Blog di Krugman

Un racconto di due paesi stagnanti (13 agosto 2013)

 

August 13, 2013, 11:26 am

A Tale of Two Flat Countries

Simon Wren-Lewis writes about the rise of extremist parties in the UK and the Netherlands. As he notes, in a way this shouldn’t be surprising. The Netherlands, in particular, has the kind of Grand Bargain the Washington Post editorial page dreams of — a government of national unity committed to fiscal austerity. It’s as if Harry Reid, John Boehner, and President Obama had all agreed to implement Simpson-Bowles, with some extra front-loaded cuts thrown into the bargain too. And here’s the thing: it’s not working. So what you have is a frustrated populace, finding no “respectable” politicians willing to challenge a failing orthodoxy:

So in the Netherlands and elsewhere in Europe, on the issue of the stupidity of pro-cyclical fiscal policy, it is only the views of politicians on the far-left or far-right that matches those of the majority of macroeconomists. Given the social, economic and political consequences of declining real wages and rising unemployment, which fiscal austerity only makes worse, this is both a very sad and rather dangerous state of affairs.

Indeed: the last time we saw something like this was in the 1930s, when all the great and good united in defense of the gold standard; that did not end well.

Also, Wren-Lewis alludes to the extraordinary limpness of Labour, which has been consistently, depressingly unwilling to challenge the basic premises of Cameron/Osborne.

But my thoughts ran down a different channel. Governance in the Netherlands since financial crisis struck has been everything the world’s Very Serious People could want: the whole political center committed to Doing The Right Thing, and in fact doing it very vigorously. Meanwhile, just to the south lies another country with famously dysfunctional politics — so bitterly divided that it’s as if its politicians are speaking different languages, because, well, they are. So how does performance in recent years compare? Glad you asked:

Public debt, % of GDP (end 2011):

Belgium: 97.8
Netherlands: 65.0

Change in structural balance, 2007-13:

Belgium: -1.6
Netherlands: -0.1

Change in unemployment rate, 2007-13:

Belgium: +0.5
Netherlands: +2.7

Long-term interest rate, July 2013:

Belgium: 2.54
Netherlands: 2.03

Yes, Belgium is paying slightly higher interest rates — but not by a whole lot since the ECB started doing its job as lender of last resort. And in general, it’s hard to escape the impression that Belgium has been better served by political paralysis than the Netherlands has by its unified, effective determination to do exactly the wrong thing.

 

Un racconto di due paesi stagnanti

 

Simon Wren-Lewis scrive sulla crescita dei partiti estremisti in Gran Bretagna ed in Olanda. Come egli nota, in qualche modo non dovrebbe essere sorprendente. L’Olanda, in particolare, ha quel genere di Grande Intesa che la pagina editoriale del Washington Post sogna – un Governo di unità nazionale votato alla austerità delle finanze pubbliche. E’ come se Harry Raid, John Boehner e il Presidente Obama si fossero messi tutti d’accordo per mettere in atto le scelte della commissione Simpson-Bowles, infilando in tale accordo anche alcuni tagli aggiuntivi nella fase iniziale. Ed il problema è lì: non sta funzionando. Di conseguenza il risultato è una popolazione frustrata, che non trova nessun uomo politico “rispettabile” che abbia la volontà di sfidare una ortodossia fallimentare:

“Dunque, in Olanda come dappertutto in Europa, sul tema della stupidità di una politica della finanza pubblica pro-ciclica, ci sono soltanto i punti di vista di uomini politici di estrema sinistra o di estrema destra che si confrontano con quelli della maggioranza degli economisti. Date le conseguenze sociali, economiche e politiche del declino dei salari reali e della disoccupazione crescente, questa è una situazione di fatto sia molto triste che piuttosto pericolosa.”

In effetti: l’ultima volta che vedemmo qualcosa del genere fu negli anni Trenta, quando tutte le Persone Molto Serie [1] si unirono in difesa del gold standard; la qualcosa non ebbe affatto un buon esito [2].

Inoltre, Wren-Lewis fa riferimento alla straordinaria remissività del Labour, che si è mostrato, costantemente ed in modo deprimente, indisponibile a lanciare una sfida alle premesse di fondo di Cameron-Osborne.

Ma i miei pensieri vanno ad un’altra rappresentazione. Dal momento in cui è esplosa la crisi, in Olanda, il Governo ha rappresentato tutto quello che le Persone Molto Serie di tutto il mondo vogliono: tutto il centro politico si è impegnato a Fare La Cosa Giusta, ed anche a farla con particolare vigore. Nel frattempo, proprio più a Sud, c’è un altro paese con una politica notoriamente  improduttiva – così aspramente diviso che è come se gli uomini politici stessero parlando due diverse lingue, giacché, in fondo, è proprio quello che fanno [3]. Dunque, cosa emerge da un confronto degli anni recenti? Mi fa piacere lo chiediate:

 

Debito pubblico come percentuale del PIL (fine 2011):

Belgio: 97,8

Olanda: 65,0

 

Modifiche nell’equilibrio strutturale, anni 2007.2013 [4]:

Belgio: – 1,6

Olanda: – 0,1

 

Modifiche nel tasso di disoccupazione, 2007-2013:

Belgio: + 0,5

Olanda: + 2,7

 

Tassi di interesse a lungo termine, luglio 2013:

Belgio: 2,54

Olanda: 2,03

 

Si, il Belgio sta pagando tassi di interesse leggermente più elevati – ma non così tanto dal momento il cui la BCE ha cominciato a fare il suo lavoro come prestatore di ultima istanza. E, in generale, è difficile sfuggire all’impressione che il Belgio abbia tratto maggiore giovamento dalla paralisi politica di quanto l’Olanda ne abbia tratto dalla sua unitaria, vigorosa determinazione a fare esattamente la cosa sbagliata.


[1] Il termine “Persone Molto Serie” – che come si sa è un frequente espressione ironica di Krugman – guarda caso si presta benissimo a tradurre “great and good” (che altrimenti potremmo tradurre con “gli stati maggiori”, “gli alti papaveri” etc.).

[2] La connessione è con un breve scritto di Alan de Bromhead, Barry Eichengreen, Kevin H O’Rourke del 27 febbraio 2012, nel quale si analizzano le vicende dell’estremismo politico di destra negli anni Trenta.

[3] Ovvero, parlano effettivamente lingue diverse.

Situato al confine tra l’Europa germanofona e l’area linguistica e culturale romanza, il Belgio è diviso in tre regioni. A settentrione le Fiandre la cui popolazione di lingua olandese comprende circa il 58% della popolazione totale e a sud la Vallonia, prevalentemente francofona con l’eccezione di una piccola comunità germanofona, e che costituisce il 32% della popolazione complessiva nazionale. Nel mezzo è situata la regione della città di Bruxelles, Bruxelles-Capitale che è ufficialmente bilingue, sebbene sia prevalentemente francofona, e nella quale risiede il 10% della popolazione. Inoltre ai confini con la Germania in Vallonia si trova la Comunità germanofona del Belgio di lingua tedesca che comprende i comuni ceduti dalla Germania al Belgio nel 1919 e annessi alla Germania nazista nel 19401945 (Wikipedia).

[4] Per equilibrio strutturale di bilancio si intende (fonte: FMI) “la posizione effettiva della finanza pubblica statale depurata delle stime delle conseguenze sul bilancio degli andamenti del ciclo economico”.

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