September 16, 2013, 8:33 am
Antonio Fatas, like me, is boggled by the OECD’s apparent inability even to contemplate the possibility that Europe’s poor economic performance is the result of fiscal austerity.
At one level, of course, it’s perfectly understandable. The OECD in general, and Pier Carlo Padoan, in particular, as chief economist, were among the biggest and earliest cheerleaders for austerity; you can see why they don’t want to admit that they were in fact cheerleading Europe into disaster.
Still, it’s kind of depressing. What we’ve just had in the eurozone is as close to a natural experiment on fiscal policy as you’re ever likely to see, and the results overwhelmingly support a Keynesian view. You might expect some acknowledgement, some revision of views.
But that’s not the way the world works. George Orwell knew all about it:
The point is that we are all capable of believing things which we know to be untrue, and then, when we are finally proved wrong, impudently twisting the facts so as to show that we were right. Intellectually, it is possible to carry on this process for an indefinite time: the only check on it is that sooner or later a false belief bumps up against solid reality, usually on a battlefield … To see what is in front of one’s nose needs a constant struggle.
And not many influential people are into that kind of struggle …
Di fronte ai loro nasi
Antonio Fatas, come me, è sbalordito per la apparente incapacità dell’OCSE persino di prendere in considerazione la possibilità che la povera prestazione economica dell’Europa sia il risultato della austerità della finanza pubblica.
Da un certo punto di vista, naturalmente, è perfettamente comprensibile. L’OCSE in generale, e Pier Carlo Padoan in particolare, come capo economista, sono stati tra i maggiori ed i primi sostenitori dell’austerità; potete capire per quale ragione non vogliano ammettere di essere stati di fatto sostenitori del disastro europeo.
Eppure è qualcosa di deprimente. Quello che abbiamo avuto nell’eurozona è una specie di esperimento naturale come non si era mai visto sulla politica della finanza pubblica, ed i risultati sono a schiacciante sostegno del punto di vista keynesiano. Vi potreste aspettare qualche riconoscimento, qualche revisione delle opinioni.
Ma non è quello il modo in cui il mondo funziona. George Orwell su questo sapeva tutto:
“Il punto è che siamo tutti capaci di credere in cose che sappiamo non essere vere, e poi, quando alla fine si dimostrano sbagliate, travisare impudentemente i fatti in modo da mostrare che avevamo ragione. Intellettualmente, è possibile andare avanti con questo processo per un tempo indefinito: l’unico controllo su di ciò è che prima o dopo un convincimento falso va a sbattere contro la cruda realtà, normalmente in un campo di battaglia …. Vedere cosa c’è davanti al proprio naso richiede una lotta continua.”
Ed è una lotta che non riguarda molte persone influenti …
By mm
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