Letture e Pensieri sparsi, di Marco Marcucci

Metri di misura (settembre 2013)

Ogni tanto si scopre che l’economia adopera metri di misura diversi, e talora è legittimo il sospetto che questo dipenda molto dalla contingente comodità dell’usare l’uno o l’altro criterio per rafforzare le proprie tesi. All’indomani del 2008 vari economisti antikeynesiani fecero gran chiasso sulla incombente minaccia di una fiammata di inflazione se non di iperinflazione, a seguito  della espansione della base monetaria. Il pretesto era un lieve aumento dei prezzi, che però risultava dalle misure della inflazione che includevano le materie prime energetiche ed alimentari. La cosiddetta “core inflation” – che esclude dal calcolo quelle categorie di beni in quanto considerate normalmente ‘volatili’, e che è quella utilizzata dalla Fed – indicava invece ‘calma piatta’. E il metro giusto di misura era proprio quest’ultimo, cosicché dopo alcune settimane fu chiaro che non c’era inflazione alcuna. La lettura giusta della situazione complessiva dell’economia non era dunque quella della tesi “deficit/inflazione/austerità”; ma quella della tesi “recessione e trappola di liquidità, nessuna inflazione, maggiore sostegno necessario all’economia”. Uno dei sostenitori della prima tesi fu il nostro Bini Smaghi, allora stretto collaboratore di Trichet alla BCE (forse più noto  per la successiva non brillante vicenda del dover ‘far posto’ nel Board al  nuovo Governatore Mario Draghi).

Un altro esempio dell’effetto di queste diverse tecniche di misurazione (o di definizione) lo si trova nell’articolo “Quante recessioni europee?” di Jeffrey Frankel (17 luglio 2013). Si scopre che in Europa si usano criteri diversi rispetto agli Stati Uniti per definire una recessione, e che la cosa non è priva, diciamo così, di una sua “convenienza”. Ha consentito, ad esempio, di dare l’Irlanda – il “ragazzo prodigio” delle politiche dell’austerità – come più volte in risalita, mentre ha continuato a navigare in cattive acque. Ed ha consentito di non ammettere che la recessione in molti paesi europei aveva ormai superato la lunghezza della Grande Depressione degli Anni Trenta.

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"