e intendo proprio ‘uomini’) che hanno la volontà di fare quello di cui c’è bisogno, la storia recente indica che essi sono effettivamente uomini ansiosi di provare la loro serietà facendo quello che non c’è bisogno di fare, a spese di tutti.

Inoltre, c’è stata un’epoca non molto tempo fa nella quale quasi tutti gli individui della “gravitas”, se fossero stati richiesti di indicare chi possedesse quella mistica qualità nella forma più pura, avrebbero certamente risposto “Alan Greenspan”. Ricordate come ci azzeccarono?

E’ dunque Janet Yellen l’unica possibile candidata alla prossima guida della Fed? Naturalmente no. Ma l’ipotesi di qualcun altro dovrebbe fondarsi sui meriti – e, sino a questo punto, non è quello che sta accadendo.


[1] In questo contesto, se si volesse tradurre  il latino “gravitas”, forse si dovrebbe usare  ‘spessore’, anziché ‘peso’, perché  indicherebbe meglio la pretestuosità della condizione cui si allude, almeno ove la  si voglia esprimere con una parola sola (tanto è vero che per essere più comprensibili, in italiano si dovrebbe dire ‘peso politico’).

In un post di questi giorni, Krugman ha cercato di corredare il termine ‘gravitas’ di maggiori riferimenti ricorrendo ad un ricordo di una spiegazione di quel termine da parte dello storico americano Garry Wills. Ebbe occasione di spiegare lo Wills: “Le pellicole sull’Impero Romano spessi ci offrono senatori che concionano in toga. In effetti, alcuni capi di Roma – che vagabondavano con le loro bande di clienti e di dipendenti armati – è possibile che si presentassero più come gli “adolescenti casalinghi” delle serie televisive  della MTV. Un uomo che aborriva tali accompagnamenti era Catone di Utica, che più di una volta venne bastonato in pubblico ed era costantemente minacciato con la violenza. La ‘gravitas’ significava qualcosa che aveva più a che fare con il far mostra della propria arrogante imponenza che col dare un senso di solido fondamento.”

Dunque, nella esperienza degli stessi romani, la “gravitas” era qualcosa di assai più tangibile del ‘peso politico’, o della ‘esperienza’.

Ed ecco Catone, uno dei pochi romani che si sottraeva a quel genere di “gravitas” (si consideri che il coltello nella mano destra non era abituale ed indica soltanto che stava per togliersi la vita!):

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[2] Per l’uso ironico di questa espressione in Krugman, vedi le note sulla traduzione.

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