Blog di Krugman

Ci vuole un governo (per fare un mercato) (5 settembre 2013)

 

September 5, 2013, 9:08 pm

It Takes A Government (To Make A Market)

Lots of reporting on the new Kaiser Family Foundation analysis of what we know so far (pdf) about premiums under Obamacare. It definitely looks as if there will be a mild “rate shock” — in the right direction. KFF:

While premiums will vary significantly across the country, they are generally lower than expected.

What’s going on here? Partly it’s a vindication of the idea that you can make health insurance broadly affordable if you ban discrimination based on preexiting conditions while inducing healthy individuals to enter the risk pool through a combination of penalties and subsidies. But there’s an additional factor, that even supporters of the Affordable Care Act mostly missed: the extent to which, for the first time, the Act is creating a truly functioning market in nongroup insurance.

Until now there has been sort of a market — but one that, as Kenneth Arrow pointed out half a century ago, is riddled with problems. It was very hard for individuals to figure out what they were buying — what would be covered, and would the policies let them down? Price and quality comparisons were near-impossible. Under these conditions the magic of the marketplace couldn’t work — there really wasn’t a proper market. And insurers competed with each other mainly by trying to avoid covering people who really needed insurance, and finding excuses to drop coverage when people got sick.

With the ACA, however, insurers operate under clear ground rules, with clearly defined grades of plan and discrimination banned. The result, suddenly, is that we have real market competition.

In an alternative universe, conservatives would be celebrating this good news as a vindication of their views. See, the Heritage Foundation — which actually developed the original version of this plan! — was right! You don’t need single-payer, just a properly set up market system. (For the record, I believe that single-payer would be better and cheaper, and it’s still a goal we should seek).

But in this universe, conservatives claim that creating a real market for health insurance, and making sure that everyone can afford it, is the moral equivalent of slavery.

 

Ci vuole un governo (per fare un mercato)

 

Molti resoconti sulla nuova analisi della Kaiser Family Foundation [1] a proposito di quello che sinora conosciamo sui premi assicurativi a seguito della riforma della assistenza di Obama (disponibile in pdf). Appare definitivamente che ci sarà una leggera “quota di shock” – nella direzione giusta. Scrive KFF:

Mentre i premi assicurativi varieranno in modo significativo tra i vari Stati, generalmente essi saranno più bassi di quello che ci si aspettava.”

Cosa sta accadendo in questo caso? In parte si tratta di una conferma dell’idea che si può avere una assicurazione sanitaria complessivamente sostenibile se si mettono al bando le discriminazioni basate sulle precedenti patologie sanitarie, nel mentre si inducono gli individui in salute ad entrare a far parte della valutazione collettiva del rischio attraverso una combinazione di penalizzazioni e di sussidi. Ma c’è un fattore aggiuntivo, del quale persino i sostenitori della Legge per l’Assistenza Sostenibile  in gran parte non si erano accorti: la misura nella quale, per la prima volta, la Legge sta creando un mercato effettivamente funzionante nella assicurazione non destinata a gruppi specifici di utenti.

Sinora c’era stata una specie di mercato – ma del tipo, come mise in evidenza mezzo secolo fa Kenneth Arrow, di quelli zeppi di problemi. Era molto difficile per gli individui immaginarsi cosa stessero acquistando – che cosa sarebbe stato assistito, sarebbero alla fine rimasti fregati dalle scelte politiche? I prezzi e i confronti di qualità erano quasi impossibili. In queste condizioni la magia del mercato non poteva funzionare – propriamente non c’era un vero mercato. E gli assicuratori erano in competizione l’uno con l’altro principalmente cercando di evitare di assistere le persone che avevano davvero bisogno della assicurazione, ed accampando scuse per far cadere l’assistenza quando le persone si ammalavano.

Con la nuova legge, tuttavia, gli assicuratori operano con chiare regole di base, con requisiti di piano chiaramente definiti e con la discriminazione proibita. Il risultato è che improvvisamente abbiamo un reale mercato competitivo.

In un altro mondo, i conservatori starebbero celebrando questa buona notizia come una conferma delle loro opinioni. Vedete, la Heritage Foundation – che in effetti sviluppò la versione originaria di questo programma – aveva ragione! Non c’è bisogno di una amministrazione centralizzata, basta metter su un appropriato sistema di mercato (per la cronaca, io credo che un sistema centralizzato sarebbe migliore e più conveniente, e che sia ancora un obbiettivo che dovremmo cercare di conseguire).

Ma in questo mondo, i conservatori sostengono che creare un effettivo mercato di assicurazione sanitaria, e garantire a tutti di poterselo permettere, sia l’equivalente morale della schiavitù [2].



[1] Si tratta di una Fondazione privata ed indipendente, con sede a Menlo Park in California, che si occupa di politica sanitaria, negli Stati Uniti e nel mondo. La Fondazione fu istituita nel 1948 dall’industriale Henry J. Kaiser, ma attraverso vari passaggi si svincolò successivamente da ogni rapporto economico e proprietario con le industrie Kaiser, pur mantenendone la denominazione.

[2] E’ un’affermazione che nei mesi passati è stata fatta di vari esponenti repubblicani, secondo la quale il sistema costruito con la riforma della assistenza di Obama – da quanto capisco perché fondato sull’obbligo della adesione ad una assicurazione – sarebbe equivalente alla schiavitù.

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